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Esposizione in sagra. Arte tra cibo, artigianato e musica.

Oggi, nel giorno della festa dei lavoratori, si è conclusa la 36° Edizione della Sagra del Baccello, tenutasi a Pomaia nel comune di Santa Luce (PI). In occasione dell’inaugurazione di Expo Milano 2015, dove il tema principale è “Nutrire il Pianeta”, mangiar sano e sicuro, mi sembra doveroso ed indubbiamente interessante prendere in considerazione una delle moltissime sagre che si svolgono in Italia ogni anno e nelle quali si può apprezzare il buon cibo a chilometro zero della nostra terra.

Qua, immersi nella campagna pisana in un totale clima di relax – indubbiamente la presenza del monastero buddhista Lama Tzong Khapa influisce – ci danno il benvenuto alcuni banchetti di artigianato locale e non, la banda cittadina che offre spettacoli ed esibizioni per le strade del paese ed un buonissimo profumo di carne alla brace che esce dalle cucine.

Dopo un abbondante pranzo passeggiamo per le vie del piccolo paese, gustandoci l’atmosfera di festa. Poco fuori i confini della sagra la nostra attenzione viene catturata da un cartello di legno: Mostra di pittura e scultura. Così ci avviciniamo.

Alcuni visitatori

L’artista è Maria Francesca Tarsitano, in arte Fratarsi, abitante di Pomaia ma cresciuta tra Pontedera e Livorno, specializzatasi in disegno presso la libera accademia Trossi-Umberti. Per il secondo anno consecutivo allestisce una piccola esposizione dal titolo Forme e colori dell’inconscio, mettendo in mostra le sue migliori opere: dipinti e sculture.

Le sculture ed alcuni dipinti

I quadri sono stati realizzati attraverso una pittura istintiva, valorizzando soprattutto il colore. Le pennellate sono cariche, per conferire materialità alla superfice pittorica, alternate talvolta dall’uso della spatola. Sono rappresentate soprattutto figure e/o forme in movimenti danzanti, leggeri. Le sculture in bassorilievo (quattordici tavolette, 12X24) sono dedicate allo sciamanesimo e al culto della dea madre e raffigurano idoli e talismani della tradizione sciamanica ugro-finnica, una tradizione siberiana dove le immagini venivano usate per guarigione o protezione.

Le opere sono disseminate lungo la strada che porta verso il suo laboratorio, un piccolo garage ristrutturato ed allestito per l’occasione.

In molti si soffermano a visitare l’esposizione, gustandosi così una buona dose di arte (con)cittadina. È sempre bello potersi imbattere – anche per caso – in esposizioni come queste, semplici ma che hanno tanto da dare. La parola d’ordine è sempre la medesima… SETE! Aver sete di conoscenza il più possibile. Si possono scoprire cose straordinarie.

L’artista tra le sue opere.

E-mail: annalisa.castagnoli15@gmail.com

 

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