27 Luglio 2024

SOLD OUT AL TEATRO GOLDONI PER LA PRIMA DEL NABUCCO

Era il 9 marzo del 1842 quando il Nabucco di Giuseppe Verdi debuttava per la prima volta alla Scala di Milano, ed oggi come allora riesce a riscuotere un gran successo di pubblico e a commuovere gli animi con le sue struggenti arie. Il Teatro Goldoni di Livorno ha voluto inaugurare la stagione della lirica proprio con questa intramontabile opera, da sempre molto amata dal popolo labronico, proponendola in doppio turno venerdì 24 e domenica 26 novembre, dopo una lunga assenza dal palcoscenico goldoniano durata oltre un secolo (è stata infatti del 1888 l’ultima rappresentazione del Nabucco al Goldoni).


 

Questa importante produzione firmata dalla Fondazione Teatro Goldoni di Livorno è stata diretta dall’esperto musicista Marco Severi, coadiuvato dal Maestro Riccardo Muti, direttore dell’Orchestra Sinfonica della città di Grosseto, grazie alla quale le note di Verdi hanno ripreso vita diffondendosi soavemente per tutto il teatro. Il cast preparatissimo, formato da cantanti molto noti in campo operistico, già apprezzati in altre performance anche dallo stesso pubblico livornese, soprattutto per quanto riguarda i ruoli femminili, è stato affiancato dal Coro Lirico Livornese che ci ha regalato un emozionante “Va pensiero” (forse l’aria più famosa di tutta l’opera), per il quale mi sento di dover fare i complimenti al Maestro del coro Flavio Fiorini, apprezzatissima in sala tanto da essere eseguita per ben due volte (e ricordiamo l’aneddoto secondo cui, durante l’occupazione asburgica del Nord Italia, al “Va Pensiero” la folla esigesse il bis identificando nell’aria un simbolo di indipendentismo patriottico).

Il drammatico scontro tra Ebrei e Babilonesi, guidati dal terribile re Nabucodonosor, si è consumato più appassionante che mai grazie alle potenti interpretazioni del soprano greco Dimitra Theodossiou, che ricopriva in ruolo di Abigaille e del mezzo soprano romagnolo Laura Brioli, che vestiva i panni della coraggiosa Fenena. Il consueto triangolo amoroso, presente anche in questo dramma dal sapore antico e mediorientale prevede come protagonista maschile il temerario Ismaele, carceriere e poi amante della bella Fenena, incarnato da Giuseppe Raimondo, il quale insieme a Federico Bulletti (Abdalo) ed Alessandro Ceccarini (il gran sacerdote di Belo), ha affrontato vari percorsi formativi all’interno dell’Opera Studio.

 

Unica nota dolente: le scenografie, eccessivamente parche e modeste per un’opera colossale come il Nabucco.

Probabilmente la Cooperativa Francesco Tamagno di Torino ha preferito ridurre all’essenziale gli apparati decorativi per dare ulteriore risalto alla narrazione, in tal caso la scelta è da rispettare, pur non condividendola; apprezzabili, al contrario, i costumi forniti dalla Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

 

In conclusione, merita una menzione speciale la calorosissima risposta del pubblico labronico all’opera, con un tutto esaurito che può solo rendere orgoglio al Teatro Goldoni.

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