Avengers: La Decadenza di Joss Whedon
Il capro espiatorio è proprio Joss Whedon, fino a pochi giorni fa l’idolo dei nerds, il paladino del fumetto, colui il quale nel 2012 seppe dare alla luce una pellicola, parliamo del primo Avengers, non solo carica di scene spettacolari, ma sorretta da una storia capace di non far scivolare il blockbuster nel più scialbo intrattenimento, ove a spuntarla sarebbero state le tante, nonché ridondanti, scene di azione, i dialoghi poco ispirati o sequenze scontate, esattamente come sono gran parte dei film di Michael Bay: un ammasso di testosterone catapultato sul grande schermo o sul televisore di casa nostra per quasi 3 ore in pieno stile Transformers.
Sebbene non sia un fan sfegatato dei prodotti Marvel, né abbia, più di tanto, letto i numerosi albi da cui, parzialmente, le sceneggiature delle trasposizioni prendono spunto, ho tifato per Whedon, tre anni fa, rimanendo affascinato dalla sua creatività e dai rischi che quest’uomo ha corso nel realizzare un prodotto che vedeva invischiati non uno, né due, ma ben sei super-eroi. Oggi il cinema, persino quello commerciale e basato unicamente sull’intrattenimento su larga scala
Questo “particolare” rapporto, ad ogni modo, non si può identificare come una strada a senso unico, poiché anche il pubblico può dire la sua, non solo attraverso i risultati al botteghino, ma anche via twitter e facebook con commenti vari, osservazioni ironiche, critiche fondate e non.
E’ proprio di questi giorni, di fatto, la polemica che vede protagonista proprio Joss Whedon, realizzatore di Avengers – Age of Ultron, colpevole secondo molti fan di essere misogino e sessista (ed all’occasione antisemita e razzista). Quello che un tempo era considerato un guru della settima arte legata ai cinecomics adesso è preso di mira da una buona fetta di pubblico, ed in casa Marvel le cose non sembrano andare per il meglio.
Voci di corridoio, infatti, già da parecchi giorni chiarivano come la produzione di questo secondo capitolo dei Vendicatori fosse stata particolarmente travagliata, ove molti erano i problemi emersi tra i produttori ed il regista, in special modo per un paio di scene:
(a seguire SPOILER!)
La prima riguardava l’inserimento della famiglia dell’agente Clint Barton, Occhio di Falco (interpretato da Jeremy Renner), che, stando alle numerosi fonti, Whedon aveva molto a cuore ad inserire,al contrario dei dirigenti Marvel, non solo per dare una sfumatura più umana ai cari beniamini, ma sopratutto per dar maggior spazio al personaggio di Occhio di Falco, penalizzato nel primo film per la maggior parte del tempo e mai, fino ad ora, veramente protagonista sulla scena. La sequenza, secondo il nostro punto di vista, non nuoce assolutamente all’economia del prodotto,
Eppure, è proprio nel voler proporre un quadretto familiare “comune” a non essere andato a genio a molti, quasi a voler mostrare, per forza di cose, che una donna in veste di casalinga,
La seconda sequenza vedeva protagonista Thor e la sua scampagnata, molto random, ne Le Acque della Vista, quella che potremmo considerare la vera grande lacuna della pellicola per il modo in cui viene impostata. Il regista non voleva inserirla nella versione finale, a causa proprio di un montaggio tutt’altro che perfetto, ma le tensioni arrivarono a tanto da minacciare il film-maker di metter la scena qualora avesse voluto vedere anche l’altra sopra menzionata.
Quello che era parso un elemento (parzialmente) importante, volto a rendere più “umani” i nostri super-eroi a quanto pare non è stato apprezzato nemmeno dai più, perché, in effetti, nel mondo Marvel le donne non possono essere “normali” (però possono, anzi devono, essere salvate e sbavare sui pettorali dei vari eroi) e le casalinghe, giocoforza, sono proprio il perfetto emblema della sconfitta, da parte della donna, nella società moderna. Whedon, secondo i fans più incalliti, avrebbe così portato alla luce un moderno gineceo e non un qualcosa che ci porti a ricordare che non tutti i Vendicatori sono miliardari con schegge impazzite nel petto, Signori di Asgard o mostri color zucchina.
La polemica però non si è conclusa con questo specifico episodio, poiché i danni maggiori Joss li avrebbe fatti proprio nella rappresentazione della figura della Vedova Nera (Scarlett Johansson), a detta di molti l’unico elemento del gruppo mai indipendente, l’anello debole della catena, colei che se non viene salvata da qualcuno non potrebbe mai arrivare a fine giornata e timbrare il cartellino dinnanzi a gli occhi vigili di Nick Fury (ops, facciamo l’occhio!). L’elemento, in questo secondo atto, romantico, che vede Black Widow protagonista assieme a Bruce Banner (Ruffalo)
Che in questa manciata di parole sia nascosto l’odio puro di Whedon verso il sesso femminile sembra essere plausibile solo se tale frase viene estrapolata dal contesto ed interpretata in modo errato. La figura di Natasha, oltre ad essere l’unica donna nel gruppo ristretto degli Avengers, non è solo un elemento chiave per gli equilibri della storia, ma rappresenta anche l’importanza delle donne nel vasto universo Whedoniano, poiché la Vedova Nera è costantemente spronata a combattere assieme ai suoi “colleghi”, aiutarli ed alla fine andare in soccorso di questi, in special modo di uno in particolare, rischiando la propria vita con i proprio mezzi e coraggio, anche lei vittima e figlia di una società che l’ha plasmata a proprio piacimento, costretta ad agire e diventare un qualcuno che magari non sarebbe diventato, portatrice di un fardello pesante.
I neofiti dovrebbero, dunque, prendere coscienza del fatto che Whedon, fin dai primi anni che l’hanno visto dietro la macchina da presa del telefilm “Buffy – L’Ammazzavampiri”, ha sempre cercato nelle donne non solo il loro lato più forte, dandole sempre maggior risalto sullo schermo e “potere”, ma anche il loro aspetto più “umano”, da non intendersi, tuttavia, come più debole. Come sia possibile, davvero, attribuire la parola “misogino” ad un’uomo che ha creato la figura dell’eroina degli anni 2000 per eccellenza, Buffy Summers, rimane un mistero per chi scrive.
E quindi eccoci qui, a scrivere un articolo che non avrebbe motivo di esistere, una serie di parole che se fossimo dinnanzi ad un(a parte di) pubblico più sveglio forse non sarebbero nemmeno state pensate.
Non ci credete? Prendiamo l’esempio del sopracitato Transformers dove, nel secondo capitolo della saga, Megan Fox non fa altro che inseguire il suo spasimante Sam “#vattelaapesca” per tutto il mondo solo per farsi sentir dire “ti amo”, binomio di parole che a quanto pare stavano parecchio a cuore alla ex pupilla di Bay, visto che è proprio lei a ribadirne l’importanza ed il bisogno fin dalla prima scena.
“Salvare la terra? Ci pensano i robot, dopotutto sono qui per questo; io corro e sudo (rimanendo sempre bellissima) per avere la certezza che il mio ragazzo mi ama!”
Anche in Hunger Games, la intoccabile Jennifer Lawrence, inizia a vestire i panni, dal “Canto della Rivolta – Parte 1”, di un personaggio che al bene del popolo, mette in primo piano un bisogno personale, rendendosi in tal modo
Prendendo due esempi a caso, che purtroppo mi faranno odiare da molte persone additandomi, esattamente come Whedon, come un misogino, ci si rende conto che le accuse mosse, almeno per il sottoscritto, a Joss in questi giorni hanno un fondamento pressoché nullo, ma che tuttavia hanno dato i loro frutti ed hanno portato a delle drastiche conseguenze,
Di un autore come Whedon, capace di realizzare Buffy e Serenity, bisognerebbe averne molti al giorno d’oggi, se ne sente costantemente il bisogno, mentre delle pressioni delle grandi produzioni bisognerebbe sempre sentirne parlare meno, capaci di condizionare i lavori di chi li ha diretti o lasciare una impronta (negativa) molto più indelebile del film stesso. Che Age of Ultron sia un prodotto non all’altezza del primo e tutt’altro che perfetto è lampante. Esso non arriva a prendere posto nella cinquina dei Migliori Cinecomics e, se proprio bisogna essere sinceri, nemmeno tra i meglio riusciti degli ultimi 3 anni, per colpa di troppi tagli in fase di montaggio, scene mal collegate l’une alle altre ed una frenesia in certi punti estrema, a chiudere il cerchio vi è poi una sceneggiatura non brillante, ma da qui a lapidare con commenti di dubbio gusto un uomo che ha saputo dare una precisa direzione da intraprendere ai film Marvel degli ultimi cinque anni, direi che ce ne vuole, eccome!