29 Marzo 2024

 

 

I Cinema indipendenti a Livorno hanno da più di un decennio vita difficile: colpite dalla crisi economica o costrette a chiudere dalla spietata concorrenza del Multisala “The Space”, un tempo “Medusa”,  le sale cinematografiche presenti in città si sono oramai ridotte ad una manciata, frequentate da pochi spettatori e poco pubblicizzate.

In questo (desolante) contesto appare senza dubbio coraggiosa l’iniziativa chiamata “Il Cinema è vivo “ portata avanti da Il Circolo del Cinema Kinoglaz e il Centro Artistico il Grattacielo in collaborazione con la FONDAZIONE SISTEMA TOSCANA ,Quelli della compagnia , TAVOLO RAINBOW coordinamento LGBTQI e Associazione Evelina De Magistris Livorno, presentata da Uni Info News in questi due link “Conferenza Stampa: Il Cinema è vivo” & Rassegna “Il Cinema è Vivo”.


Marco Bruciati

Marco Bruciati, responsabile di questa rassegna, ci ha gentilmente concesso un’intervista proprio per parlare del progetto “Il Cinema è Vivo” e della situazione culturale a Livorno.

  1. Ciao Marco!
    Ti ringraziamo ancora per questa intervista! Che ne diresti di presentarti e di descrivere il tuo ruolo all’interno del Progetto “Il Cinema è Vivo”? 

    Sono prima di tutto un insegnante e formatore, poi videomaker, saltuariamente attore e, da giugno, consigliere comunale di BuongiornoLivorno. Laureato in cinema teatro produzione multimediale presso l’università di Pisa con una tesi specialistica sulla rappresentazione della morte nel cinema documentario. Sono cresciuto con il cinema e con i cinema, guardando film e in parte facendoli. Nel 2003 ho incontrato il Cinema Kino-Dessè con i suoi gestori Serafino Fasulo e Raffaello Gaimari e per circa dieci anni, fino alla chiusura (30 dicembre 2013) sono cresciuto umanamente e professionalmente in quel luogo. Da operatore culturale ho curato rassegne e approfondimenti tematici per sviluppare sul territorio livornese un senso cinematografico diffuso e orientato soprattutto all’alfabetizzazione mediatica delle giovani generazioni. Nel 2014 insieme a Raffaello Gaimari e al  Centro Artistico il Grattacielo, abbiamo deciso di offrire a Livorno un’alternativa cinematografica che portasse sul territorio una proposta innovativa orientata alla condivisione e alla novità. Qualcosa che non si sovrapponesse all’esistente che ma che fosse in grado di integrarsi e dialogare con tutto ciò che di buono è rimasto a Livorno. In questo modo è nato qualcosa di diverso, appunto, qualcosa di vivo. 

  2. Come è nata questa idea? E come si è sviluppata?

    Il Circolo del Cinema Kinoglaz è un’associazione che opera sul territorio da quasi vent’anni con progetti all’interno degli istituti scolastici, spazi aggregativi e programmazione in quello che era il Cinema Kino-Dessè. Un’attività che, nonostante la chiusura della sala, abbiamo deciso di tenere in vita all’interno di un altro spazio, quello del Centro Artistico il Grattacielo, già sede storica di uno dei più importanti cineforum livornesi curato da Padre Davanzati. Abbiamo deciso di non creare doppioni rispetto alla già ricca programmazione off presente sul territorio (penso alle rassegne organizzate da Don Nesi Corea, Ex Caserma e TeatroOfficina Refugio, Cinema Salesiani, Fronte del Porto e Amici del Cinema) ma di andare a pescare prodotti che per motivi distribuitivi non hanno trovato spazio nei circuiti di prima visione. Autori e film indipendenti passati in importanti Festival Europei con successi di critica e pubblico ( Io sto con la sposa, The repairman, La Zuppa del Demonio, Lei disse si, Educazione affettiva) rimasti fuori dalla programmazione ufficiale ma capaci attraverso il web e la libera iniziativa sui territori di trovare altre forme di vita ed esistenza. Nasce così questa prima rassegna di sei film tra marzo a maggio con cadenza quindicinale. Il Cinema è vivo ci sembrava un incipit calzante per la natura dei film scelti ma anche un invito alla sfida per lo spettatore livornese che, trovandosi di fronte a qualcosa di diverso, potrà scegliere se contribuire a farlo vivere o relegarlo, come tante altre cose, nel dimenticatoio dell’abitudine.

  3. Le istituzioni vi hanno in qualche modo supportato?

    Crediamo molto nella libera iniziativa e nelle capacità di ogni singolo soggetto di fare impresa culturale sul territorio. Livorno può e deve trovare una nuova vocazione occupazionale e di sviluppo, qualcosa che valorizzi al massimo il binomio, troppo spesso sottovalutato, di cultura-lavoro. Le istituzioni rivestono un ruolo fondamentale per coordinare e coadiuvare ogni singola attività all’interno di una rete più estesa. Accompagnare e promuovere con i mezzi disponibili progetti e rendere sistema le esperienze virtuose. In questo caso non abbiamo chiesto niente alle istituzioni.
    Come Circolo del Cinema Kinoglaz, siamo inseriti all’interno del tavolo cinema, lo strumento che l’ufficio cultura ha messo a disposizione di chi opera sul territorio per organizzare percorsi comuni e progetti a medio e lungo termine. Le cose da fare e da valorizzare sarebbero ancora molte e la strada, considerando i tagli sempre più consistenti, continuamente in salita. La città ha però innegabilmente forze e risorse in grado di esprimere eccellenze e investimenti sul territorio. Siamo convinti che la città sia ancora viva. Basta riuscire a stimolarla nel modo giusto.

  4. E le realtà associative o culturali labroniche?

    Abbiamo sempre cercato di portare avanti processi di collaborazione con altre realtà associative territoriali ed extraterritoriali. La condivisione dei percorsi, infatti, mettendo in relazione persone e progetti è forse l’unico modo per combattere la sempre crescente abitudine all’individualismo. In questa prima parte di rassegna, infatti, abbiamo stabilito rapporti con La Fondazione Sistema Toscana, Quelli della compagnia di Firenze e con il tavolo Rainbow di Livorno nell’ottica di allargare sia il bacino di pubblico che la forza organizzativa del progetto complessivo.

  5. Notate, parallela ad un’intensa crisi economica, anche una crisi in qualche modo “Culturale” in città? Se sì come pensate si possa arginare?

    In una città che ha livelli di disoccupazione così alti è chiaro che parlare di sviluppo culturale possa sembrare secondario rispetto ad altre vertenze, tuttavia siamo convinti che per pensare ad una nuova prospettiva di sviluppo siano imprescindibili tutti quegli ambiti di industria dello spettacolo che in altre città e regioni costituiscono fondamentali fonti di guadagno e occupazione ( ad esempio l’attività della film commission della Regione Puglia o i distretti creativi creati in California). In città esistono ancora anticorpi resistenti. Per una congiuntura storica è probabile che Livorno stia vivendo una fase di apparente riflusso ma osservandola quotidianamente percepisco ancora in ogni ambito culturale ( dal cinema alla musica passando per teatro e letteratura) le grandissime professionalità attive sul territorio, la grande voglia di sperimentare e di non accontentarsi, la capacità di creare eccellenze anche in assenza di fondi e strutture produttive ottimali.

  6. Quali sono, infine, i vostri futuri Progetti?

    Intanto arrivare a chiudere questo primo ciclo di sei film. Poi, in base alla risposta del pubblico, progettare la nuova stagione che speriamo possa svilupparsi in tutto l’arco dell’anno 2015-2016.
    In sintesi : creare curiosità nel pubblico. Farlo abituare all’idea che il cinema possa ancora stupire con cose che non si conoscono. Ritrovare l’interesse per un cinema “ a prescindere” in cui i fattori dell’autore giovane o semi-sconosciuto e il titolo fuori dalle riviste patinate non costituiscano discriminanti negative ma valori aggiunti all’esperienza cinematografica.
    Condividere un’esperienza collettiva, partecipare e se necessario criticare una proposta ma contribuire alla crescita di qualcosa di cui, secondo noi, la città ha ancora bisogno.
    Dimostrare che a Livorno i cinema muoiono ma il cinema è vivo.

11055407_450530231767908_5021121337709421557_nNon ci resta che augurare un in bocca al lupo a Marco e a tutti i responsabili di questo interessante progetto labronico!

Inseriamo a questo link la pagina Facebook ufficiale dell’iniziativa

 

Giulio Profeta

giulio.profeta@uninfonews.it

 

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Giulio Profeta

Dottorando, abilitato alla professione forense, livornese.
Sono uno dei fondatori del progetto "Uni Info News", nonché attuale presidente dell'associazione; ho avuto l'idea di buttarmi in questa avventura per promuovere uno stile di vita attivo fra tanti miei coetanei, all'insegna del confronto come motore di crescita personale.

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