19 Aprile 2024

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Tale organizzazione venne fondata nel lontano 26 Giugno del 1945 con lo scopo di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, la sede centrale è a New York, l’attuale Segretario Generale è Ban Ki-moon, oggi ne fanno parte 193 Paesi.

Fra questi Paesi vi assicuro c’è anche la Siria, quella terra oggi martoriata da una guerra civile, fratricida e cruenta che non risparmia nessuno: donne, bambini, uomini e anziani indifesi.


L’assurdo in tutto questo risiede nella natura della stessa organizzazione che come ho scritto poche righe sopra è nata allo scopo di mantenere la pace, come quella che vediamo tutti i giorni nell’antica terra siriana, ormai lordata di sangue innocente e concimata dalle carni tumefatte e in decomposizione di migliaia di persone.

È volgare, raccapricciante, scandalosamente vergognoso come nello Statuto delle Nazioni Unite, che tutti possono consultare, in cui sono riepilogati gli scopi e i principi di questa organizzazione internazionale, all’articolo 1, beffardo si staglia in cima a tutti gli altri indica come obiettivo “mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.

Cerchiamo di capire insieme il perché allora nulla sta facendo l’O.N.U, se non quello di mandare osservatori per verificare ciò che è palese ed è stato palesato più volte agli occhi di tutti.

Perché quindi l’organizzazione non si attiva per la popolazione siriana? Perché lascia che migliaia di persone vengano falcidiate dalla guerra?

Molteplici sono le risposte: un primo motivo che permetteva all’Onu di non agire era che il conflitto che si sta svolgendo ancora oggi in Siria poteva essere classificato come un conflitto civile, quindi non un conflitto internazionale, uguale ragionamento poteva essere applicato alla locuzione “pace internazionale”, quello che si sta svolgendo è un massacro, ma in fin dei conti è un “solo” un massacro nazionale, lo stesso Comitato Internazionale della Croce Rossa il 15 luglio 2012ha definito la crisi siriana un “conflitto armato non internazionale”, applicando così una legge umanitaria internazionale, sotto le Convenzioni di Ginevra.

Oggi giorno però possiamo dire con certezza che invece quello che si sta verificando in Siria è un conflitto internazionale o, se non volete passarmi tale definizione, è un “conflitto che ha una rilevanza internazionale”.


Quindi l’Onu si è disinteressato completamente della vicenda? Liquidandola come un conflitto civile? Certamente no.

La stessa organizzazione ha più volte presentato delle risoluzioni , ma Russia e Cina hanno sempre risposto con il veto a tali risoluzioni che avrebbero condannato le azioni di Assad con sanzioni, obiettando che avrebbero potuto favorire un intervento straniero.

Come hanno fatto questi due Stati, da soli a bloccare l’organizzazione e le sue risoluzioni?

Tutto questo trova la sua spiegazione in uno degli organi che compongono l’Onu: il Consiglio di Sicurezza.

Questo è composto da 15 Stati, di cui 5 sono membri permanenti(Stati Uniti, Russia Gran Bretagna, Francia e Cina) e 10 vengono eletti a rotazione ogni due anni dall’assemblea generale.

Uno degli scopi principali di questo organo è evitare che i contrasti fra i Paesi degenerino in conflitti e in caso di guerra deve fare tutto il possibile per ristabilire la pace.

È innanzitutto gravoso e poco democratico, se non addirittura anti-democratico, che sia il Consiglio di Sicurezza ad avere una prerogativa tanto essenziale per l’equilibrio del mondo, invece che la stessa Assemblea Generale, rappresentante senza dubbio migliore di un mondo in continuo mutamento.

A questo si aggiunge che una qualsiasi decisione del Consiglio di Sicurezza oltre a conseguire obbligatoriamente la maggioranza per essere adottata, qualora incontri il veto di uno, uno soltanto degli Stati permanenti anche di fronte ad una situazione in cui gli altri quattordici Stati si sono pronunciati a favore della stessa, la risoluzione non può essere adottata.

Molto democratico.

Qui siamo di fronte non soltanto alla rappresentazione meno democratica possibile, ma al trionfo tronfio della dittatura di pochi, pochissimi, anzi talvolta di un solo, unico Stato nei confronti della maggioranza, l’aberrante strada che porta una “esigua” minoranza ad avere un potere incontrastato, un potere più forte della maggioranza stessa.

Non solo si è ormai esaurita la motivazione che porta questi 5 Stati a essere i membri permanenti, cioè coloro che hanno vinto il II conflitto mondiale, ma già la scelta iniziale non è esente da critiche, infatti mi chiedo come la Francia possa essere considerata vincitrice della II Guerra Mondiale alla pari degli altri, ma questo è un discorso che ci allontanerebbe troppo dal punto focale dell’articolo.

È proprio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vero colpevole di una guerra, quella siriana, che sembra non avere soluzione se non l’apatica osservazione di persone che sono morte e altre che comunque continueranno a morire, è proprio questo Consiglio che ha la responsabilità principale nel mantenimento della pace, non sono certo io a dirlo, ma l’articolo 24 dello Statuto, che loro come membri dell’Onu e come componenti del Consiglio di sicurezza hanno accettato entrando in questa organizzazione.

Kofi Annan, ex segretario generale, è stato uno dei pochi che avuto la lungimiranza di incaricare un gruppo di consulenti per esprimere dei pareri di riforma riguardanti il Consiglio e uno di questi era stato l’ampliamento del numero di membri permanenti, certamente non la reputo la soluzione più ottimale, ma sicuramente avrebbe portato a una situazione più democratica e rappresentativa a livello mondiale.

Altra proposta, la migliore credo per ora in campo, ma da pochi ascoltata, sicuramente non da chi ha il potere, è quello di eliminare il veto, strumento antidemocratico, dittatoriale, oppressivo e contrario a qualsiasi ideale di eguaglianza.

Quindi ci chiediamo è colpa del veto di uno degli Stati permanenti o il fatto che non si raggiunga una maggioranza la causa per cui non è stato ancora fatto nulla per la Siria?

Probabilmente si!

Anzi l’ipotesi più credibile, risposta comune alle molteplici domande inerenti a conflitti armati di più o meno grande dimensione, riguarda gli interessi economici.

Cito un esempio che può essere molto chiarificatore: Il 10 ottobre due F-16 turchi costringevano un Airbus A320 siriano, partito da Mosca e diretto a Damasco, ad atterrare nell’aeroporto Esenboga di Ankara, sulla base del sospetto che quest’ultimo trasportasse armi destinate all’esercito regolare siriano. Secondo indiscrezioni provenienti da fonti interne all’azienda Rosoboronexport, unica azienda russa nel mercato delle armi export russe, sull’aereo ci sarebbero state tecnologie antimissile destinate ai lealisti siriani.

Aggiungiamo che la Russia è uno degli Stati permanenti del Consiglio di Sicurezza e l’enigma è sciolto.

Infatti la Russia rifornendo di armi il regime lealista di Assad non ha alcun interesse nell’intervento straniero in Siria, che potrebbe in primis far aprire un’inchiesta su chi abbia rifornito l’esercito lealista di armi e in secondo luogo qualora lo stesso regime cadesse si aprirebbe un interessante scenario sul pagamento degli armamenti ormai già consegnati.

Ogni Stato persegue il proprio obiettivo incurante degli altri, per questo l’Onu è solo un sogno, anzi peggio, è una presa in giro, che vuol far vedere a tutti come gli Stati possano prendersi per mano in un giro tondo senza fine, ma in realtà nelle loro mani ci sono spille acuminate per ferire.

Ogni Stato, come ogni uomo, segue il proprio egoismo, vi è però un’unica differenza fondamentale: lo Stato è più cinico, agguerrito, più organizzato di un singolo uomo.

 

Matteo Taccola

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Matteo Taccola

Sono uno studente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, curioso, estroverso, mi piace scrivere.
Ho voluto accettare la sfida postami da “Uni Info News”, mettermi alla prova e scrivere quello che penso con l’intenzione di potermi confrontare con tutti quelli che ci leggono.

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