3 Dicembre 2024

Uni Info News è un’associazione culturale che permette a tutti i propri associati di dire la loro, anche su fatti di politica, nel rispetto delle diverse posizioni personali, ma senza prendere mai una posizione ufficiale (cioè espressiva di tutta l’associazione) in merito a questioni politiche. All’interno di Uni Info News tanti di noi sono tesserati in partiti, movimenti, oppure conducono attività politica in altri modi. Il comun denominatore, la vera forza motrice dell’associazione, risiede dunque nella pluralità di posizioni ricomprese in Uni Info News.

Proprio perché conscio di questo spirito, voglio intervenire nel merito dell’articolo di Michele Parisi riguardo la presunta bassa affluenza degli studenti negli orari serali della biblioteca comunale dei Bottini dell’Olio con un’opinione totalmente divergente.


Innanzitutto due precisazioni, mi scuseranno oltre all’autore dell’articolo, anche i consiglieri Romiti e Perini: la mozione sull’apertura delle biblioteche non è partita dalla “voglia di apparire” del gruppo dei Giovani Democratici, non è partita neppure dalla Giunta, ma è partita da una petizione dei giovani studenti livornesi, che hanno raccolto in pochissimo tempo molte firme a supporto della loro richiesta, sia dal vivo che sulla piattaforma Change.org. In secondo luogo le due mozioni – una a firma dell’intera maggioranza (primo firmatario Filippo Girardi del PD), l’altra a firma del gruppo di Buongiorno Livorno e Potere al Popolo – sono state approvate all’unanimità dal Consiglio Comunale di Livorno, dunque anche dalla Lega, da Fratelli d’Italia e dal Movimento 5 Stelle.

La mozione di PD, Casa Livorno e Futuro, nello specifico presa poi come modello dalla Giunta per l’attuazione, è un atto di indirizzo che impegnava Sindaco e Giunta ad avviare una sperimentazione per provare a rafforzare l’utenza di almeno una biblioteca comunale durante la sera e il weekend. Così è stato, la sperimentazione è iniziata a novembre, grazie all’impegno degli Assessori Lenzi e Ferroni, che hanno accolto positivamente questa proposta, che ricordo è degli studenti livornesi e solo dopo è stata accolta da Filippo Girardi e dai Giovani Democratici, e perpetrata con la massima autonomia rispetto ai “grandi” del partito.

[9] …credo sinceramente che, anche alla luce di quanto su detto, la Giunta abbia voluto, con l’apertura serale in questione, dare ai giovani consiglieri una piccola regalia da poter comunicare per far paternalisticamente vedere all’esterno che anche loro hanno un ruolo, quando in realtà così forse non è.

Sì esatto, perché contrariamente a quanto riportato nella nota [9] dell’articolo di Parisi, non è stato fatto nessun regalo per il compiacimento dei giovani consiglieri, al massimo è stato fatto un provvedimento per rispondere a un’esigenza dei giovani livornesi votata da tutto il Consiglio Comunale.

Ma veniamo al punto della questione. Innanzitutto ritengo ingenerosa e profondamente sbagliata la valutazione dell’efficacia di un provvedimento culturale secondo parametri quantitativi sul breve periodo, se non addirittura manipolatoria, ma entriamo ancora di più nel merito: secondo quali dati l’apertura serale sarebbe un flop? Anche io spesso ho studiato in biblioteca la sera, ho firmato il foglio-firme che i lavoratori facevano passare ogni sera tra i banchi degli studenti, e oltre quello che una volta era il normale orario di chiusura le firme sono state tante, certe volte ovviamente meno, ma in certi giorni anche più di quaranta. Non male direi per una città che non è universitaria, ma i cui studenti frequentano comunque l’università.

In particolare Parisi scrive:


“E infatti, devo dolermi, la sperimentazione serale suddetta è stata un piccolo fallimento. Lo dico da fruitore e cronista dei fatti serali, che hanno conosciuto una media desolante nella partecipazione. Spesso sono stato praticamente solo nelle aule studio in quelle ore, come può agilmente risultare da un controllo dei registri dei presenti, se conservati. Nelle molto rare occasioni in cui la partecipazione è stata più alta, su quasi 90 posti disponibili mai più di 18 ne ho visti occupati; la media delle sere in cui mi sono trattenuto è comunque di poco superiore ai 5, ciò significa che circa il 92% degli spazi erano vuoti. I frequentatori serali, poi, sono stati per una buona percentuale persone vicine ai promotori dell’iniziativa, elemento che fa capire che la pubblicizzazione della cosa è stata minima e probabilmente la notizia è pervenuta perlopiù a chi conoscesse direttamente gli addetti ai lavori.”

Lasciando perdere l’insinuazione finale, anche seguendo una valutazione quantitativa – che ritengo comunque essere del tutto inadatta in questo contesto – per sostenere un’argomentazione simile non basta la fiducia nell’autore, ma bisognerebbe portare dei dati precisi a cui fare riferimento, perché la sua presenza, oltre a non essere attestata da nessuno, è anche circoscritta a momenti precisi, e dunque ipoteticamente non significativi del campione. D’altronde si sa che impressioni del genere spesso portano a bias cognitivi, che invece un’analisi seria sulle presenze, magari sul lungo periodo, permetterebbe di ovviare.

Tuttavia sarebbe facile dire che è stato tutto un successo lo stesso, e fosse anche per un solo studente rimasto il provvedimento va lo stesso nella direzione giusta, ma non voglio limitarmi a questo. Voglio essere ancora più lucido e franco, e dire che può darsi che nel futuro ci sarà da rivedere l’apertura serale, magari organizzandola diversamente, d’altra parte questa era una prima sperimentazione, ma si sa: da qualche parte bisogna pur iniziare a smuovere la situazione.

Quel che però resterà alla città degli ultimi atti amministrativi inerenti al museo e alla biblioteca è una piazza del Luogo Pio nuova e molto più significativa, un museo che ha saputo portare più di 100.000 visitatori a Livorno, una biblioteca sempre piena e popolata di giovani studenti, un luogo di aggregazione nuovo, centrale, vivo. Se questo è da considerarsi un flop o, come hanno detto altri siti, “una regressione culturale” simbolo del provincialismo livornese (che poi Modigliani  Montparnasse tutto è tranne che provinciale), allora da cosa potevamo partire nel rilanciare culturalmente Livorno? Dal nuovo stadio del Livorno promesso dal consigliere Andrea Romiti il 6 giugno 2019? Oppure dai litigi del consigliere Perini, che hanno fatto parlare di lui più dei suoi grandi provvedimenti (ad oggi non ancora pervenuti).

Consentitemi infine di dire che Uni Info News ha al suo interno anche diversi lavoratori di Itinera, del museo e della biblioteca, ed è principalmente in difesa di questi e per il loro lavoro che mi trovo a rispondere, oltre che per gli studenti che hanno usufruito del servizio, di cui io stesso ho fatto parte, con immenso piacere.

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