27 Luglio 2024

È stato finalmente effettuato il secondo lancio ( ma il primo a scopo commerciale ) di Vega: un lanciatore che si può definire tutto italiano, perché l’Agenzia Spaziale Italiana ( ASI ) finanzia il    65 % del programma ed il progetto stesso, risalente ai primi anni ’90, nasce da un team d’ingegneri del gruppo Avio ( specializzato nella produzione di propulsori aerospaziali ) a Colleferro ( Roma ). Dopo il primo lancio del febbraio 2012 il razzo, progettato per portare in orbita piccoli e medi satelliti e fornire così all’Europa un’alternativa rispetto al razzo Ariane 5 ed al vettore Souyz ( che attualmente vengono utilizzati per inviare satelliti di grandi e medie dimensioni fino alla Stazione Spaziale Internazionale ), è partito due giorni fa dalla base di Kourou, nella Guayana francese, con

a bordo tre satelliti: il Proba – V, europeo, che verrà usato per la mappatura della vegetazione terrestre, il VDNERSat – 1, vietnamita, che servirà per la mappatura ottica della Terra per lo studio dei cambiamenti climatici, ed il satellite estone ESTCube – 1, un progetto realizzato da studenti universitari per compiere dei test sulla potenza propulsiva di una vela solare. Vega è composto da quattro diversi stadi: P80 è il primo di essi e l’unico ad essere stato progettato e realizzato in un programma separato rispetto al resto del lanciatore, per poter studiare eventuali utilizzi nella realizzazione di nuovi lanciatori Ariane; il secondo ed il terzo sono lo Zefiro 23 e lo Zefiro 9  ( i numeri indicano il peso originariamente previsto per i due stadi in tonnellate ) e l’ultimo è l’AVUM  ( Attitude and Vernier Upper Module ), che è responsabile dell’inserimento dei satelliti nelle loro orbite. I primi tre stadi sono alimentati da un propellente solido, mentre il quarto sfrutta un propellente liquido. Il sistema di guida è elettronico ed è stato progettato da Avio ed Elv per guidare interamente tutte le complesse manovre del lanciatore. Vega è in grado di eseguire con precisione il posizionamento di due satelliti in orbite diverse, cosa piuttosto rara in un lanciatore di “piccole” dimensioni. Anche in questa occasione il lanciatore è riuscito a piazzare con successo l’intero carico, fornendo una ulteriore prova della validità dei ricercatori italiani nel campo dell’ ingegneria spaziale; lo stesso Presidente del Consiglio Enrico Letta ha dichiarato: “Il successo del volo del lanciatore europeo Vega (progettato e costruito in Italia), avvenuto stanotte dalla base europea di Kourou, conferma come gli investimenti in ricerca e innovazione generino un modello  di Made in Italy ad alta tecnologia, che può e deve rappresentare volano per la crescita economica del Paese e dell’Europa, anche e soprattutto in epoca di crisi” in una nota rilasciata da Palazzo Chigi; inoltre il successo di Vega potrebbe rappresentare un passo avanti per gli altri lanciatori a disposizione dell’Europa: il sistema di propulsione usato per Vega, come già detto, potrebbe essere adatto anche al progetto del nuovo Ariane 6, che Avio vorrebbe proporre all’ESA ( l’Agenzia Spaziale Europea ). Questo è senza dubbio un evento da festeggiare, nonchè l’ennesima prova delle possibilità che i ricercatori e coloro che studiano per diventarlo possono offrirci per il futuro, se sapremo investire con intelligenza nel settore della ricerca, che invece viene spesso trascurato. Per ora posso solamente rallegrarmi del buon esito del lancio di Vega, augurandomi che questo nuovo e significativo successo porti finalmente ad una rivalutazione dell’importanza che la crescita nel settore scientifico potrebbe rivestire nella ripresa dell’economia della nostra nazione e che le parole del presidente Letta sulla nascita di un “modello made in Italy” di alta tecnologia possano avere un seguito, al contrario di quelle promesse di investimento e sviluppo economico che molti prima di lui hanno pronunciato, senza però riuscire a metterle efficacemente in pratica.


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Marco Romagnoli

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