19 Marzo 2024

#FilmoftheWeek è la rubrica con cui vi consiglio un film a settimana. Qui vi parlo dell’ultimo film di Valerio Mieli, Ricordi?, presentato alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

I film devono lasciarti qualcosa dentro, devono smuovere le corde del tuo inconscio. Non è detto che accada sempre, sia chiaro. Però quando succede, il film in questione merita indubbiamente una menzione.
È per questo che oggi recensisco, e vi consiglio, Ricordi? – pellicola di Valerio Mieli, opera seconda, a nove anni di distanza dal suo esordio cinematografico con Dieci Inverni (2009). Un film che mi ha letteralmente lacerato l’anima, al punto da dovermi prendere qualche giorno di “distacco” per poterci scrivere sù due righe.


Ma partiamo dall’inizio. Di cosa parla il film? Ecco, ce lo suggerisce il titolo. Parla della forza dei ricordi. Anzi, mi sembra più corretto dire che si tratta di un film interamente strutturato sui ricordi, attraverso una continua alternanza di flashback che ci “strattonano” tra presente e passato. Tra quello che era e quello che è. Abbiamo davanti una qualsiasi storia d’amore. Una trama di fondo tanto semplice e banale che il regista sceglie addirittura di non dare un nome ai suoi protagonisti. Sono solo Lui e Lei. Anzi, diciamolo meglio. Sono un Lui e una Lei in cui qualsiasi spettatore può ritrovarsi. E credo che la forza del film stia proprio in questo, nell’empatia di cui è imbevuta tutta la vicenda. Impossibile non sentirci partecipi di questa storia. Sia per la delicatezza con cui è raccontata, sia per il montaggio così frenetico e coinvolgente con cui è costruita, sia per la bravura dei protagonisti, Luca Marinelli e Linda Caridi, completamente calati nei loro personaggi.

 

Ricordi?

Quello che il film ci racconta è molto chiaro: in ogni storia esistono almeno due punti di vista. E questo vale anche per i ricordi, di cui Lui e Lei hanno versioni spesso completamente opposte. Nella prima scena, in cui viene descritto il loro primo incontro, Lei ricorda una serata di festa su un isola, una serata allegra, animata dal vociare degli ospiti e da una musica molto alta. Alle immagini del ricordo di Lei, si alternano quelle di Lui: subito la musica si affievolisce, diventando appena un sottofondo, le luci sono cupe e, se prima Lei indossava un vestito bianco, adesso ne indossa uno rosso. E così, una continua alternanza di immagini, di ripetizioni delle stesse scene sotto diversi punti di vista, per tutto il film.

Ma allora dove sta la verità? Ecco, il punto della storia è che la verità sta nel mezzo. Che i ricordi dei due innamorati, che vivono la loro relazione dall’idillio iniziale fino alla inevitabile rottura, sono filtrati da ciò che hanno provato lungo il percorso. Il dolore porta a cancellare, la nostalgia a modificare i ricordi, a modellarli sotto luci diverse. Il punto è che i ricordi non sono molto affidabili, o almeno non nel senso di una fedele ricostruzione del passato. Piuttosto sono un indizio chiaro su ciò che proviamo adesso, nel presente. Ad esempio – e questo ce lo suggerisce sempre il film – quando smettiamo di provare rancore, immancabilmente la mente ci suggerisce ricordi belli, piccoli frammenti di serenità, e ridimensiona tutto quello che un tempo ci sembrava irrisolvibile. Irrecuperabile. I ricordi ci dicono molto di più su quelli che siamo ora, piuttosto che su quelli che eravamo.

 

Ricordi?

La fotografia, poi, rappresenta un altro incredibile pregio del film di Mieli. Innanzitutto è funzionale alla comprensione della trama, perché fin dall’inizio ci suggerisce che, mentre le scene più luminose e colorate rappresentano i ricordi di Lei, quelle cupe e tinte da colori freddi ci indicano il punto di vista di Lui. E questo incanala anche l’essenza stessa dei personaggi di questa fortissima storia d’amore. Lui, insegnante di Storia Romana all’università, perennemente malinconico e tenebroso, legato al proprio passato d’infanzia in maniera quasi morbosa. E poi Lei, insegnante di fisica alle superiori, sempre raggiante, sempre sorridente e dotata di una forza emotiva incredibile – e il perché ce lo spiega, quando dice di non potersi concedere il lusso di essere triste, di non poter crollare mai pur di dare sempre forza e sostegno al suo compagno. Due persone così diverse, ma così intimamente legate. E tutto il loro amore ruota attorno al ricordo della loro storia.

Ricordi?

C’è una scena, una scena in particolare che sento di dover menzionare. Ovvero quella in cui Lui, in un momento di grande sconforto, entra in una profumeria e, avvicinando ogni bottiglietta di profumo al naso, ricorda un frammento diverso della sua vita. Ecco, io lo sapevo già che Luca Marinelli fosse un attore eccezionale. Ma vi assicuro che la carica emotiva che è in grado di trasmettere in questi pochissimi minuti di film è qualcosa che raramente si vede sul grande schermo. Questa scena arriva come una freccia in mezzo al petto, ti trapassa da parte a parte. E poi, chiudendosi, ti lascia con una carezza.

Non so dirvi se, guardando questo film, trarrete le mie stesse conclusioni. Questo perché Ricordi? ha una chiave di lettura estremamente personale. Per cui, quello che vi lascerà la pellicola di Mieli avrà sicuramente a che fare con ciò che avete vissuto, con le emozioni che questa storia vi riporterà in superficie. Io, personalmente parlando, credo che questo film rappresenti una poesia di immagini. E soprattutto, che si tratti di un film che, con tutta la delicatezza del caso, aiuta a lasciare andare.


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Viviana Iannizzi

Viviana, 25 anni. Di Terracina, ma adottata dall’Università degli studi di Firenze già da cinque anni. Laureata in Studi in comunicazione alla facoltà di Scienze politiche, coltivo parallelamente la mia più grande passione: il cinema. Per questo, qui su Uni Info News, vi parlo dei film che ho visto e vi consiglio i miei preferiti.

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