19 Marzo 2024

La Politica che non ha niente da dire vola bassa, è questo che verrebbe da dire sullo scontro virtuale avvenuto la settimana scorsa tra Beppe Grillo, fondatore del M5S, e Matteo Orfini, Presidente del PD.

Per chi si fosse perso questo avvincente scambio di battute, il tutto è iniziato con la pubblicazione di un annuncio sulla pagina del comico genovese. Il post in questione è stato titolato <<ULTIM’ORA- A ROMA CROLLA TUTTO. HANNO BECCATO ORFINI, CI SONO LE IMMAGINI. ECCO COSA E’ SUCCESSO…>> e accompagnato da un’immagine in cui il politico romano era affiancato da una volante della polizia, in modo da insospettire chiunque si imbattesse con lo sguardo, incitandolo a cliccare per saperne di più.                                 (Di seguito l’immagine del post)


orfini per articolo

Una volta aperto il link è parso però un articolo, dove si criticava la rapidità con cui Orfini ha cambiato opinione sulla vicenda romana. Al Presidente del PD è stata rinfacciata tutta una serie di dichiarazioni con le quali, in precedenza scagionava il suo partito da ogni coinvolgimento nello scandalo “Mafia Capitale”, mentre in seguito ai risultati di Giachetti a Roma, ha attestato la corposa perdita di voti al legame che c’è stato tra PD e questa inchiesta giudiziaria.

La risposta ( nell’immagine sottostante) del democratico non si è fatta attendere su Facebook, tanto da attribuire il degrado del dibattito politico odierno a Grillo e ai suoi metodi comunicativi, come in questo caso di click baiting, che lo stesso Orfini ha definito “una piccola truffa un po’ squallida”.

orfini 2

In effetti questo strumento è moralmente discutibile, poiché di fatto si fa leva sulla curiosità della gente montando una falsa notizia, che rischia di offuscare del tutto, come è successo in questa occasione, il corpus del vero dibattito. Infatti il discorso riguardava le diverse prese di posizioni sulla complicata vicenda di Roma Capitale, ma grazie al click baiting il tutto è passato in secondo piano. Pure la vittima di questo strumento si è vista bene dall’innalzare il dibattito politico, non rispondendo alla sostanza delle accuse, limitandosi a denigrare e disapprovare tali metodi comunicativi. Perciò il confronto tra i due è rimasto focalizzato sulla forma, ma sarebbe stato molto più interessante assistere ad un botta e risposta sui contenuti e sui fatti.

Purtroppo non è la prima volta che il leader dei 5stelle si avvale di queste tecniche d’informazione, un altro caso, che ha scaturito molte polemiche, riguarda le divergenze tra la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e il Movimento Cinque Stelle. A seguito dell’utilizzo della “Tagliola”, con cui la Presidente fece decadere l’ostruzionismo dell’opposizione, permettendo la conversione in legge del Decreto Imu-Bankitalia in tempo, si esasperò lo scontro tra le parti. In questo clima, il blog di Grillo presentò un video satirico sulla Boldrini con la scritta “ Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina? ”, ma ciò venne colto da molti commentatori come un’istigazione all’insulto privo di ogni scopo informativo.

Un episodio surreale a cui si è assistito lo scorso fine-settimana, riguarda l’uscita nelle edicole, tanto discussa, del Mein Kampf in allegato con “ Il Giornale”. Nella diatriba si è schierato contro tale orrore il giornalista Gad Lerner e pure il Presidente del Consiglio,  Matteo Renzi, pubblicando su Facebook queste parole: << Trovo squallido che un quotidiano italiano regali oggi il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio affettuoso alla comunità ebraica #maipiù >>.

C’è da dire però che la mossa del direttore del quotidiano, Alessandro Sallusti, non è stata un’esaltazione dell’autore o della sua opera, ma più precisamente un’operazione di marketing, basata sulle polemiche che avrebbe suscitato. Il ricorso a queste provocazioni per aumentare le vendite del proprio quotidiano, sembra la conseguenza, o la causa, della profonda crisi dell’editoria, e una sua risposta poco efficace.


Tuttavia chi vorrebbe la censura di questo testo, dovrebbe ricordarsi che nella Storia chi ha proibito, e bruciato, i libri sono stati proprio i fascisti e i nazisti, perciò per combattere adeguatamente il male bisogna conoscerlo. Se si vogliono affrontare seriamente tali ideologie, non possiamo tacerle a priori, ma screditarle punto per punto.

 

 

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Giorgio Pacini

Mi chiamo Giorgio Pacini, sono nato e cresciuto a Livorno. Studio presso il Dipartimento di Scienze Politiche a Pisa, poiché la politica è una delle mie passioni più grandi. Tuttavia non è la sola: amo anche la musica e le fiere del fumetto, che cerco di non perdermi mai!

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