27 Luglio 2024

Assassin’s Creed Syndicate : L’Oppressione deve Finire. 

acs_box_art_20150512_1830cet-720x903Arrivare a scrivere un commento su Assassin’s Creed Syndicate, dopo oltre un mese in cui ho avuto la possibilità di analizzare il titolo in maniera approfondita, studiarlo nei minimi dettagli e valutare gran parte, se non tutto, del suo potenziale, equivale a dare un giudizio non solo per i contenuti che l’ultimo capitolo offre al pubblico, ma anche cercare di fare il punto della situazione nei confronti di una saga che ormai, dal lontano 2008, ogni anno, arriva sugli scaffali degli stores con un nuovo ed inedito episodio.


Personalmente ho sempre trovato il ritmo frenetico della Ubisoft producente unicamente per gli incassi, e poco appropriato nei riguardi e le aspettative del pubblico; inoltre, chi scrive, è un forte sostenitore che l’attesa stessa di un oggetto, che è ardentemente desiderato, generi essa stessa il piacere cardine sul quale poi verterà la soddisfazione di 2885505-acs_screen_environment-bigben_wm_e3_150615_4pmpt_1434307898averlo finalmente ottenuto e poterlo tenere tra le proprie mani. In parole povere, se un qualcosa ti manca, e attendi qualche mese o anno in più prima di farlo tuo, vuol dire che sei mosso dalla necessità di avere un prodotto capace di interessarti o stregarti fino a non farti dormire la notte.

La politica di mercato della casa francese, al contrario, sembra non solo denigrare tale metodo, ma appellarsi in tutto e per tutto al detto “battere il ferro fino a che esso è caldo”, di conseguenza, cercando di dare una cadenza precisa ed annuale per ogni suo prodotto, scaramouche_morpheuscosì da non perdere le schiere di fan ed appassionati. Se non fosse per fortuite circostanze, Ubisoft, e filiali, avrebbe perso la fiducia del sottoscritto da ben tre anni, come minimo, da quel bel capitolo III con protagonista Connor Kenway, ambientato sulla costa Est degli Stati Uniti durante i primi moti di indipendenza Americana; di fatto, però, il destino ha voluto che cadessi tra le braccia del caraibico Black Flag, che da bastian contrario quale sono, ammetto tranquillamente che non mi ha entusiasmato appieno, sebbene godesse di una storia ben costruita e appagante ed una ambientazione capace di risvegliare nella mia persona un forte interesse per l’universo dei bucanieri e dei leggendari galeoni che hanno solcato i sette mari; per poi, in un secondo momento, sempre il fato, ha deciso mi innamorassi della Parigi rivoluzionaria, alla corte di re, colpi di stato e decapitazioni in piazza, che fossi catapultato tra le strade della Rivoluzione Francese in pieno diciottesimo secolo, e, sono sincero, non nascondo che la scelta di acquistare il titolo fu dettata principalmente da un viaggio che feci in Francia il Natale dell’anno prima e dalla lettura, fatta poche settimane precedenti al rilascio, di quel libro, nonché, capolavoro, dei Wu Ming “L’Armata dei Sonnambuli”. Alla fine, da quel che si può chiaramente evincere, Assassin’s Creed è sempre stato un compagno perenne nella mia biblioteca di videogame volente o nolente.

Potevo, data la mia passione per Charles Dickens ed il periodo Vittoriano, lasciarmi scappare Syndicate? Certo che no, eppure, arrivato ai titoli di coda, il giudizio che ho riservato per l’ultima fatica Ubisoft non è completamente positivo e, nel buttar giù un’attenta analisi, non posso che mettere in luce ACS_SC_GamesCom_Escape_watermark_1438731070pecche o mancanze che hanno gravato su questo prodotto, il quale, da quel che è lecito presumere, doveva essere inizialmente uno Unity 2.0, capace di mostrare su next-gen, le potenzialità del brand allontanando le critiche e mettendo fine a tutti quei problemi che il suo precedessore aveva palesato una volta venduto lo scorso anno.

Assassin’s Creed Syndicate è ambientato nel 1868, in piena seconda Rivoluzione Industriale, a Londra, una delle metropoli più importanti del mondo, in uno dei suoi massimi periodi di cambiamento, splendore e degrado, dove ai lussi sfrenati dell’alta borghesia e dei nobili venivano contrapposte le vite di coloro che venivano sfruttati nelle fabbriche, uomini, donne e bambini, mal pagati e costretti a lavorare duramente per più di dodici ore al giorno in condizioni inimmaginabili. Su questo sfondo prendono vita le avventure di Jacob e Evie Frey, due assassini mandati dall’Ordine nella capitale inglese per debellarla dalle forze dei Templari, capitanate da Crawford Starrick. I due gemelli cercheranno di arrivare al gran Hendrick_Avercamp_-_Winterlandschap_met_ijsvermaakmaestro lasciandosi alle spalle una scia di sangue e sommosse, cercando di arrivare per primi al frutto dell’Eden e dare agli abitanti di Londra la dignità che spetta loro.

Se avete visto un dipinto fiammingo, in un libro o in un museo, ed avete dimestichezza con esso, quello che sto per dirvi risulterà alle vostre orecchie familiare, mentre se non avete osservato un’opera appartenente a tale corrente artistica, probabilmente non comprenderete al meglio l’allusione che sono in procinto di fare. Ebbene, in un dipinto qualunque, di impronta fiamminga, i dettagli sono così presenti ed importanti, quasi essenziali, che è possibile scorgere particolari talmente minuscoli da richiedere, a volte, la lente di ingrandimento, da quanto questi lavori sono curati e sono realistici.

Dickens-23Dickens-circa-1860sAssassini’s Creed Syndicate, lasciatemelo dire, è l’esatto opposto, o meglio: da lontano, se osservata in maniera superficiale, la Londra di sua Maestà la Regina Vittoria, è un caleidoscopio di straordinaria bellezza e varietà, (complici il grande numero di poligoni e oggetti presenti su schermo), omogeneo seppur poliedrico, con i suoi negozi e pub posti agli angoli delle strade o i suggestivi scorci notturni delle labirintiche vie, dai canonici contorni storici riscontrabili nell’architettura, eppur al contempo originali ed inediti, ma se il vostro occhio, dovesse, in un momento particolare o di pausa, posarsi su una costruzione o sui volti dei protagonisti o dei comprimari, questi scoprirebbe come da vicino ogni cosa appaia meno “pulita” o “curata” rispetto a tanti altri videogiochi o al discusso Unity che quanto meno dal lato tecnico era inattaccabile.


Il nuovo capitolo di Ubisoft, graficamente ed esteticamente, è straordinario, ma se l’ispirazione artistica è tangibile in ogni via o costruzione, stessa cosa non si può dire della sua resa grafica, incostante e con alcune piccole cadute per quel che concerne proprio la realizzazione di edifici, personaggi secondari, comprimari o movenze a volte legnose di coloro i quali si animano sullo schermo. Inoltre, bisogna aggiungere come su console quest’ultimo giri a 900p, il che non aiuta la resa ACS_SC_39_SDCC_EvieAssassination_watermark_211604.0visiva, sebbene la minor definizione giovi al frame-rate meno ballerino e di gran lunga stabile anche in sequenze piene di effetti pirotecnici o ricche di pathos.

Il gameplay rimane lo stesso di Assassin’s Creed Unity, con una considerevole miglioria per quel che riguarda l’arrampicata e la discesa ed un nuovo modo per entrare nelle case degli abitanti di Londra, sebbene queste siano presenti in un numero nettamente inferiore rispetto a quelle francesi. All’interno di esse, a volte ricche di elementi particolari, in altre circostanze un po’ anonime, è possibile trovare bauli o forzieri speciali al cui interno saranno presenti materiale per costruire armi ed armature o potenziare il proprio personaggio o la propria gang, i Rooks. Pochi, però, sono gli spunti inediti o gli elementi veramente nuovi per quello che riguarda il gameplay  di questa produzione, le movenze dei due protagonisti e le loro azioni, supportate, nelle fasi di free-roaming, dalle carrozza, che possono syndicate-combatessere “prese gentilmente in prestito” o rubate dalle mani di uno sventurato cocchiere, e dalla presenza di un rampino, chiamato lancia-corda, che permette a Evie e Jacob di muoversi più velocemente tra un palazzo e l’altro della capitale inglese. Simile a quanto visto in Batman, anche stavolta l’oggetto si rivelerà utile in più di un’occasione eliminando, in più di un momento, le fasi tipiche del brand legate alle scalate degli edifici.

Il treno è inoltre il nuovo covo della confraternita, sempre in movimento e capace di arrivare in ogni angolo della mappa del centro di Londra a nostra disposizione. Ad arricchire il pacchetto delle missioni principali ci sono poi tutta una serie di personaggi che inviteranno i protagonisti a prender parte a obbiettivi secondari talvolta interessanti o degni di nota, mentre in alcuni altri casi poco ispirati o memorabili.

assassins-creed-syndicate-1-1280x718Jacob ed Evie, due canaglie orfani di padre e madre, arrivano a Londra e conquistano subito i cuori dei giocatori, hanno tutte le carte in regola per farlo e, perché no?, la dualità che nasce dalle loro differenti personalità è l’elemento meglio riuscito di questa produzione. Tanto simili quanto opposti, entrambi offrono al giocatore due modi completamente differenti con cui approcciarsi agli avvenimenti che imperversano tra le strade della capitale inglese, e godono di abilità comuni accompagnate da specialità esclusive l’uno per l’altro: Evie predilige un approccio silenzioso e furtivo, mentre Jacob è un vero e proprio attaccabrighe. La pecca che, purtroppo, si riscontra in questo caso è che, data la bassa difficoltà del titolo, raramente il giocatore sentirà sulla propria pelle il bisogno di sfruttare un preciso e personale approccio con l’utilizzo di uno dei due personaggi se non quando vi è costretto da determinate circostanze, prediligendo sempre il consueto attacco all’arma bianca che, con un minimo di esperienza ed una volta ottenuti i giusti potenziamenti, non porterà mai al fallimento di una missione o alla morte di uno dei due protagonisti. Londra, inoltre, è popolata da eventi ed iniziative che allungano considerevolmente le ore di gioco, senza le quali ammonterebbero ad un totale di 9 (circa), facendo, tuttavia, i conti con una insistente ripetitività in alcuni frangenti: ci sono le corse con le carrozze; i club illegali di pugilato; i traghetti da assaltare e i carichi di rifornimento da derubare o scortare.ACS_Screen_CarriageGunFight_wm_E3_150615_4pmPT_1434307892 Tutto questo sarà accessibile con il passare del tempo e con il progredire nella campagna principale, uno dei punti deboli del pacchetto offerto quest’anno da Ubisoft, dato che questa si rivela essere, di gran lunga, una delle più brevi, meno appaganti o brillanti su cui un fan navigato della saga possa mettere gli occhi.

Nel dire questo, chi scrive, non vuol dare il via ad una filippica contro questo capitolo di Assassin’s Creed, che nel suo piccolo è persino riuscito a conquistarmi e divertire, piuttosto mettere in luce tutta una serie di elementi e avviare una riflessione spontanea sull’intero brand. Arrivare dopo quasi dieci anni a pubblicare un episodio per volta ogni 365 giorni circa risulta di sicuro stancante, oltre che impressionante, e talvolta l’eccesso è poco producente. In questo preciso momento la storia della confraternita degli Assassini, a parer di chi scrive, assassins_creed_syndicate_render-queen-victoriaha bisogno di un po’ di riposo, affinché gli sviluppatori e creatori possano mettere le mani su un nuovo capitolo capace di dimostrarsi rivoluzionario e altamente innovativo sia sul lato tecnico che su quello della sceneggiatura.

Syndicate è un déjà vu piacevole, per chi ha amato le storie di Connor ed Ezio in passato, e Londra è una delle ambientazioni migliori mai proposte, la cura nella sua realizzazione è maniacale, e l’atmosfera è a dir poco straordinaria, eppure manca qualcosa a questo A.C.S., ed è la profondità. Con l’uscita (in questi mesi) di prodotti quali The Witcher 3 o Fallout 4, impossibili da confrontare sul piano del genere e della struttura, certo, ma con un intreccio narrativo invidiabile e appagante oltre ogni misura, il mondo videoludico, anche in questo 2015, ha affrontato diversi “cambiamenti”, lemma che potrebbe, per molti aspetti, essere sinonimo, in tali circostanze, di “miglioramenti”, e tutt’ora, se analizziamo la concorrenza, è possibile rendersi conto come le produzioni videoludiche siano coinvolte in un continuo concreto mutamento, percepibile anche da quella cerchia di giocatori che si appassionano quel tanto che basta a questo cinico mondo da ACS_SC_75_Reviews_Assassination_ALT-Proposal_1444953344renderli dei modesti seguaci, e non sono ormai rare le occasione in cui, alla grafica, si predilige una storia originale, matura e intrigante, capace di colpire in positivo ed emozionare, rimanere impressa grazie al carisma ed al coinvolgimento che riesce a produrre in chi la gioca e la vive.

Assassin’s Creed Syndicate, su questo versante, è povero perché sembra non avere rispetto per la materia grezza di partenza e si mostra agli occhi di chi lo gioca come un prodotto con poche ambizioni, (in)capace di regalare vere soddisfazioni e attimi indimenticabili, carente di una trama all’altezza delle aspettative, fatta sempre allo stesso modo e persino poco coerente con il materiale di cui dispone, sebbene ricco e variegato. I “sindacati”, da cui prende il titolo questo capitolo, qui hanno un ruolo pressoché marginale, sebbene i poveri siano al centro dell’attenzione dei protagonisti, così come la lotta contro l’oppressione sui più deboli o tra gang; tutti elementi che sono presenti quel tanto che basta da ammettere di averli visti, eppure è possibile finire tranquillamente il gioco senza mai fare appello ai Rooks o chiedere il loro aiuto, a riprova del fatto che la campagna ac-syndicate-direct-feed-screenshots-4_jpg_0x0_q85per singolo giocatore è costruita su una vicenda legata unicamente a soli due individui, dotati della forza necessaria per agire autonomamente.

Assassin’s Creed Syndicate è un titolo bizzarro, riuscito ed al contempo privo di quella spinta necessaria ad innalzarlo come gioco capace di rilanciare un vero e proprio brand. Per chi, come il sottoscritto, ama la Londra Vittoriana e tutte le personalità che l’hanno contraddistinta, da Charles Darwin a Charles Dickens, da Bell a Disraeli, troverà ore ed ore di divertimento a disposizione, citazioni e atmosfere degne di uno dei romanzi dell’epoca quali Oliver Twist o David Copperfield, amerà Jacob, con le sue battute pronte ed i suoi modi arroganti, ma ancor di più la saggia e carismatica Evie sino alla pazzia ed al contempo, però, arriverà ai titoli di coda con un po’ d’amaro in bocca, perché tante sotto trame potevano essere analizzate o studiate meglio, godere di una maggior enfasi ed empatia o di una struttura narrativa più curata. Per questo, in definitiva, quello che abbiamo tra le mani rimane un buonissimo gioco, di qualità, ottimo sotto molti dei suoi aspetti, ma lontano anni luce da quelli che furono i fasti degli esordi della saga e di certo non il più bel titolo da avere al momento tra le mani.

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Assassin's Creed, Assassin's Creed Syndicate, Ubisoft, Playstation 4,
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Claudio Fedele

Nato il 6 Febbraio 1993, residente a Livorno. Appassionato di Libri, Videogiochi, Arte e Film. Sostenitore del progetto Uninfonews e gran seguace della corrente dedita al Bunburysmo. Amante della buona musica e finto conoscitore di dipinti Pre-Raffaelliti.
Grande fan di: Stephen King, J.R.R. Tolkien, Wu Ming, J.K. Rowling, Charles Dickens e Peter Jackson.

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