29 Marzo 2024

Ho atteso impazientemente pochi film in vita mia quanto il Grande Gatsby. Essendo un appassionato del genere appena sono venuto a sapere della realizzazione di questo film non vedevo l’ora che uscisse. Quando poi seppi che a interpretare il protagonista era Leonardo DiCaprio, uno dei miei attori preferiti, l’attesa si fece ancora più snervante. Il film, come spesso succede in questi casi, ha spaccato la critica in due. All’opera di Baz Luhrmann era affidato il compito di aprire il festival di Cannes ma alla fine della proiezione è stato accolto in maniera a dir poco fredda mentre al contrario sta riscuotendo un grande successo al botteghino.

Al di là di tutte le critiche negative, che ho avuto modo di leggere in questi giorni, ho trovato il film molto scorrevole per non parlare delle celebri feste che sono davvero spettacolari come anche le musiche, tutte usate molto bene e che accompagnano le scene rendendole contemporanee senza che si perda niente degli anni venti. Bisogna ammettere che stavolta l’intuizione del regista è stata notevole e l’uso di quelle musiche per rendere il film più vicino a noi è stata una scelta audace e vincente. Stavolta possiamo rendere merito a Luhrmann che si è rifatto da quel grande flop che è stato Australia. Il film in sé poggia tutto sulle spalle di Leonardo DiCaprio, autore di una performance immensa. Faccio fatica a immaginare questo film senza Leo, in poche parole lui è il film, sembra nato per interpretare Gatsby con tutte le sue paure, le sue preoccupazioni e le sue infinite sfaccettature. DiCaprio non è più il ragazzino che nei film recita la parte dell’idolo delle teenager, da tempo ormai è maturato ed è diventato un grandissimo attore e francamente dopo interpretazioni come quella di The Departed, Shutter Island, Inception, Django è uno scandalo che non abbia ancora ricevuto l’ambita statuetta. Che sia la volta buona? Ce lo auguriamo tutti perché nessuno più di lui la merita.


Per quanto riguarda gli altri personaggi sono un po’ piatti ma forse è anche dovuto al fatto che scompaiono dinanzi la bravura della star principale. Il Grande Gatsby come molti di voi sapranno è stato già trattato in altri film e questa è addirittura la 4′ versione. Per i primi due andiamo troppo in là nel tempo dunque per ovvi motivi neanche li citerò ma vorrei spendere qualche parola su quello del 1974. Non credo che sia giusto fare troppi paragoni perché sono due opere molto diverse. Lì Gatsby era interpretato da un mostro sacro come Robert Redford ma come già sottolineato DiCaprio fa bene il suo lavoro e non teme confronti. Venendo agli altri personaggi forse stavolta qualche peccattuccio è stato commesso ma nel complesso il risultato è soddisfacente.Per concludere l’analisi del film se dovessi dare un voto, darei un 7 e mezzo suscettibile di valutazione poiché la sfida più importante per un film ritengo sia quella del tempo ma al momento senza farsi prendere dai facili entusiasmi mi sembra più che onesta.

Per quanto invece concerne al libro non riesco proprio a fare a meno di dire qualcosa, è più forte di me. Credo che l’atmosfera generale che si respira dalle pagine sia stata resa perfettamente, niente da obbiettare, ma qualche scena che non è stata inserita, come del resto spesso accade, mi ha lascito un po’ contrariato. Ci sono degli episodi sul finale del libro che avrebbero meritato maggiore attenzione e che invece sono stati addirittura saltati. Per chi ama il libro forse si accorgerà che in effetti durante il corso del film, nonostante tutte le cose positive rilevate, ci sia qualcosa che manchi. Si avverte questa sensazione ma immagino che sia normale probabilmente per le grandi aspettative che si nutrono.

Mi piacerebbe però che tutti fossero consapevoli di alcuni temi che magari diversi possono aver frainteso. Qui non stiamo parlando della classica storia d’amore, qui siamo difronte alla condanna sociale di quel mondo aristocratico e dei loro comportamenti, della loro noncuranza verso gli altri. È un’ aspra critica di quei tempi che alla fine sono anche i nostri perché niente è cambiato o quantomeno tutto cambia per restare tutto uguale. Infine in tutto questo entusiasmo spero che il film serva a far avvicinare tutti quanti non l’abbiano ancora fatto al libro, poiché nessun film potrà mai sostituirlo.

 

Alessio Nicolosi

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3 thoughts on “Il Grande Gatsby – Recensione

  1. Davvero siamo di fronte a una condanna sociale? Secondo me la società c’entra, ma fino a un certo punto. Il cuore della storia di Gatsby, nel libro e nel film, è il sogno. Penso che il film sia di grande effetto proprio perché rende la sensazione, la trama sottile e preziosa di un sogno. Anche le musiche sono orientate in questo senso, se ci fai caso: quando le immagini sono dense, al rallentatore, partono i pezzi moderni; quando invece le scene rappresentano la realtà dei fatti si sente in sottofondo la musica d’epoca anni ’20. Insomma, la storia di Gatsby mette in evidenza come sia bello e insieme pericoloso vivere un sogno e quanto coraggio e quanta forza ci voglia per non confonderlo con la realtà. In fondo, Gatsby aveva ottenuto soldi e successo, ma il suo sogno di felicità sfuma proprio perché ne è troppo innamorato: ama una donna che non sa ricambiarlo, ma Gatsby non vuole, non può vederlo. Nelle ultime parole dell’amico, quando, salutandolo, gli dice che lui, Gatsby, è migliore di tutti loro, se proprio vuoi analizzarlo dal punto di vista sociale, puoi vedere al massimo una critica alla borghesia ipocrita e incapace di veri sentimenti. Il punto è che i sogni sono importanti, ma ancora più importante è aprire gli occhi, e vivere la vita davvero, non solo con l’immaginazione. Altrimenti diventa un circolo chiuso che non si alimenta e il sogno finisce, insieme alla vita.

  2. Si, quando parlavo della critica sociale mi riferivo proprio a quello. Io l’ho vista anche in questo senso: come appunto dicevi anche tu, per me è una critica all’alta borghesia, alla loro noncuranza verso gli altri e alla loro incredibile superficialità. Forse però il comportamento di Daysi deriva soprattutto dall’educazione che ha ricevuto, proprio perchè appartenente una certa elite. Elite di cui non fa però parte Gatsby (nonostante faccia di tutto per entrarvi) ed è per quello che è l’unico che riesce a stabilire un legame con Nick, l’unico a non ”disgustarlo”. Per il resto hai ragione il romanzo tratta fondamentalmente il tema del sogno americano e che Gatsby non riesce mai a svegliarsi e ad aprire gli occhi. Ma se vogliamo parlare della storia d’amore in sé io ci vedo anche un’altra sinossi nel libro: un uomo che ama così follemente una donna da perdere il senso della realtà, una donna che però evidentemente non merita neanche un briciolo di quell’amore.

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