8 Ottobre 2024
12400854_939770856117655_2781706451163439747_n
Un momento della presentazione di Aida

Stamane nel foyer del Teatro Verdi di Pisa si è tenuto il consueto incontro-aperitivo per la presentazione della prossima che andrà in scena nella sala grande del teatro a fine mese: sabato 30 gennaio (ore 20:30) e domenica 31 (ore 16:00) andrà in scena la celeberrima Aida di Giuseppe Verdi. A fare gli onori di casa ha pensato il direttore artistico del teatro, il M° Marcello Lippi che, nonostante gravosi impegni personali e professionali, si è presentato puntualmente alle 11:00 per illustrare l’opera.

Aida-G.-Verdi-Zeffirelli-Busseto-2001
Alcune immagini dell’allestimento di Franco Zeffirelli per l’Aida andata in scena al Teatro Verdi di Busseto nel 2001, allestimento che vedremo nei due spettacoli del 30 e 31 gennaio

Aida – ha iniziato il M° Lippi – nasce dall’opera di convincimento che l’archeologo Auguste Mariette e l’impresario Camille du Locle hanno mosso nei confronti di Verdi: il Maestro era molto restio ad accettare un’opera su commissione e acconsentì solo quando il committente, il Khedivé d’Egitto, redasse un contratto assolutamente favorevole per lui (un compenso mostruoso, libertà di decidere lui stesso il direttore d’orchestra, il librettista, la sede delle prove) e quando si fecero i nomi di Gounod e Wagner come suoi possibili sostituti se non avesse accettato la commissione. In realtà Verdi aveva solo bisogno di una “spintarella”, non ha certamente scritto Aida controvoglia dato che si tratta di un soggetto validissimo. Non bisogna farsi influenzare dalle molte incongruenze del testo (ad esempio, Aida è un nome egiziano, ma a portarlo è un’Etiope) perché Verdi non copiava il vero, l’ inventava. Puccini copiava il vero: per Tosca ha studiato attentamente come suonano le campane di Roma, per Madama Butterfly ha compiuto studi approfonditi sul Giappone. Verdi non si è messo certo a studiare la società degli antichi egizi, così come non ha studiato la loro musica, creando un antico Egitto basato non sulle prove materiali ma sul gusto e sulla mentalità occidentale non per pigrizia ma perché per lui per rendere più credibile – più vera – l’azione scenica bisognava inventare il vero, ossia piegare la realtà alle esigenze dell’arte.”


TMP-aida01Il M° Lippi ha poi continuato illustrando l’importanza di Aida nella storia della musica e nella storia personale di Verdi come compositore, giacché con essa si conclude la stagione del melodramma all’italiana, con arie, duetti e scene d’assieme e – parallelamente – dopo quest’opera Verdi non utilizzerà più la figura del padre che, in precedenza, aveva caratterizzato molte delle sue opere (Rigoletto Simon Boccanegra, ad esempio). Inoltre è l’unica opera verdiana in cui la figura del padre è fortemente negativa: Amonasro domina su Aida e non esita a manovrarla per i suoi scopi. Dopo Aida Verdi scrisse altre due opere, Otello Flastaff, ma si tratta di opere dall’impianto drasticamente differente rispetto a quello dell’opera italiana. Già in Aida si avverte qualcosa di diverso e nuovo: non più la musica “italianissima” di Verdi, ma una musica dal sapore più europeo, estremamente raffinata e frutto di una notevole maturità, emotiva ed artistica. Non si sente più il consueto um-pa-pa che tanti criticavano aspramente, così come le arie non terminano per forza di cose con una cabaletta: Verdi non demonizza le cabalette, ma in Aida decide di utilizzarle solo se richieste dall’azione scenica, e non di inserirle a priori.

“Inoltre – prosegue Lippi – il pubblico di oggi  pensa all’Aida ricordandosi solo delle scene da grand-opéra, dei cori e delle trombe; in realtà questo è un dramma molto intimo e molto raffinato. Si possono individuare tre differenti livelli: quello intimistico (il dramma di Aida ed Amneris: per quanto rivali è lo stesso dramma), il livello religioso ed il livello politico-militare. Questi tre livelli sono fusi tra loro ed assolutamente indissolubili e sono il motivo per cui questo dramma funziona così bene.”

In conclusione, il M° Lippi ha espresso la propria soddisfazione per la presenza di un allestimento prestigioso come quello firmato da Zeffirelli che privilegia proprio la dimensione intimista dell’opera (pensato per il piccolo Teatro Verdi di Busseto, non consente grandi scenografie con cori di popolo e sacerdoti) e per il livello del cast che andrà ad esibirsi sul palcoscenico pisano: tra gli interpreti ci sono personalità di primissimo piano come il soprano Donata D’Annunzio Lombardi (Aida, così come Rachele Stanisci), Sergio Bologna (Amonasro) e Giovanna Casolla (Amneris, che sarà interpretata anche da Sanja Anastasia). Da segnalare anche la presenza di Leonardo Caimi (Radames), che già ha interpretato il ruolo di Gabriele Adorno nel Simon Boccanegra dello scorso ottobre. La regia di Franco Zeffirelli sarà ripresa da Stefano Trespidi, mentre sul podio – a dirigere l’eccellente Orchestra Filarmonica Veneta – il M° Marco Boemi.

Per maggiori informazioni tel  050941111 e www.teatrodipisa.pi.it.

Show Full Content

About Author View Posts

Luca Fialdini

Luca Fialdini, classe '93: studente di Giurisprudenza all'Università di Pisa e di pianoforte e composizione alla SCM di Massa e sì, se ve lo state chiedendo, sono una di quelle noiose persone che prende il the alle cinque del pomeriggio. Per "Uni Info News" mi occupo principalmente di critica musicale.

Previous Viva Livorno Viva
Next Recensione di Saving Mr. Banks

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close

NEXT STORY

Close

Al Teatro Goldoni una mostra per i 100 anni de “Il Piccolo Marat”

6 Dicembre 2021
Close