LIVORNO – Nell’ambito del contest Obiettivo Livorno – Scatta la città: Scorci di Vita Livornese, l’Associazione Uni Info News si è prefissata tra gli “obiettivi” quello di far conoscere da un punto di vista artistico tutti i partecipanti, così che coloro che ci seguano possano dare uno sguardo all’artista che è dentro ognuno di loro.
Questa sera intervistiamo Fabrizio Razzauti, che ringraziamo calorosamente per le risposte e a cui auguriamo un forte in bocca al lupo!
Quando fai una foto cosa provi?
Dipende dalla situazione in cui scatto e dal tipo di fotografia, generalmente il fine è cercare di realizzare qualcosa che resti, un segno.
Preferisci come soggetti le persone o i paesaggi? Perchè?
Nella fase di approccio alla fotografia preferivo paesaggi con totale assenza umana e still life, poi è cambiato qualcosa e mi sono appassionato al ritratto e alle situazioni di vita.
Propendi più per una macchina analogica o digitale? Quali pensi siano i vantaggi e gli svantaggi?
Sono figlio di photoshop, ho iniziato a lavorare o meglio giocare su questo programma all’età di 14 anni per la tipografia di mio padre; l’avvento delle fotocamere digitali mi ha permesso di approcciare definitivamente al mondo della fotografia, tuttavia rimpiango non aver iniziato con l’analogica che indubbiamente è maestra assoluta, soprattutto per la tecnica di base.
Pensi che Livorno sia una città culturalmente attiva? E con una certa attenzione per l’ambito fotografico?
Penso che a livello culturale dobbiamo fare ancora molta strada, sarebbe opportuno ripartire con una educazione appropriata dalla scuola e quindi dalle nuove generazioni: un progetto unico ma importante. A livello artistico su Livorno, fra i tanti improvvisati, non mancherebbero i talenti, spesso con idee geniali, ma devono essere indirizzati affinché siano conosciuti oltre le mure cittadine. Quest’ultimo discorso si applica anche all’ambito fotografico.
Cosa ne pensi dell’uso che si fa quotidianamente dei social per pubblicizzare o pubblicare le fotografie? Che ne pensi di Instagram?
Stai parlando con un Instagram Addicted, quindi lascio a te le conclusioni… Una cosa però devo dirla, nella quantità enorme di fotografie che affolla il web sarebbe opportuno distinguersi con qualcosa di nuovo e originale o quantomeno (visto che ormai tutto è stato inventato) distinguersi, riprendere vecchi progetti e metterci del proprio attualizzato.
Per te scattare le foto è più una questione “tecnica” o di impulso?
Preferisco estetica e tecnica, in genere le mie immagini sono sempre studiate, quando scatterò di impulso, riuscendo a trovare la perfezione tecnica, mi potrò definire un fotografo.
Livorno offre sia paesaggi suggestivi che scenari tipici di una città come tante altre, alcuni anche con sfumature ricche di decadenza. Sei più attratto dai primi o dai secondi?
Il fatto di essere livornese e conoscere i paesaggi suggestivi indubbiamente mi fa propendere verso la seconda, le foto cartolina di Livorno ormai sono ben note; per questo mi piacerebbe dare il mio contributo o meglio, il mio punto di vista su scorci apparentemente insignificanti e renderli interessanti.
Qualora tu dovessi arrivare tra i dieci selezionati per la votazione finale del Contest, cosa rappresenterebbe per te il laboratorio fotografico indetto dal Comune?
Indubbiamente un modo per accrescere il mio bagaglio culturale e lasciare qualcosa di mio per questa città che rimanga nel tempo; il sogno sarebbe sviluppare il mio progetto #polaroidsbagliate e la serie #poncilivornesi.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al nostro Contest Fotografico?
La voglia di far vedere Livorno alla mia maniera.
Matteo Taccola
e
Claudio Fedele
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