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La Riuso, tra economia circolare e integrazione

La Riuso

“Frutta e verdura” dice l’insegna all’entrata, e invece è l’ingresso della Riuso Officina in via della Pina d’Oro nel quartiere Garibaldi di Livorno. All’interno un via vai di gente prende vestiti, oggettistica, mobili e libri usati, tutto a offerta libera

Una stanza della Riuso è predisposta per accogliere i bimbi del doposcuola, mentre la chiostrina è un vero e proprio laboratorio artistico allestito con piante, piccole opere e anche un tavolo pieno di stoffe e una macchina da cucire, attrezzi da lavoro per un richiedente asilo che qui continua la sua attività di sarto.

Mezclar22 – e la sua Riuso – è un’associazione nata nel 2017 con il progetto Pop Up Garibaldi, volto alla riqualificazione della zona; negli anni è rimasta attiva autonomamente, riuscendo tutt’oggi, nonostante il covid, a portare avanti i suoi progetti sociali.

La vicepresidente Giulia Tubino spiega che la Riuso sorge per sensibilizzare le persone al recupero delle cose, promuovendo un modello di sviluppo economico circolare opposto a quello capitalistico e consumistico.

Ma negli anni l’associazione è diventata un punto di riferimento per gli abitanti, e le sue attività si sono ampliate e differenziate: tra queste spiccano i progetti d’integrazione “Ri-conoscersi solidali” e appunto “La Brigata dei germogli- Doposcuola interculturale di quartiere ”, entrambi ancora in corso.

Per quanto riguarda il primo, alcuni richiedenti asilo danno supporto agli anziani del quartiere facendo loro la spesa e offrendo altri servizi di cortesia; l’obiettivo principale è quello di avvicinare due realtà diverse al fine di abbattere pregiudizi e diffidenza nei confronti dei migranti, soprattutto in un momento delicato come quello attuale.

Il Doposcuola gratuito invece è un progetto ormai consolidato, che si svolge quattro volte a settimana. Vi partecipano una ventina di bambini dai 6 ai 13 anni che vengono aiutati nel fare i compiti, così come vengono supportate le loro famiglie a livello linguistico e nelle mediazioni con le istituzioni.

Il quartiere multiculturale Garibaldi, uno dei più belli di Livorno ma ormai luogo di spaccio e degrado, è spesso oggetto di strumentalizzazioni politiche, tant’è che durante le campagne elettorali vi fioriscono comizi pubblici e temporanee sedi di partito; anche perchè gli abitanti sono stanchi della situazione ed è facile sfruttare politicamente il loro malcontento.

Affrontando il tema delle criticità della zona, Giulia mi dice che l’associazione è totalmente contraria alla sempre più frequente militarizzazione degli spazi, intervento inutile a risolvere il problema della criminalità ma che contribuisce a svuotare ulteriormente Piazza Garibaldi. Inoltre fino a poco tempo fa le baracchine della piazza venivano assegnate a rialzo, finendo di fatto a chi proponeva più soldi. Lo scorso anno vi è stata un’inversione di tendenza ed è stato aperto un bando per l’affidamento di 6 di queste strutture in base alla progettualità, bando purtroppo bloccato a causa della pandemia. 

Secondo Mezclar22 il quartiere ha bisogno di vivere giorno e notte, e per farlo non servono capitali, bensì attività e progetti che possano garantire un’effettiva integrazione tra gli abitanti, i migranti e i gestori dei locali.

Il degrado si contrasta principalmente con un impegno socioculturale a lungo termine, come quello portato avanti dalle associazioni che agiscono e quindi conoscono la zona Garibaldi, tra le quali, spiace per qualche esponente politico locale, vi sono anche quelle “calamite del degrado” della Riuso.

 

 

Benedetta Cirillo

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