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Recensione di The Brave – Ribelle

Recensione di The Brave – Ribelle

C’era una volta, tanto tempo fa, un gruppo di persone il cui sogno era quello di portare sul grande schermo storie, avventure, testimonianze di mondi paralleli o universi lontani abitati da macchine, giocattoli, mostri, piccoli robot e se ve li ricordate, aggiuntene pure altri. All’epoca questo si pensava fosse impossibile e quando nel 1995 Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli fu mostrato al mondo intero qualcuno gridò al miracolo, dato che tutta la pellicola era stata realizzata con la grafica digitale o se volete chiamarla in altro modo, computerizzata. Da allora se ne sono fatti di progressi e quella lampadina che saltella davanti a tutti noi in uno sfondo azzurro attorno alle lettere PIXAR non ha mai smesso di meravigliare ed esaltare e la Pixar Animation Studios è riuscita ad imporsi in questi anni come la miglior casa di produzione per lungometraggi (e corto metraggi, non dimentichiamolo mai!) realizzati solo ed esclusivamente con il computer. Sono trascorsi quasi 20 anni da allora, da quando tutto ebbe inizio e dopo i tanto amati Wall•e, Up, Gli Incredibili – una normale famiglia di supereroi e chi più ne ha più ne metta, nel 2012 tocca a The Brave – Ribelle a far capolino nelle sale di tutto il mondo. Rimane da vedere se esso sia un altro capolavoro, così da far dimenticare a tutti noi quel Cars 2 che da molti era visto come un campanello d’allarme e manifesto della crisi creativa, o un altro attestato che raffiguri la perdita di genialità e ingegno messa a nudo in tutti questi anni dalla casa californiana.

Ambientato nella Scozia medievale, con le sue terre e le usanze con annessi popoli stravaganti e magie, il film vede protagonista la giovane e ribelle Merida, abile arciera, il cui destino sembra segnato poiché, essendo una giovane principessa, lei dovrà andare in sposa ad uno dei tanti pretendenti del regno. Eppure Merida non ne vuole proprio sapere, nemmeno se a contrastarla è sua madre, la regina Elinor; la ragazza infatti non ha mai accettato di buon grado i compiti ed i doveri che dovrebbero far di lei un’eccellente principessa, preferendo la compagnia del padre (il re Fergus, un tipo alquanto bizzarro) e passando il suo tempo a cavallo in cerca di avventure e pericoli. Le cose prendono una piega inaspettata quando Merida, dopo aver saputo a chi dovrà andare in sposa ed essere sfuggita di casa in seguito ad una (delle tante) lite con sua madre, incontrerà una vecchia strega e chiederà a questa una formula magica.

Nel recensire The Brave ci troviamo davanti ad un bivio che si riassume in: contenuto o forma? Da una parte abbiamo una trama non particolarmente innovativa, incredibilmente lineare e senza alcun colpo di scena memorabile e possiamo benissimo dire che The Brave, sotto questo aspetto, è un film che riprende le tipiche avventure firmate Disney con cui siamo cresciuti fin dall’infanzia. Dall’altro lato della medaglia abbiamo una dimostrazione tangibile del potenziale artistico (e del nuovo motore grafico) che dispone la Pixar ed il risultato, sotto questo punto di vista, non ha alcun rivale. Sono bellissimi i momenti in cui vengono offerti i tanti panorami della Scozia ed i paesaggi riescono stupire non solo esteticamente, ma sopratutto per la cura al dettaglio a cui sono stati sottoposti. A prevalere su qualunque aspetto della pellicola sono, ovviamente, i capelli della protagonista, che sono così ben definiti e così realistici da strizzare l’occhio alla ormai frequente uso della Motion Capture, data la loro natura. Ribelli, colorati, bagnati o mossi dal vento non danno mai l’idea di essere un prodotto digitale e riescono sempre a stupire, proprio come le animazioni facciali dei personaggi (specialmente Merida) ed i loro movimenti.

Riprendendo dunque la domanda posta in precedenza, vogliamo focalizzarci su alcuni dei contenuti presenti in The Brave, come ad esempio la mancanza di un vero antagonista. Precisiamo che, come ogni film Pixar che si rispetti, più e più volte gli spettatori sono stati messi di fronte non a un vero “nemico” o “cattivo”, ma il team di John Lasseter ha saputo instaurare una sorta di ambiguità e approfondimento psicologico in quei personaggi che ostacolavano i protagonisti nelle loro avventure. Qui si è cercato da una parte di creare un ostacolo astratto (il rapporto tra madre e figlia, che racchiude un’importante messaggio nonché il cuore del prodotto) e dall’altra di usare un nemico “reale” fine a se stesso e adatto per i risvolti della storia. Il risultato è un po’ vago e talvolta superficiale, sebbene prenda in considerazione un tema profondo e attuale, non privo, assolutamente, di radici. Certo, l’impronta della Chapman si avverte nella sceneggiatura dato che il progetto era inizialmente nelle sue mani, ma con l’ingresso di Andrews pare proprio che la casa di Woody abbia preso il lungometraggio un po’ sottogamba e l’abbia infarcito a volte di una retorica un po’ gratuita. The Brave parla anche di due mondi, due culture che si incrociano e uniscono, quella legata alle tradizioni più barbare e quelle che portano in alto il vessillo della civiltà ed il prodotto finale di questo mix è ben calibrato e esilarante. Ci sono dei ovvi riferimenti, per non parlare nei titoli di coda di un chiaro riconoscimento, alla Apple e a Steve Jobs co-fondatore della Pixar Animation Studios. Il 3D è di ottimo livello,  con un’ottima profondità e ci sono tantissime sequenze ricche di effetti dove oggetti e personaggi sembreranno uscire dal vostro schermo, ma Ribelle può essere benissimo goduto in schermi 2D e forse dovrete vederlo due volte per apprezzare appieno alcune scene spettacolari, data la velocità con cui sono state girate.

Per quanto riguarda il doppiaggio in Italiano siamo su buoni livelli, ma non eccelsi visto che i dialoghi in lingua originale sono più curati e anche l’audio, se visto in inglese, ne guadagna. Buone la colonna sonora e le canzoni, alcune persino in lingua celtica.

Non c’è dubbio che The Brave – Ribelle sia un buon film, godibile e capace di intrattenere tutta la famiglia, eppure i suoi difetti li ha e persino tanti, vista la concorrenza di casa; vogliamo principalmente avvertire coloro che sono abituati ai tanti capolavori Pixar che questo non riprende la maestosità e la profondità vista in passato, ma riesce comunque a farsi valere, per svariati motivi tra cui, in primis, l’ottimo comparto tecnico ed artistico. Sebbene la pellicola non offra dal punto di vista contenutistico niente di eccezionale e non brilli per originalità è un comunque un prodotto di qualità, focalizzando l’attenzione dello spettatore su il rapporto complesso, quanto profondo, tra genitori e figli, in questo caso madre-figlia e proponendo un universo dove gli uomini sono talvolta stupidi e arroganti, al contrario delle donne, simbolo di eleganza, intelligenza e civiltà. Proprio come nel cielo, pieno di stelle e astri lucenti, The Brave rimane sì una stella, ma minore rispetto alle altre pellicole viste in questi anni e non arriva all’altezza di Up o di Wall•e. Si consiglia, comunque, a tutti coloro che sono interessati o incuriositi di addentrarsi in questa storia, non ne rimarranno delusi, bensì stregati e verrano trascinati dall’incredibile coraggio e vivacità di Merida, un personaggio davvero indimenticabile ed una arciera formidabile.

Claudio Fedele

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4
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