9 Dicembre 2024

In vista delle elezioni per il Consiglio Regionale Uni Info News ha deciso di intervistare alcuni candidati. Oggi pubblichiamo l’intervista a Monica Pecori, candidata al consiglio regionale per il Movimento Cinque Stelle.

Iniziamo con una breve presentazione, qual è stato il suo percorso politico che oggi l’ha portata a candidarsi come consigliera regionale per il Movimento Cinque Stelle?


Pur seguendo il movimento da sempre, ho iniziato la mia attività all’interno del M5S di Livorno due anni fa, contribuendo alla stesura del programma elettorale delle amministrative 2014 per la parte sanitaria. Come componente del tavolo regionale M5S sanità e politiche sociali ho partecipato alla stesura del programma per le elezioni regionali; per questo motivo ho proposto la mia candidatura a consigliera regionale agli iscritti al blog di Beppe Grillo ed  ho raggiunto il numero sufficiente di voti per accedere alla composizione della lista.

Dal suo curriculum vitae e dalla sua presentazione sul blog del Movimento 5 Stelle spicca chiaramente, tra i temi a lei più cari, quello della sanità pubblica, è così? Se si, cosa non va nella sanità Toscana e cosa si potrebbe migliorare?

La gestione sanitaria, per la riforma del Titolo V della Costituzione dal 2001 è diventata materia prettamente regionale; le riforme operate dalla Regione Toscana mascherano di fatto una privatizzazione sempre più spinta, attuata mediante il blocco delle assunzioni del personale, necessario a far funzionare i reparti e i distretti territoriali; si giustifica così come necessaria la riduzione degli stessi mediante accorpamenti dei reparti, reintroducendo il “modello per intensità di cure” (già abbandonato perchè improduttivo in paesi europei ed extraeuropei), le chiusure dei distretti e dei piccoli ospedali, scavalcando oltretutto la direttiva nazionale che riduce i posti letto a 3,7 ogni 1000 abitanti e portandola arbitrariamente a 3,15 con punte di sofferenza che raggiungono anche il 2,19 come nel caso di Livorno. La conseguenza è l’intasamento dei reparti superstiti, della gestione dell’emergenza nei Pronto Soccorso, l’aumento delle liste di attesa per la diagnostica e i ticket sempre più esorbitanti che spingono il cittadino a rivolgersi sempre di più al privato, vero beneficiario delle riforme in atto. 

È necessario introdurre prima di tutto la partecipazione dei cittadini alle riforme della sanità: illustrare con trasparenza le motivazioni di eventuali modifiche e che dovranno preventivamente  richiedere  il consenso degli stessi prima della loro attuazione. In particolare, è necessario che la sanità torni ad essere pubblica, accessibile e gratuita, mediante l’eliminazione degli enti inutili, quali ad esempio le società della salute e i benefici al privato operati con le esternalizzazioni dei servizi e le convenzioni. E’ necessario ripristinare un giusto rapporto tra  posti letto ma soprattuto un numero di operatori sufficiente a garantire prestazioni rapide ed efficienti, salvaguardare il territorio con l’implementazione dei servizi territoriali. La spesa sanitaria toscana assorbe il 70% del bilancio regionale e in essa è compresa anche la spesa per la prevenzione, che a nostro avviso deve diventare prioritaria proprio per evitare gli stati di malattia. Il nostro programma sanitario è a costo zero, le risorse ci sono, basta solo la volontà di pensare al cittadino e non al profitto, la salute non è una merce.

Nel parlare di sanità Toscana non si può ignorare la vicenda del buco di bilancio nella Asl di Massa. Qual è il suo pensiero a riguardo?

I 400 milioni spariti nel nulla frutto del dissesto finanziario della Asl di Massa, appurato dalla guardia di finanza e maturato in più’ anni di gestione dal 2004 al 2009, sono sicuramente un esempio di pessima gestione della cosa pubblica e i cittadini ne hanno pagato da subito le conseguenze, tramite i tagli delle prestazioni e l’aumento dei ticket sanitari (basti pensare ad esempio ai10 euro richiesti per il ritiro del CD radiografico). Il direttore generale Delvino è stato assolto ma è stato condannato il direttore amministrativo Giannetti che agli inquirenti ha detto di aver subito delle pressioni dal presidente della Regione, quando era ancora assessore alla sanità, per ridurre la spesa e allo scopo di occultare il disavanzo dei conti dell’azienda sanitaria; il giudice Alessia Solombrino ha motivato l’assoluzione di Delvino ma ha concluso: «Appare francamente difficile non immaginare che effettivamente i vertici della giunta regionale ignorassero sia le anomalie di bilancio e le perdite accumulate nel corso degli anni, proprio a partire dal periodo in cui il legislatore nazionale aveva introdotto strumenti normativi finalizzati ad una maggiore responsabilizzazione delle Regioni e ad un più penetrante sistema di controlli della situazione economico finanziaria del Servizio sanitario regionale, sia la consistente crisi di liquidità di alcune aziende sanitarie ed il progressivo allungamento dei tempi di pagamento dei fornitori, posto che i crediti che le Asl maturano sul punto nei confronti delle Regioni non si traducono mai in trasferimenti effettivi di somma». 


Parliamo di Livorno. Quasi un anno fa Nogarin veniva eletto sindaco, in questo anno di mandato una delle critiche più forti mosse dalle forze di opposizione al Movimento Cinque Stelle livornese è di avere molta inesperienza nell’amministrare la “macchina comunale”, altri nel Movimento (e non) addossano invece le responsabilità alle “macerie” lasciate dalle amministrazioni di sinistra, lei cosa si sente di rispondere in tal senso? 

La nuova amministrazione è composta da cittadini incensurati che prestano il loro tempo per un tempo limitato alla gestione della cosa pubblica, contrariamente alle altre forze politiche che utilizzano la politica come un lavoro a tempo indeterminato che li allontana da qualsiasi contatto con il territorio e la loro continua deriva ne è un chiaro esempio. La nuova amministrazione ha la prerogativa di migliorare ma un chiaro segnale di diversità è stato ad esempio lo stop al nuovo ospedale e allo scioglimento della società della salute, inutile carrozzone mangiasoldi pubblici.

A proposito di Livorno e sanità, come giudica l’idea dell’amministrazione precedente di voler costruire il nuovo ospedale a Montenero? Secondo lei perché questa volontà era così forte? E come valuta invece le scelte fatte dal sindaco Nogarin il tal senso? 

La storia dei nuovi ospedali viene da lontano, da quando nel 2002 la Regione pubblicizza come necessaria la costruzione di 4 nuovi ospedali a Prato, Pistoia, Lucca e Massa. Le costruzioni si attuano mediante il “project financing” mirabilmente svelato dagli studi dell’Ing. Ivan Cicconi e ripreso anche nel libro di Daniele Rovai “La nuova sanità toscana” dove si spiega chiaramente il meccanismo per il quale il privato interviene economicamente per un terzo e poi beneficia per decenni della gestione dei servizi accessori pagati dal pubblico. Nel 2009 l’amministrazione livornese giustifica la necessità di costruire un nuovo ospedale anche a Livorno adducendo problematiche strutturali di obsolescenza facilmente risolvibili con una semplice ristrutturazione, anche a fronte della riduzione dei posti letto già in atto, proponendo la costruzione su un terreno di proprietà comunale  (il terreno che attualmente ospita la RSA “Pascoli”), con una spesa di 266 milioni di euro alla quale il privato avrebbe contribuito con 81 milioni e ne avrebbe ricavato una rendita di 33 milioni di euro per 34 anni, la Regione avrebbe contribuito con 130 milioni attingendo dal fondo di rotazione che avrebbe dovuto essere poi ripristinato mediante la vendita di parte del vecchio ospedale e dei distretti territoriali della ASL. E’ chiaro a tutti che la volontà di un nuovo ospedale a Livorno era giustificata solo dalle scelte politiche di favorire il soggetto privato come già avvenuto per i 4 ospedali toscani, senza una dimostrazione dell’effettiva necessità e dell’effettivo vantaggio per la cittadinanza, che si espresse all’epoca con un netto NO al nuovo ospedale tramite un referendum che poi non fu preso in considerazione dall’amministrazione dell’epoca per mancato raggiungimento del quorum. La scelta operata dal sindaco Nogarin rispetta in pieno il programma elettorale, nel quale è stato ribadito con forza il NO al nuovo ospedale; l’alternativa è quella di terminare la ristrutturazione già in atto del vecchio ma soprattutto spingere per l’ottimizzzazione dei servizi andando contro la politica regionale dei tagli al personale, ai posti letto e alle tecnologie.

Ci sono altri temi che ha particolarmente a cuore e sui quali si adopererà in consiglio regionale qualora dovesse essere eletta?

I temi sono tutti strettamente legati: lavoro, ambiente, salute, salvaguardia territorio. Il lavoro si crea su un territorio sano, libero dalle sostanze inquinanti prodotte dalle attività industriali, dagli inceneritori, presenti nelle discariche, che avvelenano una popolazione sempre più inerme e soggetta a malattie degenerative e tumorali. Una nuova occupazione  si potrebbe creare ad esempio con le bonifiche dei terreni inquinati, con una strategia di prevenzione  dei rifiuti (politica “rifiuti zero”) e con una ecosostenibilità agricola mediante l’incentivazione dell’agricoltura biologica e all’incentivo della biodiversità, allo lo sviluppo efficace del turismo, alla salvaguardia delle coste, sempre più oltraggiate dalla cementificazione dei nuovi porti. Il nostro territorio ha ancora molto da offrire ma è necessaria una politica nuova che guardi meno al profitto e più al cittadino.

Facendo un appello agli elettori, perché un cittadino toscano dovrebbe votare il Movimento Cinque Stelle ed in particolare proprio il Suo nome?

Il M5S è un insieme di cittadini che si riprendono ciò che la vecchia politica ha tolto loro: il diritto di partecipare attivamente al bene comune nell’interesse della collettività; tutti i cittadini possono, anzi devono, attivarsi per questo; il M5S è aperto a tutti e i candidati come me e come i cittadini già eletti e presenti nelle istituzioni, sono e si faranno portavoce delle istanze che provengono dai territori dai quali auspico una sempre più attiva partecipazione. Io, come gli altri candidati presenti nella lista M5S siamo incensurati e rinunceremo ad oltre la metà dello stipendio che sarà destinato ad un fondo per aiutare i cittadini toscani, come già stanno facendo i nostri parlamentari con il fondo destinato alle PMI. Votare il M5S è votare noi stessi ed io non chiedo di votare me come persona ma come componente di una lista a 5 stelle; io metterò a disposizione passione e conoscenze come gli altri candidati toscani.

Uni Info News ringrazia Monica Pecori per l’intervista e le fa i suoi migliori auguri per queste elezioni, nell’attesa dei risultati.

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