20 Aprile 2024

Recensione di Skyfall 

skyfall_bondUna nuova minaccia irrompe nella carriera di James Bond, un pericolo che al classico “terrorismo”aggiunge il rafforzativo di “cyber” per una guerra che ha tutte le carte in regola per combattersi sia sul campo di battaglia che nel mondo dei computer, oggetti e realtà con cui conviviamo ogni giorno. Passati tre mesi in incognito, dopo essere stato colpito accidentalmente da un proiettile sparato da una collega, durante un’inseguimento sopra un treno, e dato per morto, l’agente doppio zero torna alla madre patria, ma la sua “resurrezione” non sarà accolta a braccia aperte. In poco tempo le cose sono cambiate drasticamente, M sta per essere licenziata e l’MI6 è pronto per avere un nuovo direttore. L’Inghilterra è sul piede di guerra, e come se non bastasse, Raul Silva, ex infiltrato speciale della sezione di Honk Kong, reclama la propria vendetta contro l’intera rete dello spionaggio britannico.


Dalla caotica Instanbul, con il gran Bazaar affollato ed i suoi Minareti, alla iper tecnologica Shanghairicca di palazzi dai colori accessi che colorano le più cupe notti, dalla plumbea Londra, sempre ritratta con quei marciapiedi bagnati e vetri di finestre rigati dal cadere skyfall-is-now-the-highest-grossing-bond-film-in-the-us--heres-your-box-office-roundupinterminabile dell’acqua, fino alla desolata brughiera della Scozia, il nuovo capitolo di James Bond, a cinquant’anni dal capostipite, Licenza di Uccidere, prende il largo dalle due ultime produzioni e dai precedenti appuntamenti degli ultimi anni, per dar spazio ad una storia matura e carica di aspettative.

Sono le note di Skyfall, ad oggi una delle più belle canzoni mai scritte per la saga, che accompagna i titoli di apertura, cantata da Adele, ad aprire le danze di una pellicola che grazie ad una sceneggiatura capace di rimanere classica nella struttura, ma al contempo innovativa,  riesce a convincere sotto ogni aspetto, complice anche la maestria tecnica di Sam Mendes, che dopo i drammatici American Beautye Era Mio Padre, si prende la responsabilità di portare sul grande schermo un’icona internazionale come 007.

Per il suo mezzo secolo di storia, la spia di sua maestà per eccellenza, amalgama sapientemente e con coraggio il proprio passato al presente, prendendo con ironia questi due aspetti sotto molti punti di vista, i quali si ripercuotono prepotentemente non solo sul protagonista stesso, risorto, certo, ma forse non più Daniel Craig;Javier Bardemidoneo al servizio come gli viene fatto notare dai colleghi e come risulterà dai test, ma anche sull’intero piano narrativo che approfondisce e sottolinea continuamente un aspetto del film che, in definitiva, ne rappresenta anche il cuore e l’essenza.

Bond, ormai deceduto per l’autorità, per errore, a tutti gli effetti, potrebbe vivere la propria vita in piena tranquillità, godere di una pensione che per una spia sa tanto di fallimento personale, e stare lontano dai problemi che attanagliano il suo paese. Eppure la posta in gioco è troppo alta, ci sono poi dei piccoli sassolini che 007 deve togliersi dalla Themendienst Kino: Skyfallscarpa, qualche verità nascosta che piano piano cerca di venire a galla ed il senso del dovere che riporta, come una calamita attrae il metallo, quest’ultimo in una Londra tanto vulnerabile quanto pronta, anch’essa, a dimostrare al mondo intero che non cederà mai tanto facilmente alle mire dei terroristi.

Al contrario degli altri lungometraggi, Skyfallbeneficia, inoltre, di un antagonista all’altezza, che funziona, nella sua pazzia, capace in parte di affascinare e stupire, sebbene il suo ingresso arrivi a metà dell’opera, scatenando un vero e proprio putiferio, rovesciando ogni piano della sezione MI6, dimostrando sempre di avere un piano di riserva o godere di un notevole vantaggio tattico. Silva, il quale ha il volto di uno psicopatico Javer Bardem, ove a momenti ricorda la sua performance in Non è un Paese per Vecchi dei Coen, non è una nemesi nata da un’interminabile e sovversiva voglia di potere, o dall’avidità, esso è anch’egli fuori uscito dalla macchina dello spionaggio, che nel suo cinismo estremo, non fatica a sacrificare i propri agenti per un bene “più alto” senza tener conto delle ripercussioni personali su quest’ultimi. In quanto figlio e prodotto di un determinato mondo, Silva mostra più di un’affinità con l’eroe protagonista, non unicamente dettata dal fatto che entrambi hanno avuto come mentore M, Skyfall-33549_2ma perché anch’essi, al momento opportuno, sono stati lasciati a se stessi, in balia del pericolo e della morte. Quel che li differenzia, ed al contempo li accomuna, è la volontà, da una parte di ricominciare a vivere, mentre dall’altra di distruggere e autodistruggersi.

Skyfall dona un respiro più ampio e compatto ad una saga che ha fatto la storia del cinema, pur con le sue cadute e capitoli poco riusciti. Craig veste ancora i panni di 007, e questa volta il suo Bond, dipinto dietro ad un velo di romanticismo dettato dai versi dell’Ulysses di Tennyson in una sequenza madre, si ritrova in una vicenda ricca di sequenze spettacolari e sorretta da una sceneggiatura forte sia sul piano narrativo che su quello tecnico, strabiliando e convincendo grazie al ritmo serrato ed alla regia di Sam Mendes, il quale ha saputo destreggiarsi, con dovere e rispetto, tra le gesta del più famoso agente di Vostra Maestà la ReginaGod Save Bond, James Bond. 


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James Bond, Skyfall, Sam Mendes, Daniel Craig, Javer Bardem, Judy Dench,
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Claudio Fedele

Nato il 6 Febbraio 1993, residente a Livorno. Appassionato di Libri, Videogiochi, Arte e Film. Sostenitore del progetto Uninfonews e gran seguace della corrente dedita al Bunburysmo. Amante della buona musica e finto conoscitore di dipinti Pre-Raffaelliti.
Grande fan di: Stephen King, J.R.R. Tolkien, Wu Ming, J.K. Rowling, Charles Dickens e Peter Jackson.

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