Il lupo di Wall Street è il nuovo film diretto da Martin Scorsese e interpretato da uno scatenato Leonardo DiCaprio che veste i panni del famoso broker Jordan Belfort. Quest’ultima fatica di Scorsese racconta le ”gesta” dello stesso Jordan, uno dei più famosi broker di sempre di Wall Street ma non c’è presentazione migliore di quella che pronuncia lo stesso personaggio:
“Mi chiamo Jordan Belfort. L’anno in cui ho compiuto 26 anni, ho guadagnato 49 milioni di dollari, cosa che mi ha fatto incazzare, perché ne mancavano solo tre e avrei ottenuto una media di un milione a settimana”.
Possiamo ben dire che questa frase sia il ritratto del personaggio, siamo nel 1987 e Jordan si dedica alla professione di broker recandosi a New York ma non appena comincia la sua carriera, la borsa crolla e si ritrova senza lavoro. Così grazie alla sua fame e alla sua ambizione cerca di ritornare alla ribalta creando dal nulla una nuova società, la Stratton Oakmont, arruolando perlopiù spacciatori e malviventi e istruendoli sulle tecniche di vendita. Il piano riscuote successo e tramite vari illeciti finanziari e truffe ai danni degli investitori diventa in poco tempo ricchissimo. La sua società crescerà sempre più e la sua avidità pure ma tra alcol, orgie e festini a base di droghe ne combinerà di cotte e di crude finché la sua megalomania attirerà un po’ troppe attenzioni, in particolar modo quelle ”indesiderate” dell’FBI che gli darà la caccia.
Il film, tratto dalla stessa biografia di Belfort, rappresenta ormai la quinta pellicola contrassegnata dal sodalizio Scorsese- DiCaprio ed ha raccolto cinque nomination agli Oscar: miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Nelle nostre sale è uscito solo il 23 Gennaio ma nel frattempo, in attesa della notte delle statuette, DiCaprio si è già portato a casa il Golden Globe come miglior attore in un film commedia o musicale. Oltre al già citato protagonista troviamo altri nomi eccellenti come Matthew McConaughey, Jonah Hill, Margot Robbie e Jean Dujardin. Ma si tratta di un one man show perché Leo domina la scena e regge il tutto sulle proprie spalle con una performance encomiabile: in quel di Los Angeles staranno già pensando a qualche scusa o sarà la volta buona? Teniamo le dita incrociate!
Vendendo alle considerazioni sul film, la coppia Scorsese – DiCaprio colpisce ancora e fa il botto, in tutti i sensi! Il regista si reinventa e crea una sorta di ibrido a metà tra il grottesco e la commedia nera; ci sono numerose gag, talvolta ai limiti del demenziale, benché l’argomento come facilmente si intuisce non è dei più leggeri. In esso non c’è spazio per la morale e la redenzione, non ci sono filtri e il regista ci sbatte tutto prepotentemente in faccia. È sicuramente uno dei suoi film più sfrontati e irriverenti, probabilmente chi non ha un particolare senso dello humor od è particolarmente sensibile a scene di sesso sfrenato ovvero a cocaina party no stop odierà il film e visto e considerato che dura circa tre ore rimpiangerà profondamente di non esser rimasto a casa. Dunque non è film per tutti e non pretende di voler piacere a tutti, è dissacrante e provocatorio ma non è certo un caso. Scorsese ha volutamente esagerare per rendere ancor più l’idea di quell’onda anomala di perdizione dalla quale era stato inghiottito il protagonista.
Molti lo hanno criticato ritenendolo eccessivo soprattutto per il fatto che facendo impersonare Belfort da un divo quale DiCaprio si voglia in qualche modo mistificarlo o magari celebrarlo. Questa idea sarebbe frutto di un’interpretazione piuttosto superficiale poiché ad un’analisi più attenta è evidente che il regista, come già accennato in precedenza, non intenda fare paternali o rimproveri. Prende e butta dentro nel pentolone, mostra tutto per come è, rivelandoci il lato oscuro di Wall Street anche se a molti, il risultato finale, una volta assaggiato resta indigesto.
Alessio Nicolosi
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