27 Luglio 2024

Con una serie di 4 articoli vogliamo raccontare, a scopo divulgativo, i risultati di una ricerca condotta durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative 2019 a Livorno per la mia tesi di laurea. La ricerca si è basata sulla raccolta e l’analisi dei dati sulle attività effettuate durante la campagna elettorale dai candidati sindaco, dai partiti e dai quotidiani online sui principali social network, soprattutto su Facebook. Qui potete leggere il primo articolo. In questo secondo articolo parleremo del contesto della città di Livorno, con un’analisi puntale della campagna elettorale offline, i risultati dei flussi elettorali e la corsa alle preferenze, per comprendere meglio ci aiuteranno anche le mappe realizzate da me, Luigi Marri e Giulia Guarnieri.

 

L’analisi dei flussi elettorali di Livorno 2019

Le elezioni amministrative del 2019 a Livorno hanno visto una competizione elettorale tra 9 candidati alla guida della città, 17 liste e ben 493 candidati per la composizione del consiglio comunale. Già considerata dal punto di vista dei numeri questa competizione può sembrare molto frammentata. Tuttavia, a frenare questa tendenza c’è una legge elettorale che premia le coalizioni o i singoli partiti che hanno preso più voti, rendendo poco incisiva l’azione dei partiti minori. Infatti, l’elezione diretta del Sindaco con la possibilità di un doppio turno e un premio di maggioranza di 2/3 alla coalizione vincente (dunque a Livorno 20 consiglieri su 32) fa sì che da una parte ci sia un vincitore certo e in grado di governare da solo, mentre dall’altra parte che il restante 1/3 dei seggi sia ripartito con un metodo proporzionale. In questo modo sono avvantaggiati i candidati consiglieri che, all’interno di una lista che ottiene molti voti, riescono a prendere più preferenze.


La tendenza di considerare maggiormente attrattive le liste favorite dai sondaggi è emersa fin dall’inizio della campagna elettorale: infatti se dovessimo trovare una data ufficiale di inizio alla competizione, sarebbe senz’altro la sera del 5 aprile 2019, dove si è tenuto il primo confronto pubblico tra i quattro principali candidati alla guida della città, alla presenza di oltre 300 persone organizzato proprio da noi di Uni Info News. Questa tendenza si rifletterà anche nel voto dei cittadini.

Ad ogni modo se l’inizio della campagna elettorale è da considerarsi il 5 aprile 2019, la data di chiusura ha coinciso con il voto per il ballottaggio del 9 giugno 2019, ma già il 26 maggio, in cui si è svolto il primo turno, lo scenario che si delineava era già chiaro, se non fosse per alcune incognite, tra tutte, quella più importante è proprio il ballottaggio: la coalizione a sostegno di Salvetti era data come probabile vincitrice al primo turno fin dall’inizio, ma la questione principale non era sul primo posto, ma sul secondo.

Infatti l’8 maggio 2019 viene diffuso dal quotidiano online Qui Livorno un sondaggio della società di ricerca Simurg che prevedeva un sostanziale testa a testa per il secondo posto tra il Movimento Cinque Stelle (addirittura con il 22,5%) e la coalizione di centrodestra (con il 19,5%).

La paura più diffusa nella coalizione di Salvetti era quella di un’eventuale ripetizione del ballottaggio del 2014, dove il Movimento Cinque Stelle con il 19,16% dei consensi riuscì a battere il centrosinistra grazie all’apporto anche degli elettori del centrodestra e di alcune civiche. Questa paura animerà tutta la campagna elettorale, con delle ripercussioni di rilievo sulla comunicazione via social media, che analizzeremo nel seguito. Un altro punto critico è la possibilità di una mobilitazione dell’elettorato di centrodestra trainato dalla presenza costante di Matteo Salvini nei mezzi mediatici era più che concreta. Nonostante i punti di incertezza espressi in precedenza, il primo turno si è concluso il 26 maggio 2019 con i risultati indicati nella tabella 1.

Guardando ai risultati del primo turno, la coalizione a sostegno di Luca Salvetti ha vinto con circa il 35%, un consenso tuttavia inferiore a quello ottenuto dalla coalizione nel 2014. Il candidato di centrodestra, Andrea Romiti, ha ottenuto circa il 27%, e la possibilità di concorrere per il secondo turno.

Sia Buongiorno Livorno che il Movimento Cinque Stelle hanno registrato un importante calo nei consensi rispetto al 2014. L’unica forza politica che invece è cresciuta considerevolmente rispetto alle precedenti elezioni è la Lega, e in generale tutto il centrodestra, che ha raddoppiato il proprio elettorato rispetto al 2014, come indicato nella Tabella 2.


I numeri riportati in tabella evidenziano un dato importante: sommando le variazioni negative tra loro e togliendo dalla somma il numero della variazione totale dei voti espressi tra 2019 e 2014 (cioè 1.941), otteniamo il risultato della variazione tra 2019 e 2014 del centrodestra, cioè quei 10.496 voti in più. Questo significa che gran parte dei voti persi dalle altre liste sono confluiti nel centrodestra.

Riguardo all’esito del voto del primo turno è doveroso rivolgere l’attenzione all’elaborazione grafica dei risultati dei quattro principali candidati sezione per sezione, di cui vediamo un confronto nella Figura 1. Queste mappe infatti possono aiutarci a capire l’efficacia della campagna elettorale e dei temi trattati anche a seconda delle problematiche dei differenti quartieri o degli interessi e attitudini politiche delle diverse classi statistiche di popolazione, ad esempio le classi di età, di status sociale e così via.

Figura 1 – Confronto tra i risultati dei quattro principali candidati sindaco al primo turno divisi per sezione elettorale.

Legenda: a sinistra in alto il risultato di Salvetti, a destra in alto Romiti, a sinistra in basso Sorgente e a destra in basso Bruciati.

Per quel che attiene agli elementi di contesto è interessante notare i differenti radicamenti territoriali dei partiti: ad esempio la destra vince sia nei quartieri del centro, dove sono più sentiti i problemi derivanti da sicurezza, decoro urbano e immigrazione, ma anche nei quartieri sud come Ardenza Terra, Montenero Basso e Quercianella, dove il tenore medio di vita degli abitanti è più alto. Questa dinamica, è ancora più evidente nella Figura 2 dove sono confrontate le sezioni vinte da Salvetti con quelle vinte da Romiti.

Salvetti vince in molti quartieri in modo abbastanza trasversale, ma al contrario di molte previsioni vince anche nei quartieri popolari a nord e nella periferia a sud-est. Riguardo il Movimento Cinque Stelle invece possiamo dire che seppur non vincendo in nessuna sezione, conserva una base ben radicata oltre il 12% in modo trasversale su tutto il territorio.

Figura 2 – Confronto tra le sezioni vinte da Salvetti e quelle vinte da Romiti.

Il 9 giugno 2019 i livornesi hanno votato per il ballottaggio tra Salvetti e Romiti, con un quadro degli schieramenti che non ha visto apparentamenti tra le liste, ma un appoggio aperto a Luca Salvetti da parte di Buongiorno Livorno, Potere al Popolo, Per Livorno Insieme e Livorno in Comune.


I risultati, riportati nella Tabella 3, ed elaborati graficamente sezione per sezione in Figura 3, evidenziano una grande variazione dei voti in favore di Luca Salvetti: ben 13.683 voti in più rispetto al primo turno.

Figura 3 – Confronto tra le sezioni vinte da Salvetti e Romiti tra 1° e 2° turno.

Riguardo questa variazione c’è un altro dato molto importante da considerare: l’affluenza alle due tornate elettorali. Seguendo il trend che dagli anni ’80 in poi vede l’affluenza in calo progressivo di anno in anno, anche le amministrative 2019 a Livorno sono in linea con questo trend negativo: 62,56% al primo turno (2% in meno rispetto al 2014) e 50,02% al secondo turno (quasi invariata rispetto al 2014).

Figura 4 – Confronto tra affluenza divisa per sezione elettorale tra 1° e 2° turno.

Le due affluenze sono confrontate in Figura 4 divise per sezione elettorale, e basandosi sullo stesso approccio usato per le mappe dei risultati dei candidati, è possibile capire dove, e dunque in base a quali problematiche del territorio o classi sociografiche, l’affluenza sia stata minore. Certamente un’affluenza così bassa è uno dei segni più evidenti dello “scollamento” tra gli attori della politica e i cittadini nella Toscana “rossa”, dove la classe dirigente erede del PCI, che era il maggior partito di integrazione di massa, ad oggi non ricopre più il ruolo di guida e integrazione politica subculturale e sociale, con una comune rappresentazione di norme, credenze e valori. Il mutamento dei processi di legittimazione tradizionali, ha aumentato dunque il grado di disaffezione tra i cittadini e la politica, influenzando negativamente l’affluenza alle urne. Resta il fatto che sia difficile comprendere questo trend negativo dell’affluenza senza considerare tutta la complessità degli elementi propri dell’evoluzione dello scenario della comunicazione politica avvenuto negli ultimi anni.

Tornando però alla variazione dei voti tra primo e secondo turno, vale la pena considerare lo studio effettuato dalla società di ricerca YouTrend sui flussi elettorali a Livorno. Nella Figura 5 è possibile osservare la variazione dei flussi di voto tra primo e secondo turno: questa immagine ci offre un’idea del dove provengano principalmente i 13.683 voti presi in più da Salvetti al secondo turno.

Figura 5 – I flussi di voto a Livorno tra 1° e 2° turno.

È un considerevole numero degli elettori di Bruciati che vota compatto per Salvetti, mentre da rilevare è anche l’astensionismo dell’elettorato del Movimento Cinque Stelle, che si è astenuto quasi totalmente, non influenzando di fatto l’esito del ballottaggio. Ecco allora che possiamo provare anche graficamente la tesi di YouTrend servendoci di un’altra mappa, quella riportata in Figura 6: il confronto tra il risultato del Movimento 5 Stelle al primo turno e la variazione dei voti tra primo e secondo turno.

Da questo confronto appare evidente la coincidenza tra le due mappe, confermando l’ipotesi di YouTrend sull’astensione del Movimento 5 Stelle al secondo turno. Di conseguenza è possibile ritenere verificata anche l’ipotesi di YouTrend, secondo cui gran parte dei 13.683 voti in più per Salvetti derivino proprio dagli elettori di Bruciati.

Figura 6 – Confronto tra la variazione dell’affluenza (differenza tra 1° e 2° turno) e il risultato del M5S al 1° turno.

Le dinamiche elettorali finora evidenziate sembrano confermare l’ipotesi di “scollamento” tra elettori e cittadini nella Toscana “rossa”, dove il partito erede del PCI cioè il PD, ha perso il ruolo egemone di collante socio-politico tra la classe politica e cittadini elettori, in questo caso è allora giusto considerare quello delle elezioni amministrative 2019 a Livorno come un caso sia di volatilità elettorale intra-blocco che extra-blocco. Riguardo il primo concetto, definito come lo spostamento degli elettori all’interno dello stesso settore dello spazio politico, è evidente come questi flussi avvengano nel centrosinistra come nel centrodestra.

Con riferimento invece alla volatilità extra-blocco, definita come quella parte di elettori che è uscita dal blocco politico di provenienza per spostarsi in un altro, è evidente come soprattutto il centrodestra abbia raccolto numerosi consensi da altri blocchi politici (il riferimento è alla Tabella 3).

In conclusione, analizzando i risultati, possiamo dire che, nonostante le volatilità elettorale extra-blocco, la strategia di Salvetti è risultata vincente non per un fattore isolato, ma per una serie di scelte di pianificazione e strategia politica, che hanno trovato manifestazione nello stile comunicativo della campagna elettorale, influenzando il risultato a suo favore. Al contempo Romiti, favorito al primo turno dalla volatilità extra-bocco, è riuscito ad arrivare al secondo turno ma per una serie di fattori non è riuscito ad attirare il consenso necessario per cambiare l’esito del voto. Sorgente e Bruciati invece, entrambi in calo ma comunque radicati sopra il 10% dei consensi, sono rimasti esclusi dal secondo turno.

Questa analisi di contesto è necessaria per comprendere i fattori di partenza e l’esito della campagna elettorale dei quattro principali attori politici, al fine soprattutto di analizzare al meglio la competizione elettorale vista dai social media e capire quali siano le scelte strategiche e comunicative che hanno condizionato l’esito del voto. Tuttavia per avere un quadro ancora più completo è necessario soffermarci sulla “seconda faccia” del voto, e condurre un’analisi sulle preferenze espresse per i candidati al consiglio comunale. Inutile nascondere che la competizione online ha riservato diverse sorprese.

 

Le preferenze per il Consiglio Comunale

C’è un’altra variabile che può dirci molto sulle dinamiche di contesto che hanno influenzato la campagna elettorale sui social media nelle amministrative 2019 a Livorno. Sempre di più infatti, gli studi del settore hanno associato la crescita del ricorso al voto di preferenza con il grado di clientelismo in un dato contesto elettorale. Questa dinamica, che può essere descritta soltanto attraverso l’osservazione dell’andamento delle preferenze, è importante, perché può dirci quale sia il tipo di voto predominante: se un voto di appartenenza, un voto di opinione, oppure un voto di scambio. Tra questi il voto di appartenenza è stato il fenomeno predominante nelle regioni a subcultura politica “rossa” come la Toscana, in cui i partiti avevano un grande peso dato dalla struttura burocratica, dal radicamento territoriale, dall’enfasi ideologica, e dunque ha arginato il diffondersi di un tipo di voto clientelare, basato sul potere personale e individuale.

Oggi lo studio delle preferenze ci può aiutare a capire il grado di individualizzazione della politica, che rappresenta il movimento dei cittadini verso i singoli candidati delle liste. In particolare il sistema elettorale, con l’espressione di una o due preferenze, purché di genere, sembra già andare nella direzione di un’individualizzazione o micro-personalizzazione del voto, tuttavia per avere conferma di questo trend è importante studiare i dati, che possono dirci molto sulla forza mobilitante delle liste in competizione, sul loro radicamento territoriale e sul grado di individualizzazione. Alle elezioni amministrative del 2019 a Livorno le preferenze espresse per i consiglieri sono state 24.282, a fronte di un totale di 80.800 voti alle liste.

Un’analisi seria sulle preferenze che vada in tal senso non può prescindere dall’applicare ai risultati due indici: l’indice di preferenza (IP) e l’indice di competitività (IC).

Il primo (IP) mette in relazione il totale delle preferenze espresse con il totale dei voti di lista moltiplicato per due (tenendo conto della possibile preferenza di genere). Il secondo (IC) invece indica la concentrazione delle preferenze nei due candidati più votati nella lista di riferimento: il valore più elevato, cioè uno, indica la massima concentrazione attorno ai due candidati, mentre valori bassi corrispondono ad un’alta competitività interna. È evidente che il primo indice IP deve essere corretto con la possibilità della preferenza di genere permessa dalla legge elettorale, mentre il secondo IC no. 


Nella Tabella 4 sono riportati gli indici IP e IC delle singole liste candidate alle elezioni amministrative 2019 di Livorno, mentre nella Figura 7 è riportato un confronto grafico tra le medesime liste, ordinato per valori crescenti dell’indice di preferenza.

Attraverso questi dati sono possibili una serie di valutazioni: in primo luogo l’indice di preferenza totale di Livorno è la metà dell’IP totale della Toscana nelle elezioni regionali del 2015, il che indica da una parte un basso radicamento generale della mentalità delle preferenze a Livorno, ma anche la bassa diffusione di un tipo di voto clientelare e basato sull’individualizzazione (intesa come movimento degli elettori verso i candidati nelle liste elettorali), circostanza che confermerebbe un maggiore peso del voto di appartenenza.

Una conferma di questo dato ce la forniscono anche gli indici di preferenza delle singole liste: infatti tra le liste con gli IP più bassi troviamo proprio i partiti maggiori, soprattutto il Movimento Cinque Stelle, la Lega e il Partito Democratico, ma anche Buongiorno e Potere al Popolo, che restano al di sotto dello 0,20. Un indice di preferenza basso indica un buon radicamento territoriale delle liste, in quanto gli elettori scelgono di dare il voto alla lista e non al candidato. Per niente sorprendente è al contrario l’alto IP nelle liste civiche, che in molti casi raddoppiano le liste maggiori, indice di una più marcata individualizzazione del voto e di un minore radicamento territoriale.

Con riguardo all’indice di competitività, fatta eccezione per alcune liste come Futuro, in cui anche il logo del partito riporta i nomi dei due principali candidati Giovanna Cepparello e Andrea Raspanti, nelle maggior parte delle altre liste non è emersa un’eccessiva concentrazione dei voti in pochi candidati, questo significa che la corsa alle preferenze è stata segnata da una buona competitività interna alle liste, indice anche questa di un buon radicamento territoriale, soprattutto dei partiti maggiori, e di un minore grado di individualizzazione del voto.

In conclusione possiamo dire che dall’analisi del contesto in cui si sono svolte le elezioni amministrative 2019, così come dall’osservazione del voto di preferenza, emerge chiaramente il permanere di un buon grado di radicamento territoriale da parte dei principali partiti, circostanza che rende più debole il tentativo da parte dei candidati di ricercare supporto esterno in campagna elettorale o di optare per una strategia di individualizzazione del voto. Se questo sembra essere valido per il voto alle liste, soprattutto per quelle maggiori, dall’altra parte la legge elettorale, oltre al sistema delle preferenze, prevede un altro strumento a forte impatto democratico: l’elezione diretta del sindaco. In presenza di questo strumento, la competizione elettorale per il sindaco differisce da quella per l’elezione dei consiglieri comunali, in quanto è più probabile condizionare negativamente la mobilitazione elettorale per appartenenza e spingere maggiormente sulla personalizzazione del voto, intesa come movimento degli elettori verso i leader politici, cioè i candidati sindaco.

 

Nei prossimi articoli

Nei prossimi due articoli, che pubblicheremo nei giorni a seguire, verranno analizzati:

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