18 Aprile 2024

Il quinto appuntamento della Stagione Danza 2016/2017 del Teatro Verdi di Pisa, ha visto protagoniste tre interessanti performance della nuova generazione italiana di danzatori contemporanei, promossa dal Network Anticorpi XL, la prima rete italiana dedicata alla Giovane Danza d’Autore nata nel 2007. Durante la “Serata eXplo”, nella suggestiva Chiesa di Sant’Andrea, si sono esibite tre diverse realtà interessanti, selezionate nella Vetrina della Giovane Danza D’Autore 2015 a Ravenna.

Venus

Il primo spettacolo in scaletta era “Venus di Nicola Galli, secondo episodio della sua ricerca coreografica dedicata al sistema planetario. Un pianeta abitato soltanto da pochi elementi in scena: una trave svedese, un tubo grigio dal quale escono delle palline, sopra un pavimento bianco, e due danzatori, Alessandra Fabbri e Galli. Sul fondale nero dominava l’immagine proiettata del pianeta Terra, vibrante e luminosa. Al centro della scena i due hanno eseguito un alfabeto di gesti principalmente con gli arti superiori, disegnando linee diritte e curve nello spazio. I movimenti di Alessandra da rigidi e segmentati, durante la performance, sono andati via via a fluidificarsi, con torsioni, curve del corpo e delle braccia, che suggerivano la forma della Terra con un sentimento nostalgico. Entrambi i danzatori hanno eseguito movimenti lineari prima, morbidi e curvi dopo, sempre mantenendo un grande rigore nell’esecuzione. Interessante è stato l’assolo di Galli che, su musica di Edgar Varese, ha eseguito, a torso nudo, con grande intensità, salti, giri e passaggi di floor work. Lo spettatore si è trovato immerso in un paesaggio suggestivo, extra-terrestre, surreale e vorticoso, abitato da due novelli Adamo ed Eva.


Catarzi

Un grande tappeto di danza nero, ha invaso la scena, sopra il quale era posizionato un pannello di legno decentrato, grande circa due metri quadrati. Sopra di esso Claudia Catarzi, unica danzatrice in scena, ha eseguito la sua performance “40.000 Centimetri Quadrati”. Lo spazio limitato era per lei campo di sperimentazione e d’indagine, una ricerca fisica del rapporto tra l’ambiente e il corpo che lo abita. Un limite che si trasforma, nell’arco dell’esibizione, da costrizione a nuova occasione coreografica. Grazie a un’invisibile microfono nella pedana, che consentiva di cogliere tutti i suoni provocati dallo spostamento dei piedi, la coreografa ha sovrapposto il proprio ritmo alla musica “Mr. Bojangles” di Philip Glass. Catarzi ha eseguito brevi percorsi, in piedi, a terra, scivolando sulla pedana o eseguendo dei virtuosi tour en l’aire. Movimenti a volte sinuosi, altre nervosi, che giocavano sull’equilibrio, sulla dinamica e sul ritmo del corpo, che si è plasmato in uno spazio ben preciso, ma sempre con austero controllo.

Re Garde

Ultima coreografia della serata era “Re-Garde” di Francesco Colaleo, realizzata con la sua Compagnia MF, con la quale ha vinto il Premio Outlet nel 2015. La performance ironica e sensuale, giocava sulla proiezione interna ed esterna dello sguardo: due danzatori, Colaleo e Maxime Freixas, con una maglietta rossa e dei pantaloni color sabbia, hanno attraversato la scena, con una buffa camminata molleggiata e in perfetta sincronia. Divertente è stata la ripresa del famoso gioco per bambini “Uno, due, tre, Stella”, che è diventato un momento coreografico comico. L’uno spostava l’altro a suo piacimento, attraverso brevi sequenze di contact, o con il solo movimento della testa, come se fosse un’azione di telecinesi. Lo sguardo era il fulcro della tensione, tra i due danzatori e con il pubblico: il guardarsi a vicenda e il guardare verso fuori della scena, era allusivo a una ricerca e affermazione del sé. Amore e sfida si sono alternate in questo duetto, tra prese fluide, assoli e parti d’insieme, tra cui sono state inserite piccole gag comiche. Lo spettacolo è stato molto apprezzato dal pubblico per la grande tecnica e fluidità dei due giovani ragazzi, che hanno mascherato con i loro sorrisi la difficoltà reale della performance, ma anche per la scelta musicale di brani molto conosciuti, come “La bohèmedi Charles Aznavour.

Tre giovani promesse della danza contemporanea, di formazioni e provenienze diverse, accomunate dall’originalità del linguaggio e dall’innovazione della ricerca stilistica, che rappresentano lo scenario attuale della danza italiana.

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Marta Sbranti

Marta Sbranti, classe 1989. Dopo il Diploma presso l'Istituto d'Arte Franco Russoli di Pisa mi sono laureata in Scienze dei Beni Culturali curricula storico-artistico. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Storia delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media, presso l'Università di Pisa. La mia tesi di laurea "Musei e Danza" unisce le mie due grandi passioni la danza e l'arte, che coltivo fin da piccola.
"Toccare, commuovere, ispirare: è questo il vero dono della danza".
(Aubrey Lynch)

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