29 Marzo 2024

Il Napoli è senza alcun dubbio la squadra più in forma del momento: 13 punti nelle ultime 5 partite di campionato e le vittorie decisive, a tratti schiaccianti, con cui i partenopei hanno liquidato possibili concorrenti al titolo come Lazio, Juve, Milan e Fiorentina lo dimostrano.

Il segreto che si cela dietro al gioco spumeggiante e all’equilibrio tattico invidiabile risponde al nome di Maurizio Sarri, allenatore classe ’59 arrivato in estate a Napoli dopo la parentesi estremamente positiva all’Empoli, durata 3 anni, in cui i toscani hanno raggiunto la serie A divenendo la squadra rivelazione dell’intero torneo.


Sempre rigorosamente in tuta, lontano dai social e da tutto ciò che potrebbe distrarlo dal preparare con maniacale attenzione ogni singolo schema adoperato, Sarri è l’antidivo per eccellenza; ma che la figura dell’allenatore toscano sia fuori dal comune si evince, in primis, dalla sua peculiare storia.
Un Maestro di calcio che per inseguire la sua passione ha abbandonato il posto di impiegato bancario a favore di una gavetta completa che in 25 anni, dal 1990 al 2015, lo ha portato dall’eccellenza all’Europa League, dallo Stia al Napoli passando, tra le altre, per Pescara, Arezzo, Avellino ed Empoli.

Portare la propria filosofia in una grande squadra è però un’operazione molto più complessa, ma il Maestro ci è riuscito nonostante un inizio non semplice dove non sono mancate le critiche e i fischi da parte del proprio pubblico, rinunciando ad alcune delle sue convinzioni tattiche, cosa che solo i più grandi hanno la lucidità e il coraggio di fare.
Sarri è stato in grado di trasformare una squadra che presentava enormi lacune e tanti limiti in una corazzata che domina le partite subendo quasi niente e segnando tantissimo (24 gol fatti e 3 subiti nelle ultime 8 uscite stagionali), avendo a disposizione pressoché il medesimo organico della passata stagione e riuscendo a rigenerare giocatori demotivati, reduci da un’annata difficile, sia dal punto di vista tattico che da quello mentale rendendoli fondamentali.
Ne sono la prova la continuità finalmente trovata da Higuain che risulta decisivo anche quando non segna, l’esplosione di Insigne e la solidità fornita sia in fase di costruzione della manovra che in fase difensiva da Hamsik, Jorginho, Albiol e Koulibaly, uomini che lo scorso campionato con Rafa Benitez faticavano addirittura a trovare un posto da titolare.

È dunque Maurizio Sarri, al momento, “l’oro di Napoli“, l’uomo capace di dare quella spinta in più affinché gli azzurri possano prevalere in quello che, ad oggi, sembra essere il campionato più equilibrato degli ultimi anni.

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Simone Vincelli

Studente di Scienze Politiche presso l'Università "Cesare Alfieri" di Firenze. Amante dello sport, in particolare di calcio e basket, con la passione per la scrittura.

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