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Recensione di You God di Annarita Petrino

   Recensione di You God

di Annarita Petrino

Con il libro You God Annarita Petrino propone quattro racconti che mischiano religione e fantascienza. Le storie non sono collegate l’une alle altre se non per le tematiche che quest’ultime affrontano. Per evitare di rivelarvi i contenuti di queste vi basterà sapere che il primo racconto, chiamato Imperfezioni, ha come protagonista un prete che torna nella sua città natale e che dovrà fare i conti con un fratello il quale non vede di buon occhio la sua vocazione. Inoltre un terribile suicidio metterà in discussione il valore che le persone, nella sconosciuta cittadina, danno ai loro figli e all’importanza della loro perfezione genetica.

Il secondo racconto il cui titolo prende il nome della protagonista, Judy Bow, verte sulla scelta di una ragazza di diciotto anni, costretta a causa di un errore in sala operatoria e di un incidente, smettere di vivere costantemente legata ad un macchinario che le permette di respirare e ad andare a “rigenerare” i suoi polmoni una volta ogni due mesi per evitare che questi collassino. Judy è veramente stanca di questa esistenza e non sopporta l’idea di una vita sempre in bilico tra il vivere ed il morire, aggrappata unicamente ad una macchina che da un momento all’altro potrebbe tradirla e ucciderla. Decide, dunque, di avviare una causa legale contro i suoi genitori affinché possa prendere, per la prima volta in tutta la sua vita, una decisione definitiva sulla sua salute ed il suo destino.

Hic et Nunc è la penultima storia all’interno di questa raccolta, ove viene descritto il viaggio di un uomo (un soldato) nel tempo alla ricerca del motivo per cui l’umanità si sia sempre più allontanata da Dio e il perché l’abbia spinta sempre più ad odiare se stessa ed il prossimo condannandone la propria esistenza. Un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire gli errori che sono stati commessi dall’essere umano che ha abbandonato la religione e la morale cattolica.

L’ultimo racconto, il cui titolo è quello che da il nome al libro, You God, non è altro che un confronto tra due uomini ormai anziani e prossimi alla morte che decidono di andare a Roma a visitare una basilica e cercare conforto nelle divinità che adorano. Da una parte vi è la croce, simbolo per eccellenza di Dio e della religione Cattolica; dall’altra un robot costruito da gli uomini che cerca di prendere il posto di Dio, consolando l’anziano con una logica scientifica e razionale in risposta alla fede.

Una volta giunti alla conclusione di questo libro il pensiero predominante è che questi quattro racconti non siano strettamente legati al genere fantascientifico, ma che piuttosto trovino nella scienza un ottimo appiglio per farne un secondo termine di paragone con la religione ed una critica. Di conseguenza emerge fin da subito una forte esaltazione della religione Cattolica – Cristiana che l’autrice vuole mettere in risalto e che lo fa, a scanso di equivoci, inserendola in ogni singolo episodio. Or dunque se da una parte un credente può trovare quindi conforto e condividere quanto qui vi è scritto non è altrettanto scontato che un ateo o un lettore che crede in un altra religione o semplicemente non si sente affine a nessun credo o Dio possa condividere il pensiero di Annarita Petrino. Le storie sono ben narrate, con uno stile semplice e fluido che non affaticano la lettura, eccezion fatta per il racconto Hic et Nunc che appare forse un po’ troppo elaborato e pretenzioso, sopratutto nel voler mettere sempre a confronto una realtà concreta (quella dei giorni nostri) ai versi dell’Apocalisse mostrando come tutto questo fosse già stato in un qualche modo “profetizzato”.

Il problema di tutto ciò è che se uno non si sente Cristiano, se una persona non abbraccia la fede cattolica o non abbraccia Dio le storie qui narrate possono sembrare in alcuni casi troppo stucchevoli e contaminate da una visione soggettiva che ne allontana dunque un confronto razionale. Ogni scrittore deve dire la propria opinione questo è vero, ma la natura dell’opera qui presa in considerazione ne limita anche la lettura perché il vero problema di You God non sta tanto nel raccontare storie dove spesso la religione sorpassa la scienza e dove quest’ultima si fa manifesto della superbia dell’uomo o viene vista come l’annullamento della morale, quanto piuttosto nel voler semplificare il tutto dando ad ogni storia un unico senso.

Se volessimo essere pignoli potremmo azzardare a catalogare questo insieme di racconti come la completa esaltazione della religione, una sorta di piccolo trattato che prende 4 esempi in cui la fede vince su tutto, anche sull’uomo, sulla sua intelligenza e sul progresso e che dunque vuole spingere l’essere umano a ritrovare quest’ultima in una società che si allontana sempre più da essa. Però è difficile, anche se si dovesse fare una lettura superficiale o non ci si volesse addentrare appieno nell’opera, reggere frasi come la seguente: “Ora, invece, ogni due mesi mi ritrovo a un passo dalla morte… eppure continuo a vivere, ma questa non è vita. Mi si costringe a vivere, come mi hanno costretta a nascere!” (Tratta dal racconto Judy Bow). In tutta sincerità condannare l’inseminazione artificiale e al contempo condannare la scienza per i suoi passi avanti (ma allo stesso modo non menzionarla per problemi un po’ più concreti come per la sua etica per quanto riguarda le sperimentazioni) è forse una scelta un po’ ruffiana non tanto per il pensiero in sé (che può comunque essere condiviso) quanto per il modo in cui viene proposto. La Petrino condanna l’uomo che sfida Dio, che vuole essere superiore, che non cerca in Lui una consolazione ed una sicurezza, ma è proprio questo il punto a cui l’autrice non arriva, la sfumatura che non coglie e invece che al giorno d’oggi è di fondamentale importanza (portando a classificare questi racconti un po’ anacronistici in certi frangenti) ovvero che non tutti cercano Dio e tutti non riescono a sentirlo. Ma non si può condannare un ateo, né tanto meno pensare che un uomo non possa trarre consolazione dalla scienza.  La visione dell’autrice è dunque l’aspetto su cui quest’ultima deve lavorare di più se in futuro vuole abbracciare un pubblico vasto e omogeneo, perché è (quasi) impensabile che un ateo possa apprezzare o condividere quanto scritto ed al contempo è difficile credere che un credente possa trarre giovamento da questi esempi. Nel complesso comunque, una lettura che per chi crede potrebbe risultare piacevole, mentre per gli altri potrebbe essere terreno fertile per numerosi dibattiti.

Claudio Fedele

 

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