25 Aprile 2024

Un pomeriggio di piena primavera tra la magia, l’incanto e la bellezza di alcuni dei più grandi nomi della musica classica. Il tutto nella piccola ma deliziosa cornice del Teatro Marchionneschi di Guardistallo, lo spazio ideale per far risuonare le note dolci ed eleganti di un Debussy, il superbo classicismo di un Haydn, il virtuosismo accompagnato dalla morbidezza di un Liszt. Tutto ciò prende vita grazie alle mani e alla passione di Alessandro Riccardi, talentuoso pianista livornese, di origini romane, un fiore all’occhiello nel panorama musicale di oggi. Dotato di una tecnica sopraffina e di una spiccata abilità nello spaziare attraverso brani apparentemente diversi tra di loro, ma accomunati da una forte carica espressiva ed emotiva, è autore di un vero e proprio viaggio nel tempo e nella storia della musica, che ci trasporta nelle sonorità di periodi simbolo come il classicismo viennese di fine Settecento, il romanticismo ottocentesco , il tardo romanticismo e il Novecento.

L’universo in cui ci proietta parte dal 700, con la Sonata in si minore Hob XVI 32 di Joseph Haydn, uno dei maggiori esponenti del periodo classico musicale che vedeva Vienna come polo centrale. Si tratta di un brano di limpida eleganza, che richiede una tecnica cristallina dal suono brillante e cesellato. Dopodichè, con un balzo di oltre mezzo secolo, si arriva nel pieno del romanticismo ottocentesco con il Funèrailles S. 173 di Franz Liszt: tratto dalla raccolta “Harmonies poetiques et religieuses”, è un brano in cui avviene il connubio tra virtuosismo trascendentale e poesia elegiaca, in piena linea con l’estetica di questo periodo. Composto nell’ottobre del 1849, rappresenta una marcia funebre scritta per i caduti durante la rivoluzione ungherese del 1848. Ma la commemorazione avviene in modo trionfale, e la sezione centrale contiene il celebre passo di ottave rapidissime dalle sonorità epiche e mastodontiche. Si cambia poi contesto ma la qualità rimane tanta, con Alexander Scriabin. La musica risente ancora dell’influsso di Liszt, ma a riecheggiare è soprattutto la drammaticità del grande compositore polacco Chopin: sono i Tre pezzi Op. 2, pura poesia tardo romantica che Alessandro Riccardi riesce a trasportare sulla pelle dell’ascoltatore con estrema dolcezza. Si arriva infine nel 1942 con la Sonata N.7 di Prokofiev. Brano che appartiene al gruppo delle “Sonate di guerra”, scritte durante la seconda guerra mondiale. Oltre ad essere forse la sua “Sonata” più difficile, è in assoluto uno dei pezzi più complessi sia dal punto di vista musicale che tecnico, in quanto presenta ampi salti a scale velocissime e brillanti, note ribattute e ottave, accordi e ritmi composti etc., il tutto in una scrittura tale da farlo sembrare un pezzo orchestrale. A conclusione del concerto concede 2 bis di grande qualità ed eleganza: l’etude pour les arpèges composès di Claude Debussy e lo Studio op. 10 n. 12 di Chopin.


Nato nel 1992, vanta già un curriculum di tutto rispetto, fatto di studi, incontri, esperienze e concerti di alto livello. Diplomatosi al “Mascagni” di Livorno col massimo dei voti, prosegue gli studi al conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano dove consegue la laurea specialistica a indirizzo solistico-concertistico. Si perfeziona poi alla Karol Szymanovski Music Academy a Katowice (Polonia), insieme al grande Maestro Wojciech Switala, membro della giuria del 17° International Chopin Competition a Varsavia. Ha partecipato a rassegne pianistiche al teatro “La Fenice” di Venezia e al Teatro Olimpico di Vicenza e, dopo aver vinto il secondo premio al Livorno Piano Competition, ha iniziato una tourneè in Italia e in giro per l’Europa. Si è esibito in palcoscenici come l’Arcimboldi di Milano, il Palais dè Congres di Parigi, il Wiener Stadthalle, l’Arena di Ginevra, l’Heineken Music Hall di Amsterdam, la Porche Arena di Stoccarda, il Palacio Vistalegre di Madrid nonché il Teatro Goldoni di Livorno. Sia come pianista solista sia come camerista sia con la sua orchestra. Nel 2017 viene selezionato per esibirsi come solista insieme all’orchestra del conservatorio ”Monteverdi” di Bolzano nel concerto per pianoforte e orchestra di Schumann e tiene un recital a Radom, in Polonia, con i suoi punti forti: Chopin, Scriabin e Liszt. Di livello è anche la sua esperienza e la sua formazione in qualità di camerista, dopo svariati concerti da camera tenuti a Verona, Genova e nella sua Livorno. L’ultimo, ennesimo, successo che ha ottenuto è la selezione tra i 100 che prenderanno parte al prestigioso Concorso pianistico internazionale F.Busoni di Bolzano che si terrà ad agosto 2018.

Con ogni probabilità non sarà l’ultima vittoria della sua carriera e della sua vita. La grande passione, il grande amore che ci mette nella musica e nello strumento che suona sono le armi più forti di cui si serve per portare avanti la sua missione: far vivere le note più belle che siano state create e dare a chi le ascolta una possibilità, quella di emozionarsi e di entrare in un mondo che si avvicina alla bellezza e a un nuovo modo di vedere le cose. Basta saper cogliere e valorizzare queste persone e queste occasioni, e tutto il resto vien da sé.

 

 

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