27 Luglio 2024
Igor Nencioni in guantoni

Igor Nencioni, classe ‘76, candidato al consiglio comunale per il M5S.

Una persona ruvida, spigolosa, ma vera e verace.


Parla diretto, senza giri di parole, subito si percepisce che non è il solito politico che fa fiumi di parole senza dire nulla.

Anzi.

Igor Nencioni rappresenta forse il più classico degli stereotipi livornesi: orgoglioso, fiero della propria storia, linguaggio popolare, risponde direttamente, senza timore o esitazione, anzi, è lui spesso a rigirare le domande a te che gliele fai.

Igor, dopo aver fatto lavori di fatica per tanti anni, si è preso una laurea in infermieristica, studiando “in vecchiaia” come dice lui, laureandosi nel 2008 perché “non gli bastava più quello che faceva”. E pensare che Nencioni, campione di lotta libera, nel 2001 ha vinto i campionati mondiali interforze di lotta libera e greco-romana.

Adesso è passato all’altra sponda, quella del curatore.

Igor Protti portato in spalla da Igor Nencioni alla fine della partita Livorno-Alzano del 5 maggio 2002. La partita della tanto agognata serie B riconquistata dopo 30 anni e inizio della cavalcata verso la A, raggiunta 2 anni dopo.

Ma Igor è stato anche indubbiamente uno dei capi della curva nord, ed è proprio da qui che parte la nostra intervista, svolta nei locali della sua palestra “Livorno Fight Team”.


Allora Igor, intanto presentati per chi non ti conosce, la tua storia, anche politica, i tuoi ideali, insomma, presentati.

Ti pongo la domanda a te, come mi definisci?

Ma Igor io so quello che si dice in città, che eri, o forse sei ancora, uno dei capi della curva.

No ero, è da diverso tempo che non lo sono, da più di 10 anni non vado allo stadio. E’ finita un’epoca, una squadra che in campo, al tempo, ci trasmetteva un qualcosa, ci legava e ci identificava.

E poi?

Poi tanti hanno smesso, altri sono stati mandati via dal sig. Spinelli, che diciamo non mi sta molto simpatico, e quando ha smesso Protti è stata per me la fine di quell’idea di squadra e tifo. Io Igor me lo ricordo con una caviglia che pareva un pallone, giocava senza parastinchi. Ora sono cambiati i tempi, i giocatori per una sbucciatura escono dal campo…

E Lucarelli?

Mah con Lucarelli avevo un bel rapporto che poi si è incrinato perché ha speso delle parole che, alla fine, non si sono concretizzate in realtà.

Un anno prima di andare via in Ucraina venne da me a dirmi che il presidente aveva già deciso per il trasferimento a Mosca, che lui non voleva e io lo convinsi a restare. Poi l’anno dopo, per non rischiare, mi disse tutto a cose fatte e quindi capii che l’attaccamento alla maglia stava venendo meno. Mi disse che non avrebbe mai giocato contro il Livorno e poi è andato a Parma e ha giocato contro di noi.

E diciamo la verità, faceva tanto il comunista ma quando poi si è trovato a fare l’imprenditore, con l’avventura del Corriere di Livorno, i dipendenti non li ha trattati tanto bene…

Ma ora chi la gestisce la curva?

Ufficialmente ci sono i ragazzi, però non so se si possono definire ancora ultras…

Finita la parentesi dello stadio, hai messo “la testa a posto” ed hai preso la laurea in infermieristica, perché?

Ho fatto lavori di fatica per tanti anni, ma poi non mi bastava più, senza nulla togliere a quei lavori, però volevo un impiego nel sociale, avendo da sempre frequentato certi ambienti, da ragazzino andavo sulle ambulanze. Parallelamente ho sempre lottato, ho vinto tanti campionati italiani ed il mondiale nel 2001…

Apparentemente, può sembrare strano e pure contraddittorio: una persona che ha dedicato una vita alla lotta che finisce per fare l’infermiere…

Ma la lotta non è violenza, è uno sport olimpico che si basa sul rispetto dell’avversario, inizia e finisce sul tappeto, in cui ti misuri con una persona che si mette in gioco come te.

Parlaci un po’ della tua storia politica…

Io ho ideali comunisti, indubbiamente, nel 2019 però penso che essere comunista, come fascista, sia fuori dal tempo.

E’ chiaro però che certi valori li conservo. La mia palestra è aperta a tutti, sia a quelli che possono pagare sia a quelli con famiglie che non se lo possono permettere. Provare a tirare fuori i bambini dalle strade, proponendo loro un percorso alternativo, sportivo, che possa anche aprigli la strada verso un corpo militare, penso sia un lavoro sociale che mi può sempre far sentire coerente coi miei ideali.

Però non si può negare che il comunismo, quello vero, sia dittatura, ma come si può pensare ad un modello del genere ora, con la società dei consumi che impera. Oggi se ti professi comunista dovresti strappare tessera elettorale e carta d’identità e andare a fare gli scontri nelle piazze.

Ma visto che comunque i tuoi ideali di riferimento sono quelli comunisti, non pensi che sarebbe stato più corretto fare politica con, che so, Potere al Popolo, piuttosto che col M5S che governa insieme alla Lega?

Igor Nencioni al centenario della nascita del Livorno Calcio. Sullo sfondo gli striscioni storici.

Come dicevo prima, se ti chiami Potere al Popolo vai a fare gli scontri, perché il potere al popolo non lo dai mettendoti a sedere con lo 0.2 %. Quello italiano non è un popolo che si ribella per i propri diritti e bisogna tenerne di conto e adeguarsi.

Il Movimento, toccato con mano a Livorno, a prescindere dall’aiuto che può aver dato a me per certe manifestazioni, ha dato un aiuto alle famiglie con un ISEE basso. Per fare un esempio, 

infatti, anche io che ho la figlia al nido ho avuto la retta dimezzata e questa mi sembra una cosa di sinistra.

Anche il reddito di cittadinanza penso sia una cosa corretta, però io voglio parlare del locale, perché sul piano nazionale, non ci sarei andato a sedere con la Lega. Però diciamo le cose come stanno, se non si fossero alleati con loro il reddito ed altre cose positive non ci sarebbero state…

E tornando a Livorno, per fare un esempio: se non era per Nogarin, le torri occupate della Cigna sarebbero state sgomberate o quantomeno gli avrebbero tolto luce e acqua.

Anche loro, quelli di Potere al Popolo e dei vari movimenti dovrebbero pensarci bene prima di attaccare l’amministrazione Nogarin, che gli ha fatto fare un po’ cosa volevano. Che se vai a scavare bene, c’hanno tutti la parabola e se vai giù non ci sono le macchine da proletari…

E a maggior ragione, pensi che questa situazione vada bene, non pensi che così si rischi di aiutare gente che potrebbe avere meno bisogno di altra?

Certo, questa situazione va regolarizzata e bisogna dare una casa a chi ne ha bisogno, bianchi neri e gialli, però in assenza di alternative apprezzo un’amministrazione che non ha buttato la gente per strada.

Oltretutto Nogarin si è trovato ad affrontare una situazione difficile, con una squadra di governo non adeguata per governare una città, nessuno si aspettava che vincessero, avendo tutti gli apparati contro. Perché comunque Livorno è strutturata dal Pd. Insomma, il bilancio dei 5 anni di Nogarin è sicuramente positivo ed ha fatto tanto per i ceti sociali più svantaggiati.

Ma quindi si può dire che il M5S a Livorno è di sinistra?

Bisogna oltrepassare le categorie di destra e sinistra e parlare dei bisogni della gente comune, mi sembra che gli altri, Salvini e Berlusconi, vogliano sempre essere di destra, ma il mondo è andato avanti.

Nogarin ha portato qui Malagò, presidente del CONI, parlando della palestra come di un esempio, anche sociale: cosa rispondi a chi dice che ti candidi solo per avere vantaggi per la tua palestra?

Che vantaggi potrei avere?

Io mi candido e voglio occuparmi di sport perché ho creato da zero un modello che spero di estendere in tutta la città, per tutti gli sport minori.

Il mio personale vantaggio quale sarebbe? Io pago l’affitto, questa è una struttura privata, quindi che entri o no (in consiglio comunale ndr) a me non cambia nulla, non capisco che vantaggio avrei.

Prima però hai parlato di un aiuto che Nogarin ti ha dato per certe manifestazioni, a cosa ti riferivi?

Il sindaco Nogarin, la candidata sindaco Stella Sorgente e Igor Nencioni Fonte: “Il Tirreno”

Niente di che, ho conosciuto Nogarin alla festa dei 100 anni del Livorno Calcio, da li è iniziato un rapporto personale, siamo diventati amici.

Si è sempre dimostrato disponibile e quando ho avuto bisogno di avere in concessione il palazzetto per un incontro ho chiamato ho chiesto a lui, magari per avere una tariffa in un certo modo, oppure quando ho avuto bisogno di qualche sponsor mi ha dato qualche consiglio. Poi la mano l’ha data ai ragazzi della palestra, non a me.

Questa amministrazione ha finalmente fatto i bandi per l’assegnazione di strutture comunali, come la palestra presa da Lenny (Bottai ndr) e il palazzetto dello sport, strutture assegnate a gente che faceva business. E io, ci tengo a precisarlo, non ho usufruito di questo, infatti, ripeto, questa palestra è in una struttura privata.

Tornando un attimo all’argomento stadio, sono passati tanti anni dalla fine delle BAL e tanti ragazzi di ora non sanno neanche cosa erano: a freddo, vuoi dirci cosa erano, a cosa miravate e se c’è qualche sassolino che vuoi toglierti?

Le BAL erano un grandissimo gruppo ispirato al comunismo, quello vero, inserite in un contesto di stadio, ultras. Poi è venuto a mancare sia il legame con la squadra che l’apporto delle nuove generazioni, che preferivano sballarsi la sera e magari si scordavano lo striscione a casa il giorno dopo.

Come mai in curva non si sentono più, tranne rari casi, cori politici?

La curva di Livorno non è più politicizzata, o meglio, non è più niente, ci vorrebbero personaggi carismatici e determinati. Il punto è che io ed altri eravamo mossi da un’ideologia, adesso c’è solo il grano.

Te adesso in che rapporti sei con Lenny Bottai, altro capo storico della curva?

Buoni, siamo fratelli.

Sia dal punto di vista umano che politico, andate d’accordo, pensi che ti voterà?

D’accordo non siamo mai andati, siamo due personalità forti. Se mi voterà non lo so, lo devi chiedere a lui. Però comunque il rapporto tra me e Lenny è invariato.

Te coi centri sociali hai rapporti?

Mai avuti, si andava a volte a scrivere gli striscioni ma nulla più.

Ci avviamo alla conclusione dell’intervista, dicci, perché ti dovrebbero votare?

Perché ho sviluppato un modello, con la palestra, di grande valenza sociale e vorrei estenderlo alla città. Non faccio grandi promesse, ma parlo coi fatti.

Se ti si aprisse la porta per qualche assessorato, cosa sceglieresti, sociale o sport?

Penso che potrei farli entrambi, anche perché in qualche modo sono legati. Se dovessi scegliere direi sport, ma per me lo sport è sociale.

Ci puoi scommettere che se divento assessore non è che penso allo stadio del Livorno Calcio, che può benissimo pensarci da sé, ma piuttosto agli sport minori che sono in grave difficoltà ed hanno bisogno di un sostegno pubblico.

Penso che oggi come oggi dovrebbe essere il presidente della società, Spinelli, che ha un business, ad accollarsi tutte le spese, costruendo un nuovo stadio e gestendoselo, come tutte le grandi società calcistiche di oggi.

Le risorse comunali sono poche e servono a bisogni più importanti per la comunità, come il sociale.

Infine, ci dici com’è andata che ti sei candidato?

ll dibattito del Cage, organizzato da Uninfonews

Me l’ha chiesto Nogarin, io pensavo di poter dare il mio contributo e mi sono guardato intorno: Pd no, perchè la borghesia di sinistra è peggio di quella di destra, la destra la elimino a priori, di Potere al Popolo ne abbiamo già parlato.

Buongiorno Livorno sono i democratici della coalizione, però hanno delle finalità strane, Marco Bruciati lo conosco e lo rispetto, però per me lui può fare la rivoluzione studentesca, non il sindaco di una città, con tutta la buona volontà.

Poi al dibattito del Cage (www.facebook.com/UniInfoNews/videos/in-diretta-dal-teatro-the-cage-di-livorno-trasmettiamo-il-dibattito-tra-i-candid/261719628039664/) mi è anche piaciuto, la prima impressione è buona…

Però se prendi gli interventi che ha fatto ti metti le mani nei capelli, vive un po’ nel suo mondo. Quando quelli di BL dicono che all’AAMPS lavorano ai limiti del disumano mi viene da chiedergli: ma te ci sei mai andato a lavorare?

Perchè io mi spaccavo la schiena ai grandi mulini 10 ore il giorno e lo so cosa vuol dire farsi il mazzo veramente…

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Giovanni Sofia

Livornese, presidente di Uninfonews dal 2021, classe '92, progettista meccanico, laureato in ingegneria aerospaziale all'università di Pisa, pallanuotista. Interessato alla politica, l'attualità e la meteorologia. Ma anche a cose più normali.

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