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Perchè Tsipras NON è un rivoluzionario

Alexis Tsipras è il giovane leader di Syriza (soli 41 anni) che si accinge a varcare le porte del Governo greco. La sua vittoria alle elezioni politiche in Grecia ha popolato i sogni e gli incubi di moltissimi cittadini dell’Eurozona, tanto che perfino i mercati finanziari, con i loro recenti tracolli, hanno voluto lanciare un monito al popolo greco: votate con coscienza (e quindi contro Tsipras)! Questo perchè il leader greco è visto, dalla maggior parte dell’establishment europeo e dall’elettorato moderato, come un rivoluzionario comunista che intende interrompere i rapporti con la Troika rifiutandosi di pagare ogni debito rimasto insoluto con i creditori internazionali e con la Troika stessa e di continuare il ciclo di riforme attuato da Samaras al fine di riuscire a risanare tali debiti e di permettere alla Grecia di tornare competitiva ed uscire dalla crisi. Quello che questi signori probabilmente non sanno è che lui non ha assolutamente intenzioni di questo genere. Egli vuole certamente riformare radicalmente il proprio paese proponendo misure “non convenzionali”, ma vuole trattare con la Troika (anzi, voci di corridoio sostengono che stia già trattando da settimane). NON farà la rivoluzione in Grecia!! Ciò è chiaro ripercorrendo la sua biografia e conoscendo un po’ più a fondo i suoi consulenti. Innanzitutto Alexis nasce il 28 Luglio 1974, subito dopo la caduta del regime dei colonnelli, ed è figlio di un imprenditore edile. Quindi, per quanto fosse progressista la famiglia Tsipras, era una famiglia borghese, non certamente un manipolo di estremisti. Il suo idolo giovanile era Andreas Papandeou leader socialista greco negli anni ’80, non Stalin, che viene invece idolatrato dagli esponenti del Partito Comunista Greco (KKE), di cui comunque fece parte. Per quanto riguarda i suoi consiglieri economici, non sono proprio dei perfetti marxisti che conoscono “Il Capitale” a menadito, ma professori di economia, anche in università molto prestigiose. I quattro più importanti sono:

Mi sembra facilmente comprensibile, leggendo queste poche righe, che le proposte avallate da questi economisti non siano riconducibili alle Tesi di Aprile di Lenin, quanto piuttosto ad un programma riformista sviluppato da persone che non hanno alcuna intenzione di uscire dalla moneta unica o di sovvertire le istituzioni repubblicane. La differenza sostanziale con quello che è solitamente definito “riformismo” è solo che queste proposte non sono influenzate dal neoliberismo (molto) annacquato proposto dalla maggior parte dei partiti moderati e riformisti europei.

 

 

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