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C’è chi dice no: intervista al coordinamento per la tutela del parco Pertini e dell’ospedale storico

Comitato parco Sandro Pertini
La protesta del 6 marzo

Si è svolto oggi il secondo flash mob del mese, organizzato dal “Comitato Sandro Pertini per la tutela del verde urbano di Livorno” e promosso dal coordinamento, che raccoglie anche altre realtà associative.

Abbiamo chiesto ai manifestanti quali siano le loro ragioni ed il motivo della protesta.

Chi siete e perchè protestate?

All’inizio eravamo pochi cittadini volontari dell’associazione Ques- Vivi Stazione-Colline e i
membri del Comitato Parco Sandro Pertini, poi si sono aggiunti altri quartieri cosicché ora si parla
di rete dei Ques, c’è il gruppo whatsapp “Quartieri alberati” il gruppo O.T.U., l’Associazione
L.I.P.U., il Comitato Popolare Difesa Beni Comuni e l’Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà.

Protestiamo perchè per costruire un ospedale monoblocco, più piccolo dell’attuale, con meno
specializzazioni e quindi inadeguato alle esigenze di una città popolosa come Livorno e comuni
limitrofi, si occupano 18.220 mq del Parco Pertini (non si può chiamare area ex-Pirelli secondo noi,
visto che tale area ri-annessa all’ex Parterre ed è stata occupata da una pista polifunzionale costata a
suo tempo, circa 2 miliardi delle vecchie lire e da una vasta zona a prato e alberi) e si lasciano al
degrado i sei padiglioni dell’ospedale storico per i quali l’unica certezza, al momento, è l’abbattimento dei corridoi che li uniscono e che rappresentano una caratterizzazione peculiare del
nostro ospedale.

Questa è la pista che l’amministrazione vuole dare in sostituzione di quella polifunzionale di due ettari . Si tratta di una stradina asfaltata di fronte l’ingresso del Parterre

Protestiamo perché il parco verrà toccato nella parte più nuova e ricca di vegetazione, che sparirà: si parla
degli alberi sparsi sul lato est della pista; degli alberi di canfora sul lato ovest e anche della fascia di macchia
mediterranea che si estende da Est a Sud, al confine con il muro dell’ospedale, che non compare
disegnato sulle piantine dell’allegato C.
Il Parco verrà ampliato verso Via Gramsci, occupando in parte l’area derivante dalla demolizione dei
padiglioni 9, 11 etc…
Considerato che dovrebbe esserci l’allungamento di Via della Meridiana fino a Via Gramsci, il Parco (la parte
aggiunta) confinerebbe con una strada carrabile, che diverrà presumibilmente molto frequentata da auto e
moto e anche sede di parcheggi, con un buon livello di inquinamento acustico e ambientale, inadatta al
gioco dei bambini e poco attraente per tutti.

Che tipo di protesta state portando avanti?

Oggi e sabato 6 marzo abbiamo fatto un flash mob al quale hanno partecipato più di 100 persone durante il quale abbiamo delineato con l’aiuto di un nastro l’area che verrà occupata dal nuovo ospedale, dando così l’idea
dello scempio che verrà attuato alle molte persone che partecipavano al flash mob e anche a quelle presenti all’interno del Parco che chiedevano informazioni.

Moltissime persone non sanno ancora ciò che è stato progettato.

Durante la manifestazione odierna ha parlato anche Marco Dinetti, responsabile Lipu del settore ecologia urbana, che ha spiegato come sia necessario piantare 8 alberi per ogni albero tolto, se si vuole ripristinare la stessa quantità di verde in tempi ragionevoli.

Che risposte avete avuto dalle istituzioni?

Il Sindaco, parlando con un piccolo gruppo durante un incontro con la mediazione di un giornale, ha
risposto solo con promesse e ipotesi di compensazioni che non sono presenti sul progetto presentato a
titolo informativo ai cittadini.

Quali documenti portate a suffragio delle vostre tesi?

Una protesta ordinata, con mascherine e distanziamento sociale

La bozza del progetto del settembre 2020.
Una petizione per una scelta alternativa per la costruzione del nuovo ospedale firmata da 1072 persone che
è stata considerata valida solo in parte perchè i firmatari hanno accluso, a preferenza, gli estremi della C.I.
oppure della patente che, però, non viene considerato documento sufficiente per l’identificazione e il
riconoscimento.
Riguardo a questo problema il nostro gruppo chiederà di poter eseguire una verifica per la conta esatta
delle firme supportate da C.I.

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