27 Luglio 2024

Sempre più persone son vittime di questo frequente problema, non a caso l’insonnia è divenuta il disturbo del sonno più frequente: circa il 10% della popolazione mondiale ne soffre ed alla base di essa vi sono anche cause psicologiche.

Cominciamo a far chiarezza su questo disturbo: l’insonnia fa parte delle dissonnie, cioè tutte quelle patologie che non consentono un corretto mantenimento del sonno e ne influenzano anche la propria qualità.
Affinché si possa definire tale, chi soffre d’insonnia deve presentare dei frequenti risvegli notturni e il proprio sonno non svolge più la corretta funzione ristoratrice psicofisica.


Da sempre ci si chiede cosa vi sia alla base di questo disturbo così diffuso; gli psicologi credono che vi possa essere stata una difficoltà dei genitori di stabilire orari e regole di addormentamento, chiamato anche disturbo da inadeguata definizione di limite. Se non combattuta, l’insonnia permane pure in adolescenza, dove può essere anche il campanello d’allarme per alcune patologie psichiatriche.
Ciò diviene debilitante per il fisico perché in adolescenza vi può essere una cattiva igiene del sonno, la quale affiancata a ritmi scostanti o molto duri, può contribuire al peggioramento del suddetto disturbo.

Ma allora come far fronte a tutto ciò?

Secondo il Prof. Colin Espie, ordinario presso l’Università di Oxford, alla base dell’insonnia vi sono probabilmente dei disturbi di natura ansiosa o depressiva, che causando pensieri e comportamenti disadattativi, contribuiscono a mantenerla.
Egli, nella sua opera “Superare l’insonnia. Come dormire meglio con la terapia cognitivo comportamentale, sostiene che per un riadattamento al normale sonno, serva far ricorso alla Terapia Cognitivo-Comportamentale.

Essa, mediante frequenti e pratiche sedute, risulta efficace nell’interruzione del “circolo vizioso” creato dai disturbi che alimentano l’insonnia.
Un altro considerevole aiuto ci giunge dalle testimonianze di Giovanna Celia, psicologa, psicoterapeuta e direttore didattico del Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica (CIPPS) di Salerno, la quale spiega: «L’insonnia può essere determinata da stati di ansia e stress che tendono ad alterare il ciclo sonno-veglia, da fattori biologici e neurologici e dallo stile di vita. Una soluzione efficace è anche l’ipnosi di stampo neuroscientifico, un metodo di guarigione nato negli Stati Uniti che ha una straordinaria efficacia nella cura mente-corpo. Con circa cinque sedute di ipnosi – continua Celia – è possibile riequilibrare il ritmo e la qualità del sonno.» (
In conclusione, i consigli più preziosi ci giungono proprio da questi e molti altri esperti, che sconsigliano l’uso assiduo e prolungato di farmaci impiegati nella cura dei disturbi del sonno, come ad esempio le benzodiazepine, poiché essi creano dipendenza; è opportuno un consulto psicologico per giungere alla base del problema, ad esempio la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

 

 

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Filippo Danesi

Studente di Psicologia Clinica e della Salute presso l'Università degli Studi di Pisa. Sono un ragazzo molto attivo per quanto riguarda lo sport ed amo seguire/giocare a basket. I miei interessi principali, oltre l'attività fisica, riguardano la musica (sono batterista in una band), e la Psicologia. I miei articoli riguardando principalmente temi di carattere sociale e psicologico.

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