26 Aprile 2024

Ha fatto molto scalpore, in questi giorni, un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo relativo al (caldo) tema dell’immigrazione. Questo post riprende le parole del capogruppo M5S del consiglio comunale di Torino Vittorio Bertola. Egli propone essenzialmente 4 cose semplici: limitare i permessi di soggiorno, istituire meccanismi (non ben precisati) di rimpatrio forzato dei migranti non aventi diritto di asilo, snellire la procedura per i ricorsi contro il diniego dell’asilo, maggiore sorveglianza nei centri di accoglienza (con ovvie critiche poco sottili alle “coop rosse”).

Risultando all’orecchio come la versione elegante di un discorso di un leghista medio, buona parte dell’opinione pubblica (quella antirazzista ovviamente) si è indignata contro i “fasciogrillini che copiano Salvini”. Non è mia intenzione discutere nel merito di queste proposte, mentre invece vorrei porre l’attenzione su un dato particolare riguardante proprio il Movimento stesso. Sostenere che tutti i grillini siano di estrema destra, almeno nei contenuti ideologici se non nei riferimenti politici, è indubbiamente azzardato. La maggior parte degli “squadristi da tastiera” che attaccano quotidianamente chiunque critichi i 5 Stelle sono, spesso e volentieri, solamente persone esaltate dalla efficace comunicazione del Blog di Beppe Grillo.


Ma un’ulteriore prova di quello che dico si può ritrovare  nel fatto che, tempo addietro, il Movimento 5 Stelle si è trovato, in parlamento, a votare per l’abrogazione della Bossi-Fini e, nel blog di Beppe Grillo, più del 60% degli iscritti votò a favore dell’abrogazione di tale legge. Non ho la pretesa di sostenere quindi che i grillini non siano razzisti, però si può dire che non lo sia più di un iscritto su due. Non si può negare che, per una formazione politica che si dichiara svincolata da qualsivoglia ideologia, non è poco.

Ed è proprio questo il punto: il Movimento 5 Stelle è riuscito a ritagliarsi uno spazio politico molto ampio, tale da mandare in crisi quel barlume di bipolarismo che si era instaurato dalla nascita di Forza Italia nel 1994, solo perchè ha offerto un programma politico il più possibile trasversale e facendo leva su un argomento che non ha colore politico (o almeno non dovrebbe) per definizione, ossia l’onestà, oltre che su un capro espiatorio facilmente individuabile e, anch’esso, apolitico, ossia i politici in generale (inutile ricordare che anche i militanti pentastellati eletti in parlamento non amano farsi chiamare “politici”).

Ci sono temi “caldi” però che non è possibile affontare seguendo una visione completamente non ideologica ed uno di questi è sicuramente l’immigrazione. Sul perchè questo tema, in Italia, stia così tanto a cuore all’elettore medio non ne discuterò in questa sede, però il fatto è che è un argomento che fa salire o scendere bruscamente, nei sondaggi elettorali, i politici che lo affrontano. In particolare, nel nostro paese, dove l’immigrazione viene percepita dal 67% degli elettori come un problema serio, è ovvio che l’ideologia dominante, almeno su questo tema, è conservatrice ovvero, in certi casi, reazionaria.

Questo Casaleggio e Grillo lo sanno benissimo ed è sotto gli occhi di tutti: basta vedere la rapida ascesa di Salvini nei sondaggi elettorali. Non trovo quindi così strano che sul blog pentastellato compaiano post del calibro di quello sopracitato. Se i militanti del Movimento non sono tutti razzisti (e comunque ci sono e basta leggere i commenti sul post suddetto per rendersene conto), è vero però che Grillo dimostra solamente di voler raccogliere più voti (e più visualizzazioni sul sito?) possibile. E non sembra porsi troppi problemi nel calpestare la volontà dei propri iscritti e dei propri parlamentari per farlo (quando i 5 Stelle votarono l’abrogazione della Bossi-Fini, Grillo scrisse questo post). Ciò che, a dire il vero, mi stupisce di più è che gli stessi militanti sembrano non accorgersene, ma questa è un’altra storia.

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Davide Motta

Ho 19 anni, sono di Livorno e studio economia a Roma. Sono appassionato di politica, e filosofia. La mia "dichiarazione di poetica" si può riassumere in una frase di Feuerbach: "Non è Dio ad aver creato l'uomo, ma l'uomo ad aver creato Dio".

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