19 Marzo 2024

di Giuseppe Siragusa

All’ovvia forsennata corsa ai ripari, la ricorrenza alla somministrazione dei vaccini, si aggiungono i contestatori così definiti no-vax. Questi ultimi fronteggiano con le loro idee la tanto agognata campagna di sensibilizzazione alle cure mediche frutto di intensi e laboriosi anni di ricerca medico-scientifica che culminano in un fruttuoso incentivo alla vita.
Perché proprio di quello si dovrebbe discutere.
Epidemie passate, malattie e pestilenze ci insegnano quanto la vita possa essere preziosa e ancora di più impreziosita dalla promozione del benessere e della salute del singolo.
Così nascevano i vaccini, semplici componenti del patogeno, che iniettati nell’organismo lo immunizzano dallo stesso, ovvero rendendolo innocuo all’avvenuta trasmissione.
Andiamo avanti con il progresso.
Campagne di informazione che si contrappongono a quelle di disinformazione ma la disinformazione uccide, spegne gli animi.
E ancora ci troviamo a discutere presso un bar, davanti un caffè caldo se scegliere di vaccinarci o no ma le idee comportano ideali e gli ideali a sua volta coltivano logiche di pensiero estensive, proprio come fa il patogeno in circolazione. Il risultato delle scelte erronee purtroppo lo riscontriamo in vite perse.
Riflettiamo.
Dati alla mano, la copertura vaccinale segna il traguardo del 70% di immunizzati sul territorio italiano.
Non dovremmo discutere di questo, dovremmo discutere di rincontrarci in un pasto caldo a distanza ravvicinata, di sentire il calore delle persone. Proprio in questo modo abbiamo costruito il nostro impero fatto di sapienza, di expertise, di skills.
Vax o no vax? Non è una domanda, che disordine!


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