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Recensione di Warm Bodies

Recensione di Warm Bodies

Dopo il grande successo di Twilight era impensabile che la contaminazione dei generi non arrivasse a toccare un altro aspetto fondamentale del cinema Horror, ovvero lo zombie movie. La Summit, la stessa casa produttrice che ha realizzato la saga con protagonista il vampiro Edward e la giovane umana Bella ha fatto suoi, ancora una volta, i diritti del romanzo di Isaac Marion, per portare alla luce la pellicola Warm Bodies.

R. uno dei morti viventi che hanno invaso il pianeta Terra è in crisi esistenziale e sogna una vita normale. Afflitto dall’amnesia che attanaglia ogni zombie “vivente” e stufo di passare le giornate alla ricerca di cervelli da mangiare per la propria sussistenza, la sua vita da “non-morto” avrà una svolta quando s’imbatterà in July, un essere umano, nonché fidanzata di uno dei ragazzi ucciso da R. ed il suo gruppo. Sarà questo incontro a cambiarlo, ad innescare una serie di emozioni a lui sconosciute e a spingerlo a proteggere la giovane sconosciuta. July tuttavia è figlia del generale a capo dei superstiti il cui obbiettivo principale è quello di distruggere la piaga del XXI secolo per sempre!

A Jonathan Levine piace giocare con il prodotto che ha tra le mani, lo si capisce fin da subito e indubbiamente cerca un approccio che non vada in alcun modo ad intaccare o pretendere qualcosa dal genere horror, bensì cerca di usare quest’ultimo come base per costruire un qualcosa di semplice e poco ambizioso. Nel complesso, potremmo dire che Warm Bodies il suo lo fa e con “suo” intendiamo sottolineare come il film per noi non rientri nella fascia degli horror-movie, ma in quella delle love story, un po’ come era stato per Twilight un prodotto che se analizzato non per quello che apparentemente è, ma per ciò che è realmente non può certo essere condannato né criticato in toto. Va capito che queste pellicole usano come fondamenta dei film o generi su cui creare una storia che non ha molte pretese, una vicenda semplice e che se trova come complice una discreta regia (che di conseguenza non sia fatta di eccessi) ed una accettabile recitazione portano quest’ultime ad un livello accettabile di godibilità da parte di una gran fetta di pubblico. Detto questo se volessimo guardare Warm Bodies come un film sugli zombie e cercassimo i tanti aspetti che caratterizzano questo tipo di lungometraggi è indubbio che ne rimarremmo pienamente delusi. Nella pellicola ci sono abbastanza discrepanze, a volte scelte fatte senza una logica, a pensarci bene un po’ tutto il film è privo di logica, ma non vogliamo addentrarci oltre a questa analisi per non contraddirci e buchi di sceneggiatura davvero considerevoli. Ma è giusto pretendere tanto dal lavoro di Levine? Assolutamente no! Warm Bodies pone non più il vampiro come ideale romantico, ma il non-morto e sebbene telefilm come The Walking Dead ci abbiano abituato al dramma più totale in questi casi e per quanto l’idea di un amore necrofilo possa instaurarsi nella mente dello spettatore, suscitando in lui disgusto ed ilarità, durante la visione del film c’è da dire che se per 90 minuti comunque ci lasciassimo andare e spegnessimo il cervello assisteremo ad ogni modo ad una love story abbastanza piacevole con i suoi alti e bassi a cui piace citare Bob Dylan e Shakespeare.

Senza gridare al capolavoro, ma nemmeno scadendo nel totale banalismo Warm Bodies è film accettabile fatto per i ragazzi ed gli adolescenti che vogliono tornare a respirare le atmosfere che facevano da padrone ai film tratti da romanzi della Meyer. Sostituiti i boschi con un aeroporto in stato di abbandono, i cattivi con scheletri affamati e le tante abitazioni di una cittadina americana con le autostrade abbandonate con tanto di auto non più funzionanti la pellicola con protagonista Nicholas Hoult è un buon passatempo, se presa con la giusta dose di leggerezza. Ma se cercate qualcosa che vi avvicini al genere il nostro consiglio è quello di non iniziare con questo lungometraggio poiché non solo non avreste davanti un film zombie, ma magari cadreste anche nella vana illusione che questa tipologia di pellicole si basi su storie da teenager e banali seppur, all’interno come in questo caso, vi è concreta ironia che forse risulta essere il vero punto di forza della produzione. Detto questo, se cercate un vero film sugli zombie il nostro consiglio è quello di andare a cercare i capolavori dei veri autori di genere (e qui ve ne citiamo già uno: Romero) mentre se cercate una ottima parodia vi invitiamo caldamente a gustarvi L’Alba dei Morti Dementi.

Claudio Fedele

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