27 Luglio 2024

 

Raul Caso col padre Fabio

Raul Caso, nato a Brescia nel 2005 e cresciuto fino al 2016 a San Vincenzo vive adesso a Livorno, in Borgo Cappuccini, supportato e incoraggiato costantemente dalla famiglia.

Raul è un campioncino di lotta libera: a soli 14 anni si afferma ai vertici italiani nella propria categoria, under 15 sotto i 57 kg e vanta un argento ai campionati europei di Cracovia, svolti nel giugno scorso, oltre a 4 titoli italiani di cui 2 nella lotta libera e 2 nella greco-romana. In tutto 156 vittorie su 175 incontri.


Fresco della vittoria del torneo internazionale di Gyor, in Ungheria e del terzo posto al torneo internazionale di Chiavari, il giovane Caso ci ha parlato della sua vita, la sua passione e l’impegno per coniugare sport e studio, dimostrando una disciplina ed una fibra caratteriale rara anche nel mondo degli adulti.

Allora Raul, raccontaci, da quanto tempo lotti e quanto ti alleni?

Ho iniziato lotta libera a 10 anni, prima ho fatto anche karate e rugby ma sentivo il bisogno di uno sport con più contatto fisico. Quando ho incominciato a lottare ancora vivevo a San Vincenzo, mi allenavo 5 volte a settimana e venivo 3 volte a settimana a Livorno. Inizialmente facevo anche rugby, insieme alla lotta. Adesso mi alleno 2 volte al giorno tutti i giorni, spesso anche alle 6 di mattina, prima di scuola. Poi ci sono, in media, un paio di incontri al mese.

E la tua carriera? Cosa hai già vinto?

Raul che lotta indossando la maglia della nazionale italiana

Ho iniziato col Gran Premio Giovani, una sorta di campionato nazionale giovanile, dopo un mese che ho iniziato la lotta, vincendo 2 incontri. La mia prima medaglia d’oro è stata ai campionati regionali e poi, dopo un anno di carriera, ho vinto il Gran Premio Giovani. L’anno successivo ho partecipato ai primi campionati italiani e li ho vinti, era il 2017. A quel punto sono entrato in nazionale ma non ho potuto partecipare agli Europei perché ero troppo piccolo. Nel 2018 ho vinto gli italiani di libera e ho partecipato ai miei primi campionati europei, dove ho vinto due incontri. Quest’anno sono riuscito ad arrivare secondo, ma sono convinto di poter migliorare ancora, il prossimo anno.

Parlaci meglio della ultima esperienza europea, di che categoria si tratta?


Si è svolta a Cracovia, dal 27 al 30 giugno, ho vinto il primo incontro con un armeno e il secondo con uno spagnolo, entrambi più grandi di me di un anno. Poi ho battuto un bulgaro e un azero, in finale ho perso con un altro armeno. La categoria è under 15 sotto i 57 kg, però sto mettendo massa e aumenterò la categoria di peso, non so ancora se sotto i 62 o i 68kg. La finale l’ho persa 2-2, peccato perché vincevo 2-0 prima di essere schienato e forse ero anche fuori del recinto di gara, insomma c’è da recriminare, però non mi interessa, anzi mi da la forza per andare il prossimo anno ancora più agguerrito e sicuro dei miei mezzi.

Cosa rappresenta lo sport per te adesso e cosa pensi possa diventare nel tuo futuro?

Beh per adesso è una grande passione, ci dedico la maggior parte del mio tempo, insieme alla scuola, in futuro però potrebbe diventare anche un lavoro vero e proprio, magari entrando in un gruppo sportivo.

Incontro col sindaco il 10 settembre 2019

A proposito, la scuola, cosa frequenti e come riesci a conciliarla con lo sport?

Faccio il liceo Enriques, indirizzo linguistico e sono in seconda perché ho fatto la primina. Sono passato con circa il 7 e mezzo di media, quindi, almeno per ora, non ho problemi a conciliare studio e sport. Diciamo che ho poco tempo libero…

E questo non ti pesa? Insomma uscire con gli amici…

Sicuramente ci vuole molta forza d’animo, avere degli obiettivi e dare tutto per raggiungerli. Però sono contento così.

Come difenderesti la tua scelta di vita davanti ad un tuo coetaneo?

Mah di sicuro ti forma molto il carattere, anche magari per un ragazzo un po’ più debole e poi se hai una passione ti ci devi dedicare e dare tutto te stesso. La lotta però non è sicuramente per tutti. Oltre a questo ho girato molto, in Europa, ho fatto 25 trasferte. A Cracovia ad esempio è stato bellissimo, tutto organizzato, ogni nazionale aveva il suo albergo, ho fatto anche un mese di pre-ritiro a Faenza.

La medaglia di argento agli europei di Cracovia, tenuta insieme al coach Nencioni

La fidanzata?

No per ora non sono fidanzato, ma insomma, se capita il tempo si trova…

Dove ti alleni e chi ti allena?

Mi allena Igor Nencioni nella sua palestra, “Gruppo Lottatori Livornesi”, in via Cimarosa.

Come ti trovi?

Molto bene, Igor mi segue tantissimo e mi ha insegnato tutto, poi insomma, lui è un campione vero. Per il futuro, se il mio trend di crescita si manterrà costante, potrei avere due possibilità importanti. La prima è di entrare in polizia, a 17 anni. Dovrei trasferirmi a Roma ma avrei subito un ottimo stipendio e non dovremmo più tirare la cinghia per pagarci le trasferte. Igor invece vorrebbe aspettare i 18 anni e farmi entrare nell’esercito, così potrei rimanere ad allenarmi qui con lui.

Il podio di Cracovia

Una dura scelta, dove pende la bilancia?

Da una parte la chiamata in polizia mi da molta sicurezza, la possibilità di guadagnare sui 1500€ e di vivere in una grande città come Roma quindi più possibilità lavorative e di esperienza. D’altro canto però, rimanendo qui, al centro di un progetto, con Igor che ha già in mente un piano di trasferte per farmi crescere… beh, forse sportivamente qui forse ho più possibilità di crescere…

Qual è il tuo sogno?

Il mio sogno è andare alle olimpiadi e giocarmela. Anche perché nel mio sport è il top assoluto, i mondiali in realtà non sono neanche più difficili degli europei. Il sogno vero sono le olimpiadi, e per arrivarci, da adulto, serve un buon piazzamento europeo e mondiale e dei buoni risultati ai tornei preolimpici. Ovviamente ci spero e darò tutto me stesso per arrivarci.

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Giovanni Sofia

Livornese, presidente di Uninfonews dal 2021, classe '92, progettista meccanico, laureato in ingegneria aerospaziale all'università di Pisa, pallanuotista. Interessato alla politica, l'attualità e la meteorologia. Ma anche a cose più normali.

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