27 Luglio 2024

I casi di politica interna più dibattuti e discussi nelle ultime settimane riguardano la vicenda di Quarto e la legge sulle Unioni Civili. I due temi, per quanto diversi possano sembrare, hanno in realtà qualcosa in comune, soprattutto per ciò che riguarda la questione etica e morale tanto idolatrata (ma mai applicata) dal sistema politico italiano.

La vicenda di Quarto. Il 21 gennaio si è chiuso il caso Quarto con l’ex sindaco Rosa Capuozzo (espulsa dal M5S il 12 gennaio) che ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino del comune campano. Al di là dei fatti, di cui si occuperà la magistratura, interessa qui sottolineare lo scontro dialettico e verbale tra i principali schieramenti politici, cioè tra PD e M5S. Tra le fila del Partito Democratico emergono le dichiarazioni del Premier Renzi, il quale afferma che “Il M5S non ha più il monopolio morale” e del Ministro per le riforme Boschi che parla di “M5S uguale agli altri partiti”. Per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, che si ritiene parte lesa nella vicenda di Quarto, le dichiarazioni si sono trasformate in attacchi al PD sotto forma di minuzioso conteggio del numero di politici indagati all’interno di quest’ultimo.


Come sempre, quando in Italia si verificano degli scandali all’interno dei partiti, si tira fuori la questione morale. Il problema, però, è che nel nostro paese la concezione di questione morale è distorta, e il più delle volte si tramuta in una futile “baruffa” in cui i partiti fanno i conti in tasca agli avversari, parlano di “poche mele marce che non intaccano il sistema politico” e fanno a gara a chi ha meno indagati all’interno delle proprie fila, come se tutto ciò servisse a tenere pulita la propria coscienza.

Quando si tratta di moralità e di etica le divisioni non giovano ma, anzi, ampliano il problema. In questi casi la politica non può e non deve dividersi; in questi casi la soluzione è l’intesa tra le forze politiche sia sul piano della lotta alle infiltrazioni mafiose sia sul piano della modifica e del rinforzo dei meccanismi di ingresso, selezione e controllo dei candidati. Solo con l’unione delle forze politiche, e non con lo scontro che apre solo ulteriori crepe in cui possono inserirsi le cosiddette “mele marce”, la questione morale, tanto decantata dalla politica, può dirsi risolta.

Unioni Civili. L’altro tema caldo degli ultimi giorni riguarda la legge sulle Unioni Civili. Lo scorso 23 gennaio alcuni esponenti di PD, M5S e Sinistra italiana hanno partecipato alla manifestazione “#svegliatitalia” organizzata da Arcigay. La manifestazione, composta da coloro che sono favorevoli all’approvazione del ddl Cirinnà, ha mosso circa un milione di persone. Sul fronte opposto, composto dai contrari all’approvazione della legge sulle Unioni Civili ci sono il centro-destra compatto e il centro, i quali parteciperanno il 30 gennaio al Family Day, manifestazione volta alla difesa della cosiddetta “famiglia tradizionale”.

Anche in questo caso la politica è divisa. Stavolta però non c’entra la questione morale, ma in gioco c’è qualcosa di più importante: i diritti civili dei cittadini. Essere contrari alle Unioni Civili significa negare dei diritti fondamentali che appartengono alla persona umana. Su questi temi lo scontro ideologico è dannoso, inutile e perfino fastidioso. Gli schieramenti politici non possono negare dei diritti fondamentali solo per far contenta una parte del loro elettorato. Sulle Unioni Civili non deve esserci battaglia, ma intesa. Le inutili faide tra cattolici e laici , tra conservatori e riformisti e, più in generale, tra destra e sinistra in questi casi dovrebbero lasciare spazio ad un’intesa unanime, intesa che si è già concretizzata in tutti i paesi dell’Unione Europea.

Qual è, allora, il comune denominatore tra la vicenda di Quarto e la legge sulle Unioni Civili? Il punto comune riguarda il senso di responsabilità e la mancanza di intesa su temi fondamentali del nostro sistema politico. La politica italiana deve capire che non sempre ci sono vincitori e vinti, non sempre deve esserci lo scontro ideologico e che il buonsenso a volte deve prevalere sulle richieste di una parte dell’elettorato.

Su alcuni temi, come i due presi in esame, la politica deve essere unita e responsabile, deve remare nella stessa direzione e deve lasciare da parte gli scontri per far spazio al dialogo costruttivo che porti a soluzioni condivise volte al massimo ampliamento dei diritti civili e sociali dei cittadini italiani.


Se un giorno avremo dei politici onesti, una politica trasparente e pulita e una legge che permetterà a due persone che si amano di sposarsi non sarà una vittoria di un singolo partito o di un singolo schieramento, ma sarà una vittoria di tutti e per tutti. Quando avremo un sistema politico che su temi quali i diritti civili e l’etica politica dialogherà alla ricerca dell’intesa allora potremo definirci ciò che oggi crediamo di essere ma che ancora non siamo: un paese civile.

 

 

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Francesco Cristallo

Nato a Firenze il 24 novembre 1991, laureato in Studi in Comunicazione alla facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. Ad oggi sono iscritto al corso di laurea magistrale in Strategie della Comunicazione Pubblica e Politica.

Simpatico, estroverso, socievole, romantico, playboy e sportivo. Io sono l'esatto opposto.

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