30 Aprile 2024

Avengers: La Decadenza di Joss Whedon

10869325_591589580977275_2778898650041679518_oSu Avengers – Age of Ultron se ne stanno dicendo tante in questi giorni, troppe, e purtroppo, ci spiace ammetterlo, gran parte di queste calunnie, mascherate da soggettive osservazioni, hanno poco a che fare con il Cinema ed il cinecomics targato Disney/Marvel.


Il capro espiatorio è proprio Joss Whedon, fino a pochi giorni fa l’idolo dei nerds, il paladino del fumetto, colui il quale nel 2012 seppe dare alla luce una pellicola, parliamo del primo Avengers, non solo carica di scene spettacolari, ma sorretta da una storia capace di non far scivolare il blockbuster nel più scialbo intrattenimento, ove a spuntarla sarebbero state le tante, nonché ridondanti, scene di azione, i dialoghi poco ispirati o sequenze scontate, esattamente come sono gran parte dei film di Michael Bay: un ammasso di testosterone catapultato sul grande schermo o sul televisore di casa nostra per quasi 3 ore in pieno stile Transformers.

Sebbene non sia un fan sfegatato dei prodotti Marvel, né abbia, più di tanto, letto i numerosi albi da cui, parzialmente, le sceneggiature delle trasposizioni prendono spunto, ho tifato per Whedon, tre anni fa, rimanendo affascinato dalla sua creatività e dai rischi che quest’uomo ha corso nel realizzare un prodotto che vedeva invischiati non uno, né due, ma ben sei super-eroi. Oggi il cinema, persino quello commerciale e basato unicamente sull’intrattenimento su larga scalascarlett-johannson-black-widow (quello che permette alla major di incassare milioni e milioni di dollari in modo da produrre anche produzioni minori che solitamente gareggiano per gli Oscar) vive in modo diverso il rapporto con il proprio pubblico, grazie anche ai tanti social network e realtà virtuali, attraverso le quali è possibile vedere fin da subito quanto un lungometraggio attiri le persone o attraverso quali espedienti il marketing possa assicurare il successo, relativo, per un determinato film.

Questo “particolare” rapporto, ad ogni modo, non si può identificare come una strada a senso unico, poiché anche il pubblico può dire la sua, non solo attraverso i risultati al botteghino, ma anche via twitter e facebook con commenti vari, osservazioni ironiche, critiche fondate e non.

E’ proprio di questi giorni, di fatto, la polemica che vede protagonista proprio Joss Whedon, realizzatore di Avengers – Age of Ultron, colpevole secondo molti fan di essere misogino e sessista (ed all’occasione antisemita e razzista). Quello che un tempo era considerato un guru della settima arte legata ai cinecomics adesso è preso di mira da una buona fetta di pubblico, ed in casa Marvel le cose non sembrano andare per il meglio.

Voci di corridoio, infatti, già da parecchi giorni chiarivano come la produzione di questo secondo capitolo dei Vendicatori fosse stata particolarmente travagliata, ove molti erano i problemi emersi tra i produttori ed il regista, in special modo per un paio di scene:

 (a seguire SPOILER!)


10393913_10152795809612761_4453580388706672328_n

La prima riguardava l’inserimento della famiglia dell’agente Clint Barton, Occhio di Falco (interpretato da Jeremy Renner), che, stando alle numerosi fonti, Whedon aveva molto a cuore ad inserire,al contrario dei dirigenti Marvel, non solo per dare una sfumatura più umana ai cari beniamini, ma sopratutto per dar maggior spazio al personaggio di Occhio di Falco, penalizzato nel primo film per la maggior parte del tempo e mai, fino ad ora, veramente protagonista sulla scena. La sequenza, secondo il nostro punto di vista, non nuoce assolutamente all’economia del prodotto,The-Avengers-Jeremy-Renner-Hawkeyeanzi, permette agli spettatori di godersi un momento di pausa prima della fatidica battaglia finale, preparando il terreno per l’entrata in scena di un personaggio chiave (anzi, a dirla tutta sarebbero due, ma lasciamo a voi il piacere di scoprirli, altrimenti che gusto c’è ad andare in sala?).

Eppure, è proprio nel voler proporre un quadretto familiare “comune” a non essere andato a genio a molti, quasi a voler mostrare, per forza di cose, che una donna in veste di casalinga, 635560681070020292-AVENGERS-AGE-ULTRON-MOV-jy-1009-la moglie di Barton interpretata da Linda Cardellini, abbia un solo ed unico scopo nella vita: accudire i propri figli mentre il marito si fa in quattro per salvare il mondo.

La seconda sequenza vedeva protagonista Thor e la sua scampagnata, molto random, ne Le Acque della Vista, quella che potremmo considerare la vera grande lacuna della pellicola per il modo in cui viene impostata. Il regista non voleva inserirla nella versione finale, a causa proprio di un montaggio tutt’altro che perfetto, ma le tensioni arrivarono a tanto da minacciare il film-maker di metter la scena qualora avesse voluto vedere anche l’altra sopra menzionata.

Quello che era parso un elemento (parzialmente) importante, volto a rendere più “umani” i nostri super-eroi a quanto pare non è stato apprezzato nemmeno dai più, perché, in effetti, nel mondo Marvel le donne non possono essere “normali” (però possono, anzi devono, essere salvate e sbavare sui pettorali dei vari eroi) e le casalinghe, giocoforza, sono proprio il perfetto emblema della sconfitta, da parte della donna, nella società moderna. Whedon, secondo i fans più incalliti, avrebbe così portato alla luce un moderno gineceo e non un qualcosa che ci porti a ricordare che non tutti i Vendicatori sono miliardari con schegge impazzite nel petto, Signori di Asgard o mostri color zucchina.

La polemica però non si è conclusa con questo specifico episodio, poiché i danni maggiori Joss li avrebbe fatti proprio nella rappresentazione della figura della Vedova Nera (Scarlett Johansson), a detta di molti l’unico elemento del gruppo mai indipendente, l’anello debole della catena, colei che se non viene salvata da qualcuno non potrebbe mai arrivare a fine giornata e timbrare il cartellino dinnanzi a gli occhi vigili di Nick Fury (ops, facciamo l’occhio!). L’elemento, in questo secondo atto, romantico, che vede Black Widow protagonista assieme a Bruce Banner (Ruffalo) Avengers-Age-of-Ultron-Black-Widow-and-Hulkè stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, assieme alla fatidica battuta: “Sono stata resa sterile dal KGB per essere più letale e funzionale. Come vedi non sei l’unico mostro del gruppo”.

Che in questa manciata di parole sia nascosto l’odio puro di Whedon verso il sesso femminile sembra essere plausibile solo se tale frase viene estrapolata dal contesto ed interpretata in modo errato. La figura di Natasha, oltre ad essere l’unica donna nel gruppo ristretto degli Avengers, non è solo un elemento chiave per gli equilibri della storia, ma rappresenta anche l’importanza delle donne nel vasto universo Whedoniano, poiché la Vedova Nera è costantemente spronata a combattere assieme ai suoi “colleghi”, aiutarli ed alla fine andare in soccorso di questi, in special modo di uno in particolare, rischiando la propria vita con i proprio mezzi e coraggio, anche lei vittima e figlia di una società che l’ha plasmata a proprio piacimento, costretta ad agire e diventare un qualcuno che magari non sarebbe diventato, portatrice di un fardello pesante.buffy-xander-willow-giles-spike-anya-dawn-cordelia-angel-tara-oz-riley-joss-whedon-dvdbash03Perché il cuore di Age of Ultron è anche questo: lo sbaglio, da parte dell’uomo, di credere che il male venga sempre da fuori, e non dall’interno, dagli altri, in primis, e non da noi e dalle nostre azioni.

I neofiti dovrebbero, dunque, prendere coscienza del fatto che Whedon, fin dai primi anni che l’hanno visto dietro la macchina da presa del telefilm “Buffy – L’Ammazzavampiri”, ha sempre cercato nelle donne non solo il loro lato più forte, dandole sempre maggior risalto sullo schermo e “potere”, ma anche il loro aspetto più “umano”, da non intendersi, tuttavia, come più debole. Come sia possibile, davvero, attribuire la parola “misogino” ad un’uomo che ha creato la figura dell’eroina degli anni 2000 per eccellenza, Buffy Summers, rimane un mistero per chi scrive.

E quindi eccoci qui, a scrivere un articolo che non avrebbe motivo di esistere, una serie di parole che se fossimo dinnanzi ad un(a parte di) pubblico più sveglio forse non sarebbero nemmeno state pensate.megan1 Se guardiamo indietro, nel cinema di intrattenimento degli ultimi anni, vediamo veri e proprio esempi di personaggi femminili sfruttati o messi in cattiva luce, distrutti o lasciati a sé stessi, ma a quanto pare mai discussi o presi seriamente in considerazione.

Non ci credete? Prendiamo l’esempio del sopracitato Transformers dove, nel secondo capitolo della saga, Megan Fox non fa altro che inseguire il suo spasimante Sam “#vattelaapesca” per tutto il mondo solo per farsi sentir dire “ti amo”, binomio di parole che a quanto pare stavano parecchio a cuore alla ex pupilla di Bay, visto che è proprio lei a ribadirne l’importanza ed il bisogno fin dalla prima scena.

“Salvare la terra? Ci pensano i robot, dopotutto sono qui per questo; io corro e sudo (rimanendo sempre bellissima) per avere la certezza che il mio ragazzo mi ama!” 

Anche in Hunger Games, la intoccabile Jennifer Lawrence, inizia a vestire i panni, dal “Canto della Rivolta – Parte 1”, di un personaggio che al bene del popolo, mette in primo piano un bisogno personale, rendendosi in tal modo katniss-jennifer-lawrence-hunger-games-mockingjay-2014-billboard-650non solo antipatica, ma anche egoista. Dinnanzi alle difficoltà dei 12 distretti, alla morte ed alla distruzione che accresce attorno a lei, il suo volto si anima e si infiamma solo quando Peeta appare sullo schermo del televisore in una diretta da Capital City.

Prendendo due esempi a caso, che purtroppo mi faranno odiare da molte persone additandomi, esattamente come Whedon, come un misogino, ci si rende conto che le accuse mosse, almeno per il sottoscritto, a Joss in questi giorni hanno un fondamento pressoché nullo, ma che tuttavia hanno dato i loro frutti ed hanno portato a delle drastiche conseguenze,Joss-Whedon-770x442 non fosse per altro che lo stesso regista ha abbandonato il proprio profilo Twitter dopo numerose minacce personali.

Di un autore come Whedon, capace di realizzare Buffy e Serenity, bisognerebbe averne molti al giorno d’oggi, se ne sente costantemente il bisogno, mentre delle pressioni delle grandi produzioni bisognerebbe sempre sentirne parlare meno, capaci di condizionare i lavori di chi li ha diretti o lasciare una impronta (negativa) molto più indelebile del film stesso. Che Age of Ultron sia un prodotto non all’altezza del primo e tutt’altro che perfetto è lampante. Esso non arriva a prendere posto nella cinquina dei Migliori Cinecomics e, se proprio bisogna essere sinceri, nemmeno tra i meglio riusciti degli ultimi 3 anni, per colpa di troppi tagli in fase di montaggio, scene mal collegate l’une alle altre ed una frenesia in certi punti estrema, a chiudere il cerchio vi è poi una sceneggiatura non brillante, ma da qui a lapidare con commenti di dubbio gusto un uomo che ha saputo dare una precisa direzione da intraprendere ai film Marvel degli ultimi cinque anni, direi che ce ne vuole, eccome!

joss_whedon_cover_1Ricordiamoci i tempi di Thor, Captain America o del primo Spiderman (reboot), dove registi e produttori non sapevano da che parte andare, dove si temeva di fare pellicole di serie b, o incapaci di battere la concorrenza, incastrati nell’ottica di Nolan e del Cavaliere Oscuro ( che metteva a fuoco una certa serietà nella messa in scena) e nel bisogno di fare un prodotto che sapesse arrivare a tutti e divertire. Whedon seppe, nel 2012, dare un percorso da seguire, una impronta netta, un taglio preciso, nonché personale, che ha influenzato anche i lavori Marvel successivi. Come Edgar Wright, James Gunn anche Joss Whedon è un autore vero, ora iniziamo ad averne la riprova e per questo viene allontanato (meglio per noi, che si ama il cinema e non i film-giocattolo), egli se ne frega delle aspettative, della produzione e di cosa vuole il pubblico, gli è ovviamente riconoscente, ma agisce secondo una sua logica ben precisa, secondo un disegno più ampio, non è un mestierante, è una scheggia impazzita, un nerd che ha il mio rispetto, di quelli che sognano e non hanno i piedi per terra, (Icaro!), e purtroppo, questo suo ultimo progetto, gli ha fatto ricordare una cosa ben precisa, che bisogna ogni tanto posare l’armatura, smettere di volare, e ricordarsi di essere dei comuni esseri umani, anche quando hai tra le mani il blockbuster dell’anno, e la terra, proprio come la vede Ultron, è un pianeta crudele, (parte de)gli esseri umani lo sono, sopratutto verso sé stessi ed il prezzo da pagare è assai salato, anche quando sei il padre degli Avengers.

Show Full Content

About Author View Posts

Claudio Fedele

Nato il 6 Febbraio 1993, residente a Livorno. Appassionato di Libri, Videogiochi, Arte e Film. Sostenitore del progetto Uninfonews e gran seguace della corrente dedita al Bunburysmo. Amante della buona musica e finto conoscitore di dipinti Pre-Raffaelliti.
Grande fan di: Stephen King, J.R.R. Tolkien, Wu Ming, J.K. Rowling, Charles Dickens e Peter Jackson.

Previous GOLDONI: “Italia di m…are” ritorna il one man show di Paolo Migone
Next GOLDONI: oggi si ricorda la Shoah con “Corri ragazzo corri”

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close

NEXT STORY

Close

“+2 Accelerazione pericolosa”: la mostra fotografica di Fabrizio Sbrana sul cambiamento climatico

25 Febbraio 2023
Close