27 Luglio 2024

True Detective (2×02)

Night Finds You


Il mondo di Nic Pizzolato è estremamente affascinante, un universo capace di catturare, intrigare, inquietare e affascinare; qualunque siano le emozioni riscontrabili nei confronti della società nata dalla mente di quest’ultimo, resta il fatto che rimanere impassibili dinnanzi a tutto ciò è quasi impossibile. Un anno fa, il giovane scrittore americano, che aveva dato alle stampe tempo addiet430894_MKT_PA_TrueDetective_S2_Colin_PO2ro il romanzo Galveston (cittadina di cui si fa una piccola menzione nella precedente stagione), aveva stregato gran parte di noi con il primo capitolo antologico di True Detective, portando alla luce una storia che per gran parte della durata era riuscita ad esaltare con quei risvolti noir e thriller.

Tornare dietro a quella macchina di fama e notorietà quale è appunto la nuova serie della HBO non deve essere stato facile, ma se qualcuno (compreso il sottoscritto) nutriva, nei giorni scorsi, dei dubbi sulla riuscita di questa seconda stagione, dei detective del gettonatissimo canale privato made in USA, con l’appena rilasciato secondo episodio, mandato in onda in contemporanea grazie a Sky Atlantic, dovrà caldamente ricredersi e fare ammenda delle proprio insinuazioni e pregiudizi. Se, infatti, è vero che il confronto con la prima stagione rimane ancora lontano, ed a questo punto risulta sterile persino pensare di continuarlo a fare, poiché si rischia seriamente di rovinarsi l’esperienza di questo nuovo atto, dall’altro lato è bene si inizi ad entrare nell’ottica di idee che Nic Pizzolato sappia il fatto suo, rivelandosi uno sceneggiatore abile, dotato di una mente brillante capace di riuscire nella genesi di un mondo noir così vicino alla realtà odierna da appartenerci in toto e con cui familiarizzare non diventa poi così difficile, ma, anzi, si rivela essere la cosa più naturale che ci possa saltare in testa.

Il segreto, o la condanna per alcuni, di questa nuova stagione è infatti l’ambientazione, non tanto inedita, va detto, quanto però proposta sotto una chiave di lettura originale e d’autore. Se infatti, nella regia, sotto il profilo tecnico questo secondo episodio diretto da Justin Li non si rivela esaltante, ma comunque compatto e ben costruito, è nella storia, ma soprattutto nella atmosfera malsana e febbrile di L.A. che True Detective, ancora una volta, rivela le sue più grandi potenzialità. Cantieri, fabbriche, condotti pieni di liquami velenosi, seguiti dalla compagnia di ragazzi disadattati che giocano a pallone accanto a tubi di scarico e fogne, sono tutti elementi che fanno colpo nello spettatore, che riempiono di particolari una cittadina, quella fittizia di Vinci, che brulica di malavita e disordine, prostituzione e violenza.

In fondo, stando alle parole di Raymond Velcoro (C. Farrell) questo è “il mondo che ci meritiamo” e possiamo fare ben poco per cambiarlo, mentre questi, con il suo cinismo, può in pochissimo tempo cambiare noi, nel profondo.

Night Finds You è una puntata particolare nella quale non ci sono sequenze esaltanti, né sparatorie come qualcuno si aspettava dopo alcune dichiarazioni o trailer, ma dove è tutto concentrato in una panoramica di sguardi ed indagini, corruzione e interrogatori che aggiungono piccoli tasselli ad un puzzle che acquista sempre più importanza, analizzato sotto diversi lati e sfumature, che magari in alcuni frangenti si rivelano essere leggermente prolisse, sebbene, tuttavia servano a dare sempre più spessore ai quattro protagonisti, i quali si caricano di elementi capaci di colmare la loro psicologia e naturale elevandoli, piano piano, a personalità a tutto tondo.

Costantemente intrisi di quella pessimistica disperazione, non più cosmica o filosofica come era insita in Rust, ma derivata da disagi sociali, i nuovi personaggi di True Detective iniziano finalmente a muoversi, nel modo giusto, sorretti da una regia true-detective-season-2-rachel-mcadamsche mescola sapientemente le carte e strizza l’occhio a quei momenti lenti che hanno fatto da cardine all’esordio di questo telefilm un anno addietro.


Il colpo di scena finale, che fa vibrare le corde emotive di un qualunque fan che si rispetti, sebbene appaia un po’ telefonato, se visto ed analizzato con oggettività, nel complesso funziona e aggiunge quell’alone di mistero esoterico (che già nella prima puntata ci ricordava la simbologia cara a Edgar Allan Poe, David Lynch e Stephen King), evidenziando un inedito ed angosciante timore per i risvolti futuri e le sorti di uno dei protagonisti; un elemento, questo, di cui non vi sveliamo niente per non rovinarvi la sorpresa, che incredibilmente bene si sposa con un’indagine altamente pericolosa che ha nel mirino il mondo del porno, della malavita americana alla Lebowsky e i traffici loschi della Miami Vice di Michael Mann, condita da inquadrature dall’alto di una L.A. pericolosa e piena di gas di scarico nocivi, capaci di creare una inconsistente nebbia, quasi fossimo in una metropoli dell’Inferno dantesco, nella città di Dite e non nel paradiso di Venice o nella contea di Santa Monica.

Voto: 8 (su 10)

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Claudio Fedele

Nato il 6 Febbraio 1993, residente a Livorno. Appassionato di Libri, Videogiochi, Arte e Film. Sostenitore del progetto Uninfonews e gran seguace della corrente dedita al Bunburysmo. Amante della buona musica e finto conoscitore di dipinti Pre-Raffaelliti.
Grande fan di: Stephen King, J.R.R. Tolkien, Wu Ming, J.K. Rowling, Charles Dickens e Peter Jackson.

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