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Recensione di Rio 2 – Missione Amazzonia

Recensione di Rio 2 – Missione Amazzonia 

“Rio 2 punta tutto su il divertimento dimenticandosi di lasciar spazio ad una storia interessante”

Trama

Blu, Gioiel e i loro tre bambini vivono una fantastica vita domestica a Rio. Quando Gioiel decide che i ragazzi devono imparare a vivere da veri uccelli, insiste affinché la famiglia si avventuri in Amazzonia. Mentre Blu cerca di andare d’accordo con i nuovi vicini, tra i quali spicca il burbero suocero, dovrà lottare contro il timore di perdere Gioiel e i ragazzi, affascinati dal richiamo della natura.

Recensione 

Guardando Rio 2 il miglioramento concreto che subito salta all’occhio è quello legato, indubbiamente, al reparto tecnico ed ai miglioramenti grafici operati dai ragazzi dei Blu Sky Studios; dimenticatevi il primo capitolo, dove il 3D straordinario era riuscito a colmare lacune estetiche ed effetti speciali non proprio all’avanguardia, e lasciatevi trasportare dai colori sgargianti della nuova pellicola di Carlos Saldanha, già regista de L’Era Glaciale, che grazie ad un budget di gran lunga superiore riesce a cogliere ogni sfumatura, ogni movimento d’ali ed ogni dettaglio sul manto dei numerosi pennuti senza cadere mai in fallo o apparire artificioso.

Il nuovo Rio, sempre con protagonisti Blu e Gioiel (stavolta con prole al seguito) è senza tanti giri di parole un film che dal punto di vista estetico sorprende e ammalia in ogni momento, grazie ad inquadrature azzeccate e in alcuni frangenti molto furbe, riesce in continuazione a fare del 3D e delle animazioni un punto di forza continuo, facendo divertire e mettendo in mostra tutta una serie di avventure che uniscono moderata spettacolarità a siparietti comici ben orchestrati. 

Detto questo, però, il film non arriva a conquistare del tutto dal punto di vista narrativo, proponendo una storia eccessivamente banale, che sa un po’ di già visto e mai veramente accattivante. Esattamente come nel primo capitolo anche stavolta abbiamo di fronte un binomio che vede due universi, quello degli umani e degli uccelli, suddivisi a loro volta in due lati, da una parte ci sono i buoni e dall’altra i cattivi, che nei minuti finali del lungometraggio riescono a fondersi all’unisono per concludere in modo degno e sensato l’intera storia.

Quel che non funziona è proprio la suddivisione e l’eccessiva voglia di voler andare oltre le proprie capacità poiché non solo l’intero plot attinge pienamente dal primo atto, ma non riesce minimamente ad intavolare una battaglia tra le due parti degna di nota. Lo “scontro” tra umani è puramente rivolto alla conservazione delle specie e alla salvaguardia della foresta dell’Amazzonia, più o meno come nel primo Rio. La vera differenza è che adesso, oltre all’emergenza legata all’estinzione delle specie, si allega anche un senso di protezione verso la natura, il tutto realizzato affinché il messaggio eco-ambientalista arrivi allo spettatore. 

Il problema più grande è legato, tuttavia, ai toni eccessivamente leggeri della pellicola e al volersi fin troppo concentrarsi sulla vita, gli usi e costumi dei vari pappagalli; queste sequenze che vedono gli adorabili volatili protagonisti regalano sì divertimento, ma smorzano nettamente la minima tensione che ogni tanto si crea optando per un puro intrattenimento capace di divertire, rimanendo però sempre circoscritto ad una fascia infantile.

Rio 2 pur non avendo né la forza né le capacità di offrire una storia degna di nota rimane comunque godibile e mai banale, sebbene in alcuni momenti fin troppo poco originale. Nel dire questo vorremo sottolineare come la pellicola di Saldanha sia ricca di omaggi e faccia riaffiorare nella mente di chi la guarda miriadi di scene appartenenti ad altri film, come ad esempio il Re Leone, ove vi è un chiaro omaggio nei primi minuti, ma anche e sopratutto a pellicola come Jurassic Park di Spielberg o il più recente Avatar di Cameron ( che ne copia persino il finale e la morale).

Eccellenti, invece, le canzoni, le “coreografie”, l’uso della stereoscopia 3D e la colonna sonora diretta e scritta da John Powell, capace di amalgamare bene brani e suoni tipici brasiliani senza appesantire troppo il film.

Commento Finale 

Rio 2 – Missione Amazzonia è una pellicola senza dubbio divertente, capace di far ridere e sorridere i più piccoli ma priva di quella forza necessaria per essere accettata e apprezzata appieno anche dagli adulti. Se la Pixar è riuscita negli anni ad unire temi importanti a situazioni spassose diluite in tutte le maniere possibili, con tutti i personaggi possibili ed immaginabili, ai ragazzi di Blu Sky manca ancora quella genialità, quella miscela essenziale che permetta loro di fondere assieme questi due aspetti necessari per un ottima riuscita di una pellicola. Per molti punti di vista questo secondo capitolo di Rio è di gran lunga meno coraggioso del primo, si accontenta di assecondare quella parte del pubblico meno esigente pur dimostrandosi capace di intrattenere nel modo giusto e divertire; quel che davvero manca a questa coloratissima avventura è una storia degna di essere davvero raccontata e carica di interesse. Un film, dunque, carino, ma non eccelso, spettacolare e esteticamente impressionante ove ogni tanto riesce a ritrovare un po’ di genialità nei continui rimandi ai drammi di Shakespeare, qui parodiati in maniera egregia dal pappagallo Miguel!

Claudio Fedele

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