27 Luglio 2024

Negli ultimi anni la musica ha completamente rinnovato il suo guardaroba. Numerose schiere di persone sono completamente assuefatte da generi come quello dell’ambient, della tecno o della computer music. Noi li cataloghiamo molto spesso come “elettronica” ma dietro queste etichetta si nascondono lavori complessi, frutto di una grande passione. L’arte dell’organizzazione dei suoni e dei rumori ha incrociato il suo cammino con il digitale, dando vita ad una infinità di suoni tutti da scoprire, che stuzzicano e stimolano gli abitanti di tutto il pianeta. In particolare modo due ragazzi a Livorno, ex compagni di scuola che condividono da diversi anni la passione per la musica. Li ho conosciuti a Pisa e sono rimasto entusiasta della loro voglia di fare e cimentarsi in un campo tutto nuovo con grande umiltà e abnegazione.

Si chiamano Filippo Conti e Fabio Saggese in arte Form Follows e UniInfoNews li ha voluti conoscere per fare quatto chiacchiere e parlare del loro E.P. in uscita.


D: Partiamo dall’inizio per dare una panoramica sui vostri primi passi nel mondo della musica. Come nasce il progetto Form Follows (nome non solo del gruppo ma anche dell’album)?

R: (Filippo) Ci conosciamo da molto tempo sin dai primi anni del liceo, siamo entrambi chitarristi e spesso i nostri strumenti si sono incrociati in qualche locale a Livorno dove suonavamo con le nostre rispettive band. Nell’inverno del 2014 con un amico stavamo facendo un dj set per un pub e ci venne in mente di lavorare su qualche brano, lì pensai subito di coinvolgere Fabio, che sapevo smanettasse un bel po’ con apparecchiature digitali. All’inizio di questo percorso eravamo in tre ma poco dopo il terzo componente ha lasciato il progetto ma né io né Fabio ci siamo scoraggiati e abbiamo continuato insieme. Abbiamo cominciato a campionare vari suoni e qualche volta a scrivere canzoni, ritrovandoci dopo un estenuante ma godurioso lavoro con quattro inediti e un remix. Dopo la fase di mixaggio e mastering, tutto fatto in casa, ci teniamo a dirlo, ci siamo dedicati alla parte live e contemporaneamente abbiamo cercato di aggiungere altre canzoni per rendere il live set più completo.

D: È stato faticoso lavorare a questo vostro progetto?

R:(Fabio) Sì molto duro, ma assolutamente stimolante. In pratica la prima cosa che abbiamo fatto è stato trovare suoni compatibili con il nostro progetto, in seguito il duro lavoro è stato sistemarli, filtrarli, comprimerli e metterci i vari effetti sopra. Uno dei suoni più difficili da gestire è stata senza dubbio la cassa della batteria. Dopo ci siamo dedicati allo sviluppo del suono della chitarra, cercando di dargli un senso, dato che volevamo che il suono dello strumento sembrasse vivo e non solo digitale. Poi è venuta la parte ritmica con l’utilizzo di percussioni come il tamborin e l’agogo (strumenti entrambi di ceppo brasiliano). In seguito abbiamo remixato un brano delle Ibeyi, gruppo francese che stimiamo molto ed inserito in un nostro brano (Time, Space) varie frasi tratta dalla serie Doctor Who.

D: Avete tratto ispirazione da qualche artista famoso nel campo dell’elettronica?

R:(Filippo & Fabio) Sì, parte dei campionamenti esterni viene da GodblessComputers, che ci ha impressionati per come riesce ad amalgamare bene i suoni della natura. Il lavoro di questo artista insieme ai suoi “campionamenti organici” è strepitoso e saremmo onorati di fare una chiacchierata con lui in merito. Altro artista a cui ci siamo rifatti è Four Tet per la vastità dei suoni che riesce a rielaborare e per la sua infinita cultura musicale. Riguardo alla parte strumentale ci ispiriamo sicuramente ai Darkside, il gruppo composto dal musicista elettronico Nicolas Jaar e il polistrumentalista Dave Harrington. Ci hanno stupito per il loro altissimo livello musicale e per il modo in cui sfruttano il suono della chitarra, assolutamente fantastico, sarebbe un sogno arrivare ai loro livelli.


D: Cosa vi ha spinto maggiormente a intraprendere la strada della musica elettronica?

R:(Fabio) In realtà devo dire che la scelta non è stata influenzata da qualcosa in particolare, le nostre vite si sono incrociate con la musica elettronica e noi abbiamo subito intuito le potenzialità di questo genere. Inoltre studio ingegneria e lo studio di certe materie come “teoria dei segnali” mi ha davvero aperto gli occhi. Sto anche muovendo i primi passi come tecnico del suono e posso dire che è semplicemente entusiasmante poter incastrare i suoni a tuo piacimento, cercando di dare un tocco personale. Bisogna dire che questo genere ti diverte e aiuta a dare sfogo a tutta la tua fantasia.

(Filippo) Condivido tutto quello che ha detto Fabio e aggiungo che approcciarsi a questo mondo è molto facile, visto che tanto lavoro si fa col pc e oggi ognuno di noi ne possiedono uno. Inoltre ti diverti tantissimo e spesso molto del nostro materiale nasce spontaneamente ed è ricco di entusiasmo e creatività.

D: Che genere musicale ascoltate di solito?

R: (Filippo) Ascolto un po’ di tutto ma ultimamente mi sono soffermato molto sull’afrobeat, come quello di dj Khalab. Questo genere mi ha veramente preso. Ho scoperto pure musical box, ottimo programma radiofonico su Rai Radio 2 che da anni, secondo me, offre ottimi spunti. Senza dubbio dico che “In Rainbows” dei Radiohead sia stato un album molto importante nella mia vita e in Italia ho sempre tenuto in grande considerazione i Verdena.

(Fabio) In Italia il mio gruppo preferito sono i Marta Sui Tubi, “Muscoli e dei”, il loro primo album, è assolutamente in cima alla mia personale classifica. Ai tempi mi colpì per l’originalità e il suo essere sperimentale in maniera minimal. Porto nel cuore i Tool e spazio dai Subsonica a Caribou.

D: Che tipo di apporto può dare il digitale alla musica di oggi?

R:(Filippo & Fabio) Il digitale offre molteplici opportunità. Di sicuro ha reso molto più immediato il processo di creatività di ogni artista sul pianeta. Grazie a un investimento non troppo elevato è possibile fare musica con uno dei tanti software disponibili. Rispetto a venti anni fa indubbiamente chi vuole fare musica oggi è molto avvantaggiato ma deve stare molto attento a non scadere nella banalità. Bisogna stare attenti a non omologarsi e cercare di produrre suoni sempre diversi fra loro, che riescano a coinvolgere e spiazzare il pubblico.

D: In un recente articolo il Guardian parla di una fiorente scena elettronica italiana, cosa ne pensate? Riscontrate anche voi un approccio diverso nei confronti di questo genere?

R:(Filippo) Sì, sono d’accordo. C’è tutta una nuova leva di artisti eclettici e talentuosissimi come: GodblessComputers, Populous, Stev, Dj Khalab e Clap Clap, che stanno facendo un ottimo lavoro non solo in Italia ma in tutto il mondo. Questo rende sicuramente il genere elettronico da genere di nicchia a fruibile ai vari tipi di pubblico. Aggiungerei anche che c’è stato un enorme passo in avanti nell’organizzazione di festival musicali elettronici nel nostro paese, basti pensare al grande successo che raggiungono ogni anno i vari: Spring Summer Attitude a Roma, Club to Club a Torino o il robot a Bologna. Aspettiamo con ansia che questo ondata di beat possa arrivare molto presto anche a Livorno, ancora un po’ troppo ancorata alla scena punk rock.

D: Qual è l’obiettivo che vi siete posti di raggiungere?

R: (Fabio) Abbiamo ancora entrambi molto da imparare ed è chiaro che vogliamo continuare a sviluppare il progetto Form Follows sempre più a fondo. Sappiamo che dobbiamo studiare sia nel campo musicale sia nel campo accademico dato che siamo due studenti universitari. Innanzitutto ci vogliamo divertire attraverso questa esperienza e ora che abbiamo trovato il nostro sound ci piacerebbe approfondire sempre di più il vasto mondo dell’ingegneria del suono. Con l’uscita del nostro primo E.P. valuteremo tutte le opportunità che ci si presenteranno.

D: A proposito quando esce il vostro E.P.?

R: Form Follows: è disponibile dal 29 febbraio sulla piattaforma BANDCAMP in download a 1,49€, se poi volete venirci ad ascoltare dal vivo ci troverete al polo Porta Nuova di Pisa il 4 marzo alle ore 23:00.

E.P.

Qui trovate il link dell’E.P. Form Follows:

Buy: clicca qui

Streaming: clicca qui

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Salvatore Amoroso

Studente di Lingue e letterature straniere presso l'Università di Pisa, classe '89, nato a Vittoria (RG). Amante delle cultura Iberica. Sin da bambino s'innamora del cinema e della musica, divoratore seriale di pellicole, libri, album e serie TV. Ama sopratutto scrivere, correre e viaggiare. Crede fortemente nel genere umano e nella sua vena artistica.

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