23 Aprile 2024

Di fronte ad improvvisati politologi che girano film retorici sul Livorno, il 23 Febbraio, una trentina di ragazzi hanno dato prova della loro amicizia, creando una serata di beneficenza, caratterizzata dall’umiltà e dalla sincerità dei contenuti. Uno spettacolo di circa due ore è stato reso dinamico e mai noioso, coinvolgendo insieme le arti del teatro, del cinema e della musica. Con l’eccellente presentazione di Gianluca Arena, sul palco dei 4 Mori, si sono susseguite toccanti esibizioni di canto, con le due canzoni di Francesco Spera, di teatro, con il monologo di Michele Crestacci e la messa in scena di ‘Il Sarchiapone’ e di ‘Armando & Margherita delle camelie’, e di cinema, con la proiezione del film ‘Mi Amor’ di Umberto Vivaldi jr. Questi contenuti originali guardavano al ‘cuore del messaggio’, senza puntare su tecnicismi fini a se stessi, ed hanno permesso al pubblico di applaudire entusiasta, prima che uscisse dalla sala dei Quattro Mori. Tutto il ricavato della serata è stato devoluto all’associazione Cure Palliative di Livorno. Al termine della serata, abbiamo fatto due chiacchiere con uno degli ideatori della serata, nonché regista di ‘Mi Amor’, per farci spiegare il successo dell’evento. Ecco l’intervista con Umberto Vivaldi jr.!


Durante l’intervista a ‘Qui Livorno’ avevi affermato: “Chi non è abbastanza coraggioso da correre dei rischi, non concluderà mai niente nella vita”. “Livorno nel cuore” sarà un salto nel buio, o voleremo o cadremo, un rischio appunto, ma che a me va di correre” .
Io penso che questa iniziativa vi abbia fatto ‘volare’, ti aspettavi che la serata andasse in questa maniera?

Me l’aspettavo così, c’è stato un buona affluenza di persone. Io pensavo che venissero meno persone, ma alla fine ci sono stati più di duecento biglietti di prevendita e più di duecento biglietti venduti in serata. Siamo andati quasi sul tutto esaurito, considerando che la platea è di 490 persone. Son rimasto contento, anche se ci sono stati degli intoppi, poiché abbiamo provato oggi e basta.
Gli intoppi, secondo me, sono l’ultimo dei problemi. All’inizio della serata, avevi avvisato 11016706_10206186726855366_565244484_nche questa avrebbe coinvolto cinema, teatro e musica, dunque qualcosa di complesso. Invece, il prodotto è stato accessibile a tutti, con il suo messaggio semplice, capace di toccare il cuore degli spettatori: quasi una comunicazione ‘da cuore a cuore’. Ti ritrovi in questa descrizione?
Sì, la mia preoccupazione era il fatto che lo spettacolo potesse annoiare il pubblico. Ciò non è avvenuto e questo per me è importante. I punti vuoti e la noia dello spettacolo avrebbero fatto perdere la magia della serata.
Come hai detto tu, il pubblico era a mio parere soddisfatto e non ci sono state grosse delusioni. In sala, c’era anche l’Assessore al sociale Ina Dhimgjini; ti aspettavi la sua presenza? Come è stato il tuo rapporto con l’Amministrazione comunale sia per organizzare l’evento di stasera, che per girare il film?


Purtroppo, io mi sarei aspettato la presenza o perlomeno una risposta dall’Assessore alla cultura Serafino Fasulo , risposta che non è pervenuta. Io ho messo il logo del Comune di Livorno per promuovere la serata e l’ho anche citato durante l’evento, ma – a questo punto – è stato un pro forma. La segretaria di Fasulo mi aveva pure assicurato che era tutto apposto, ma io non ho avuto nessuna risposta. Il patrocinio, in realtà, è come se non ci fosse mai stato e ciò è avvenuto, o per mancanza d’interesse, o per mancanza di tempo. Spero che le Istituzioni, considerato che c’è stato un cambiamento a livello politico, portino avanti anche un cambiamento più significativo verso i giovani. Mi ha fatto piacere la reintroduzione del Tavolo Giovani, ma dovrebbero spingere ancora maggiormente in tal senso.
Ritornando sulla serata, posso dire che il tutto è stato omogeneo nella qualità, dall’inizio alla fine. Secondo te, quale è stato il momento, che ha colpito maggiormente il pubblico?
Il momento che mi ha colpito maggiormente è stato quando Matteo Freschi ha cantato la colonna sonora del cortometraggio ‘Mi Amor’ . Matteo era così emozionato che, fino ad un certo punto, non si era reso conto che stesse cantando col microfono spento, ma, nonostante questo, ha cantato molto bene, pur con la voce ‘spaccata’ dall’emozione. Il messaggio è arrivato: siamo ragazzi, tra virgolette, “bravi” tra i 24 ed i 26 anni. Svolgiamo altri lavori, oltre ad impegnarci in questo, io ad esempio lavoro nel porto di Livorno come impiegato a tempo determinato, Matteo lavora in un bar, ma la passione ci ha fatto andare avanti nella conduzione di questo lavoro.
Le riprese sono state fatte in alcuni luoghi di Livorno molto suggestivi, alcuni punti erano quelli più romantici e sono stati girati incredibilmente senza traffico. Nel film appare Via Grande senza traffico, come avete fatto?
Abbiamo girato sempre durante la notte, perché lavoravamo durante il giorno. Per questo motivo, ‘Venezia’ appariva deserta, mancavano delle palle di fieno che rotolavano e poi si era apposto. Le scene della casina di legno, al Limoncino, sono state realizzate grazie all’aiuto di Raffaele Magri. Quella casa è stata fatta manualmente da Lui stesso e volevano demolirla. Raffaele con Noi è stato molto gentile e disponibile, talvolta, ci lasciava anche le chiavi quando doveva andare via.
Questa non è la prima volta in cui proietti il film, c’è stata la proiezione a Montenero, quest’estate, ma farete altre proiezioni?
Sicuramente verrà proiettato al FI-PI-LI Horror Festival, perché da quest’anno ospiteranno anche il genere Fantasy. Per questa iniziativa presso i 4 Mori, ringrazio Andrea ed Enrico che sono stati molto disponibili e si sono sempre prestati a organizzare serate di beneficenza, per di più fatte da giovani.
Il film è stato toccante, l’ho apprezzato molto – nonostante dei problemi audio all’inizio – per la sua onestà e per il suo messaggio.Mi ha colpito, in particolare, quella battuta in cui tu dicevi:  “A 15/16 anni mi divertivo ad andare con i miei amici e riprendere con una telecamera le nostre giornate, poi la sera ci ritrovavamo assieme e si riguardava il girato”. Ti chiedo allora: “Come è, oggi, muoversi con una telecamera?”
La passione e l’amicizia che ci lega è immutata. A 16 anni, lo facevi per gioco e, se anche veniva male, non succedeva nulla; invece, adesso cerchi di creare un prodotto valido per il pubblico così da trasmettere un messaggio profondo. Oggi, certo, pensiamo maggiormente al prodotto
Avete in mente di fare altri film, in futuro?
Sì, ho già scritto un soggetto da commedia. E’ un cortometraggio abbastanza fresco, parla di un ragazzo laureato che non trova lavoro e che si innamora di una ragazza parigina che è venuta a scrivere, a Livorno, una tesi su Modigliani.
Il film poteva anche finire sulla frase ‘che qui a Livorno non c’è più nulla’: era un sorriso amaro. 

Non mi piace finire male un film.

Già che siamo a tema, una domanda un po’ retorica. Tolto l’aspetto politico, cosa dovrebbero fare i giovani per cambiare la società Livornese?
Essere più solidali, perché delle volte non riusciamo a darci una mano. Io questa cosa fortunatamente non la vivo, grazie ai miei fantastici amici, ma se tutti noi riuscissimo ad essere maggiormente solidali, la società cambierebbe. Io stasera volevo vedere una sala piena di giovani, perché tanti non hanno interessi o passioni, anche con queste, invece, la società cambia.
Come avete fatto a coinvolgere questa grande platea, avendo non grossi strumenti di comunicazione?
L’organizzazione è stata possibile coinvolgendo un grande numero di artisti e la cosa speciale è la nostra amicizia. La gente, quando ci vede, ci dice che legge nei nostri occhi la fratellanza e l’unione reciproca. D’altra parte ,i 3 mori ed un biondo siamo noi, che, attraverso la passione, l’amicizia e la cultura, si ‘liberano dalle catene’. La nostra forza è questa, tra di Noi non ci sono rivalità.
Parlando del cinema a Livorno, tolti i film dei soliti noti, vedi possibile che più di un gruppo di giovani si unisca tra di loro per girare un film?
Sì, ma se non c’è il giusto ‘pathos’ e la giusta alchimia, io sono per troncare un prodotto forzato che non trasmette niente alle persone. A volte, è meglio fare qualcosa di più semplice e spontaneo, ma che sia vero. Ci vuole comunque una persona che finanzi il tutto.


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Paolo Gambacciani

Studente appassionato di politica, arte, teatro, cinema e tennis. Sono laureato in Comunicazione presso la Scuola di Scienze Politiche dell'Università 'Cesare Alfieri' di Firenze e collaboro con uninfonews dalla sua fondazione; sono fortemente convinto ed a favore del progetto editoriale del giornale online. Vicepresidente e socio di Uni Info News.

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