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Livorno – Verona

Città blindata per l’arrivo degli scaligeri nella città labronica, i tifosi si erano già dati appuntamento ma il servizio d’ordine ha fatto il proprio lavoro. Nella mattina si sono verificati degli scontri tra tifosi amaranto e la polizia, ma i supporter (o più precisamente delinquenti) delle rispettive squadre non sono riusciti a venire a contatto. I veronesi sono attesi dalla bolgia livornese ma ad aggiudicarsi il cosiddetto lunch match sono proprio loro. Un primo tempo da incubo per i padroni di casa che si fanno infilare per ben tre volte dai giallo blu. Al minuto 33, Jankovich beffa Bardi con un cross che fortunosamente e in maniera piuttosto scandalosa termina in rete. I padroni di casa non reagiscono e appena dieci minuti più tardi  un contropiede ben orchestrato dagli scaligeri porta Toni ad assistere Romulo che insacca e raddoppia il risultato, infine al 46′ anche  lo stesso Toni, con un tap in, mette la firma sul tabellino. Primo tempo da chiedere indietro i soldi del biglietto all’Armando Picchi,  l’Hellas Verona fa quel che vuole e domina incontrastata in ogni settore del campo. Il secondo tempo si apre esattamente come il  primo, Iturbe è padrone della fascia e salta con immensa facilità gli amaranto ma sotto porta è poco preciso e la sua conclusione  termina a lato, successivamente Toni cerca la doppietta ma Bardi è bravo a negargli questa gioia. Intorno al 70′ avviene la svolta, il  Livorno ha un sussulto di orgoglio e così Paulinho si prende sulle spalle la squadra, fa tutto da solo e segna con un gran tiro a giro.  Pochi minuti dopo, precisamente al 73′, a riaprire la partita è Greco che segna il 2-3. I supporter amaranto ci credono e spingono  come se non ci fosse un domani i giocatori, ma la rimonta è quasi impossibile. Emerson e Paulinho giocano da soli, ci mettono l’anima ma fanno quello che possono; ad ogni azione offensiva, gli stessi interpreti sbagliano sempre l’ultimo passaggio (Emeghara il più imbarazzante) e rendono inutile qualsiasi tentativo di assalto, esponendosi inoltre ai contropiedi veronesi. Alla fine, la partita Emerson/ Paulinho – Hellas Verona termina 2-3 e la verità (neanche troppo celata) è che i giallo blu hanno ampiamente meritato la vittoria. Emerson difende ed imposta illuminando il gioco nell’abisso qualitativo del proprio collettivo mentre Paulinho è costretto a retrocedere nella propria trequarti, aprire il gioco, farsi l’assist e teletasportarsi in area per segnare. Dunque resta l’amaro in bocca per una prestazione insoddisfacente, gli amaranto avrebbero potuto fare di più se si fossero svegliati prima? Si sa, coi se e coi ma non si vince e il resto sono solo chiacchiere da bar.

 

Alessio Nicolosi

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