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Papa Francesco può cambiare le fondamenta della cultura cristiana?

Al giorno d’oggi siamo arrivati, quasi paradossalmente, a guardare alla Santa Sede per trarre un ammirevole esempio di cambiamento, pur nel solco della tradizione. Ciò stupisce, posto che siamo di fronte alla religione più diffusa del pianeta e ad istituzioni antichissime, radicate nel tempo e nel territorio, dove da sempre le aperture al nuovo non sono state esenti da previe repressioni.

Basti pensare alla nota vicenda di Galileo Galilei (“sventurata la Terra che ha bisogno di eroi”), alla vicenda di Darwin, alle disquisizioni in merito al moto dei pianeti, e quant’altro.
Forse per questo giustamente stupisce l’apertura così spontanea ed immediata di Papa Francesco verso temi sociali sui quali per troppo tempo si è mantenuto un silenzio colpevole. Molti, erroneamente, ritengono Papa Francesco essere un profondo innovatore: niente di più errato in realtà, la sua osservanza dei precetti religiosi fondamentali è assoluta, la sua battaglia per la difesa del diritto alla vita in qualsiasi situazione è ben nota; ma ciò non significa che non si possa comunque essere un uomo profondamente riformista.

Aggiornarsi, senza stravolgere la propria storia: questa è la sfida dell’attuale Pontefice.

La mossa scacchistica compiuta in questa direzione, sulla quale grava uno stranissimo silenzio dei media a confronto con altre iniziative di ben poco conto, è davvero audace. E’ stato infatti trasmesso un documento preparatorio a numerosissime diocesi, in vista di un’assemblea generale straordinaria sul diritto di famiglia.
Nel tempo che stiamo vivendo l’evidente crisi sociale e spirituale diventa una sfida pastorale, che interpella la missione evangelizzatrice della Chiesa per la famiglia, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale.

Già questo breve passaggio rende conto, peraltro con mirabile efficacia, della consapevolezza di una difficoltà oggettiva nella diffusione del messaggio evangelico. Lungi dal poter analizzare il testo parola per parola, vediamo brevemente di cosa si tratta.
Siamo di fronte ad un questionario che si interroga su tematiche nei confronti delle quali è da sempre mantenuto un certo riserbo: la diffusione del concetto di matrimonio, questioni inerenti il matrimonio “secondo la legge naturale”, l’approccio verso i battezzati non praticanti, le coppie di fatto, la convivenza, i separati e i divorziati risposati, che attenzioni rivolgere alle coppie omosessuali.

Non sono temi secondari: sono temi di importanza fondamentale affinché la Chiesa possa davvero recuperare il rapporto sfilacciato coi propri credenti, e perchè no avvicinare i delusi, le giovani generazioni che guardano con occhio compassionevole una Chiesa che somiglia ad un vecchio appassito sulle proprie idee. Appuntamento per il 2015.

Per concludere, cito alcune delle domande del questionario e allego il link diretto per consultare l’intero documento:

Sono domande pressanti, complesse, argute. Invitandovi a rispondere alle stesse, il link del documento qui:
http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20131105_iii-assemblea-sinodo-vescovi_it.html

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